Reggio, il patto ‘ndrangheta-stato per gestire l’Avr

L’operazione Helios della Dda di Reggio Calabria ha assestato l’ennesimo fendente ad una città sempre più in mano alla massomafia e ai pezzi deviati dello stato. La Dda reggina in particolare ha anche dato esecuzione a un decreto che dispone l’amministrazione giudiziaria per le società Avr S.p.a e ASE – Autostrade service – servizi al territorio s.p.a., entrambe con sede legale a Roma, oltre che il controllo giudiziario perla Hidro Geologic Line s.a.s. di Natale Marrara con sede legale a Reggio Calabria.

Entrambi i provvedimenti hanno alla base le indagini svolte nei confronti degli amministratori della Avr S.p.a. e avrebbero consentito di accertare rapporti fra la società e imprenditori legati a cosche di ‘Ndrangheta oltre che con amministratori pubblici in un contesto di relazioni di scambio reciproco finalizzato ad assicurare a tutti i protagonisti varie utilità.

Fra i tredici indagati, destinatari di avvisi di conclusione delle indagini, figurano due dipendenti dell’Avr per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa, otto amministratori appartenenti al Comune di Reggio Calabria, al Consiglio comunale, alla Città Metropolitana, al Consiglio regionale ed ex provinciale, al Comune di Taurianova, indagati, a vario titolo, in concorso con l’amministratore delegato ed altri responsabili della società, per avere esercitato indebite pressioni al fine di ottenere l’assunzione di personale segnalato, e altri funzionari per avere posto in essere atti di corruzione per l’esercizio della funzione o per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio allo scopo di agevolare la societa’ nei rapporti con la pubblica amministrazione.

L’Avr gestisce il ciclo integrato dei rifiuti per il comune di Reggio Calabria, oltre che per diversi comuni della provincia, attraverso la raccolta porta a porta, il trasporto, il trattamento, il recupero dei rifiuti e la pulizia del suolo, e la rete stradale della Città Metropolitana di Reggio Calabria, oltre a essere aggiudicataria dell’appalto per la costruzione della strada Gallico-Gambarie, particolarmente importante per le ricadute turistiche sul territorio reggino.

Le indagini svolte dalla Dda di Reggio Calabria avrebbero fatto emergere la sussistenza di una pluralità di rapporti “di stabile ed oggettiva agevolazione” tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della Avr S.p.a., operanti in provincia di Reggio Calabria ed imprenditori appartenenti o collegati alle cosche della ‘Ndrangheta collusi. Nello specifico sarebbe stato accertato che imprese riferibili all’associazione criminale ed operanti nei mandamenti Tirrenico e Ionico sono state agevolate attraverso l’affidamento e l’esecuzione di opere, nel ramo d’azienda dedicato al settore edile e manutentivo, consentendo all’Avr di poter operare anche con il gradimento delle cosche.

Anche in relazione all’esercizio del ramo di azienda dell’Avr operante nel settore del ciclo dei rifiuti e della pulizia del suolo, è stata riconosciuta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria l’agevolazione degli interessi di alcune storiche cosche di ‘Ndrangheta, egemoni nel territorio cittadino ed inserite tradizionalmente in questo importante segmento economico. In questo contesto peraltro, il Tribunale ha dato atto di un ulteriore elemento di condizionamento dell’attività della Avr, riconducibile non direttamente all’infiltrazione mafiosa bensì all’instaurazione di molteplici rapporti di scambio con amministratori pubblici infedeli, funzionali, da un lato, ad assicurare a loro svariate utilità ed interessi privati, compresa l’acquisizione del consenso elettorale mediante la prassi delle richieste di assunzione e di gestione clientelare delle politiche aziendali, e dall’altro ad assicurare alla società un ampliamento dei profitti attraverso l’allentamento dei controlli sul suo operato. Tra le fonti di prova acquisite, le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e intercettazioni che avrebbero confermato quanto emerso in precedenti inchieste sulle ingerenze della criminalità organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti nella provincia di Reggio Calabria.