Rende, camere in affitto con telecamera sul letto. Chi è il guardone “aiutato” da carabinieri e procura

C’è voluto qualche giorno per scoprire l’identità del guardone “pipparolo”, che si eccitava spiando attraverso delle microcamere piazzate nelle stanze da letto l’intimità di 5 studentesse a cui aveva affittato l’appartamento, ma alla fine lo abbiamo scovato. Si chiama Leonardo Spataro e si occupa di informatica. La professione giusta per un guardone “pipparolo 2.0”. Si era organizzato bene il segaiolo guardone che, per soddisfare le sua insana libido, violava, anzi violentava la vita privata di ignare studentesse osservandole da remoto attraverso il sistema di video sorveglianza da lui stesso ideato e installato. Aspettava i momenti intimi delle inconsapevoli studentesse per dare sfogo alla sua depravazione. E chissà da quando tempo lo faceva, e chissà in quante sono rimaste inconsapevoli vittime del “pipparolo” guardone. Che non ha sospeso la sua attività di guardone neanche quando una studentessa insieme al suo ragazzo hanno scoperto la microcamera nascosta nella plafoniera del lampadario. Tempo qualche giorno dalla presentazione della denuncia da parte della studentessa presso i carabinieri di Rende, presentata il 26 agosto del 2023, che l’appartamento era di nuovo occupato da 5 studentesse ignare di fornire al pipparolo “nuovo materiale” su cui sfogare la sua perversione.

Se abbiamo deciso di rendere pubblica l’identità del guardone “pipparolo” è per due motivi. Il primo: per come sono andate le cose dopo la denuncia della studentessa, la farà franca. La superficialità e l’incompetenza dimostrata dai carabinieri prima e dalla procura di Cosenza poi, nell’affrontare il caso, gli hanno permesso di far sparire tutte le tracce della sua infame attività di spione delle vite degli altri. Infatti i carabinieri si recano a casa del “pipparolo” per sequestrare pc, telefonino e modem, solo dopo ben 21 giorni dalla presentazione della denuncia, e per un “tecnico informatico” non sarà stato certo difficile cancellare tutte le tracce lasciate nel web in questo lasso di tempo. Da qui anche la difficoltà a reperire informazione sul “pipparolo” nel web. Ed è per questo che riteniamo giusto che almeno paghi con lo sputtanamento. E poco c’entra il “rispetto del garantismo” in questa storia perché che usasse le immagini intime delle studentesse per soddisfare la sua smania di guardone è fuor di dubbio.

Il secondo motivo è quello di lanciare un appello alle studentesse dell’Unical: se quello che vedete in foto è il vostro “padrone di casa”, controllate subito le vostre stanze, e se vuole affittarvi una stanza mandatelo direttamente a quel paese.

La nostra piena e totale solidarietà alle studentesse vittime di questo porco.