Renzi non ha nulla da perdere ma i suoi scagnozzi no: il caso Magorno

di Saverio Di Giorno

C’è un motivo preciso del perché Renzi non riuscirà nel suo strappo. Come al solito, dalla Calabria si vede tutto meglio. Il motivo è che Renzi non avrà i numeri, perché i suoi non gli andranno dietro e il primo sarà proprio il senatore Magorno che ha tutto da perdere. Soprattutto dopo gli ultimi sviluppi. Ma andiamo con ordine.

Renzi vuole giocare d’azzardo. Lo fa da una vita. La sua tecnica è “o tutto o niente”. Rilancia, bluffa. Lo ha fatto per diventare segretario del Pd, poi con Letta, con il referendum e ora con Conte. Si è ritagliato il ruolo di ago della bilancia e finora l’ha usato solo per avere nomine nelle grandi aziende. Qualche mese fa, ad esempio, c’era da rinnovare grosse partecipate (Poste, Eni, Enel) e puntualmente sono arrivate le sue minacce. Ottenute le nomine si era calmato. Iacchite’ ne aveva parlato http://www.iacchite.blog/giustizia-nel-caos-i-misteri-che-aleggiano-sullimmarcescibile-renzi/. Ora sembra che voglia andare alla conta dei voti in Parlamento: “non ho nulla da perdere” – dice lui, e forse è vero. Ma i suoi no. Cos’è Italia Viva?

Italia Viva, nonostante Renzi non possa dirlo apertamente, non è mai nata per essere un grande partito. Lo sa anche Renzi, che è arrogante, ma non stupido. È nata proprio per tendere trabocchetti e fare ricatti. Figlia della scuola di Verdini e ancora prima dei partitini da Prima Repubblica. Quasi immediatamente, si è riempita di tutti i componenti che imbarazzavano gli altri partiti (ma evidentemente non Renzi). Una lista di indagati e/o impresentabili impressionante. In Calabria era il periodo in cui Gratteri indagava il circolo di potere che girava attorno al governatore Oliverio. Il Pd pensava di mettere ai margini i nomi di Bossio, Adamo e altri. Magorno, fiutando l’aria immediatamente, decise di mollare Oliverio e farsi fotografare con Gratteri. Non si spese nemmeno nelle solite parole di garantismo che tanto vengono sprecate in questi casi. Parole che, a onor del vero, ci sarebbero anche andate bene, perché quello è stato uno dei casi in cui Gratteri ha toppato: secondo la Cassazione nutriva “grave pregiudizio accusatorio”, almeno verso Oliverio. E oggi lo dice anche una sentenza. Insomma, un presidente incapace e in balia di amicizie ingombranti, ma non la mente criminale.

Niente, Magorno non aspetta. Scappa verso Italia Viva. D’altra parte, perché non farlo? Dentro Italia Viva c’erano anche gli amici commensali: Lotti, iGreco. E ci sono vari giudici amici nel CSM, Ferri & Co. Tutti quei giudici che, insomma, hanno dato le opportune garanzie e coperture. Se n’è parlato a sufficienza per chi volesse approfondire.

Ora però il cerchio magico renziano è stato smantellato (o quasi) dallo scandalo Palamara. Non solo, si è visto la “fine” politica che hanno fatto coloro che hanno perso le coperture, a partire da Mario Russo, rimasto senza Luberto. Una coincidenza temporale curiosa che forse non ha lasciato indifferente nemmeno Magorno, che ha più motivi di stare in campana. Le procure si saranno anche dimenticate degli omissis nell’inchiesta Frontiera e delle relative dicerie mai smentite, ma si aggiungono la questione dei video – nei quali si parla di “mazzette” da chiarire – e i recentissimi omissis dell’operazione Re Nudo, arrivata fin dentro il comune di Diamante, che secondo alcuni riservano sorprese. Su tutti stanno lavorando.

Il senatore, anche stavolta, da vecchia volpe ha fiutato l’aria in anticipo. (Sempre super informato!). Ma molto in anticipo: Iacchite’ pubblicava un comunicato della “Lega onesta” nel quale si raccontava di un avvicinamento dei fedeli di Magorno al senatore Vallardi (Lega). http://www.iacchite.blog/diamante-don-magorno-prepara-il-trasloco-la-lega-onesta-si-ribella-il-ruolo-di-pascale-e-bartalotta/ Aveva già votato in dissenso e, ancora, è stato l’unico a votare contro il decreto Calabria. L’unico di Italia Viva. Ha votato no perché il decreto taglia fuori i sindaci (per fortuna un malizioso direbbe), ma si sarebbe dovuto votare no anche perché non cita nemmeno una volta i 18 ospedali chiusi tanto per dirne una. Insomma, una rondine non farà primavera, ma due o tre … Quanti ce ne sono come il senatore calabrese in Italia Viva? Sicuri che faranno cadere Conte con il rischio di andare al voto e sparire tra i parlamentari tagliati? D’altra parte, questo governo e i 5s non hanno mai rotto le scatole a quel gruppo di potere, visti i trattamenti riservati alla questione Facciolla, Lupacchini o l’indifferenza di Bonafede verso i richiami fatti dalla procura di Castrovillari, di cui si è già scritto.

C’è, infine, un’altra possibilità: che Renzi trovi un accordo con Salvini (sarà divertente vedere come lo giustificheranno). Del resto, le due parti si sono già trovate a cena insieme a Roma per discutere di … giustizia! Solo in questo caso (ma c’è da convincere la Meloni) per Conte si farà dura, altrimenti sarà difficile per Renzi. Ma mai per Magorno. Un genio degli scacchi o baciato dalla fortuna, in ogni caso, complimenti.