Rende, una “parata” inutile

Guardiamoci in faccia e diciamocelo con estrema franchezza: la “parata” di ieri sera a Rende (300 persone per voler essere buoni), in nome di una molto presunta legalità, facendo grande attenzione a non pronunciare il nome di… Manna invano, non rappresenta assolutamente nulla se non il solito tentativo dei soliti noti di volersi mettere a capo del Comune non appena il “cadavere” dell’uomo che sussurra alle mazzette passerà da piazza Borromeo e ormai non manca molto tempo.

Del resto, vedere ancora in giro sedicenti sindacalisti della Cgil, che in questi anni hanno saputo soltanto curare il proprio orticello, sistemare i parenti e non disturbare i manovratori o politici di Serie D come Mimmo Talarico e la sua sempre meno numerosa claque è decisamente deprimente e non aiuta certo a “liberare” Rende, tutt’altro. Che poi ci sarebbe da spiegare anche cosa significa “rivoluzione mite”, un’espressione che non può avere nessun senso se non quello della “promozione” a tutti i costi di un modello di politica clientelare e corrotta che non solo ha fatto il suo tempo ma è stato già “bocciato” con decisione e più volte dall’elettorato.

Per non parlare di quelle associazioni antimafia, sedicenti almeno quanto i sindacalisti di cui sopra, della cui esistenza non ci accorgiamo mai se non in queste disgustose e inutili parate. Questa è la realtà, molto semplice e conosciuta da tutti. A Rende tutti sanno che i “capetti” della sfilata di ieri aspirano a prendere il posto di Marcello Mazzetta, ma tutti sanno anche che il prossimo sindaco sarà un altro uomo del “sistema”. Loro, con decenza parlando, hanno già dato e sono già sputtanati molto di più che la porta della chiesa madre sconsacrata. Tutto il resto è “atteggio”…