Sanità, da ieri in vigore la legge contro i turni massacranti. Ma la Regione non si adegua

Il tempo è scaduto. Ieri, infatti, è andata in vigore la norma n. 161 del 30.10.2014, in ossequio alla direttiva europea n. 2003/88, che riguarda i turni di servizio dei medici.

La data era certa, non rinviabile per la decisa volontà dei sindacati, questa volta uniti, di non offrire deroghe al governo che avrebbe dovuto provvedere con immediatezza a sbloccare il turn over bloccato ormai da 5 anni, assumendo 5 mila medici su tutto il territorio nazionale.

La Calabria, come sempre, è la regione del tutto impreparata, il solito fanalino di coda, seppure è la regione dove i LEA vengono garantiti di meno o quasi per nulla, per la carenza cronica di medici ed infermieri.

Appare chiaro come l’ attuale gestione commissariale della sanità calabrese non abbia a cuore, o non sia in grado di garantire il fondamentale ed irrinunciabile diritto alla salute previsto costituzionalmente, tanto che, in queste condizioni, sarà costretta a pagare una esosa penale di 50 mila euro al giorno per la impossibilità materiale di coprire i turni di servizio.

Va da sè che diverse Unità Operative (così si chiamano oggi i reparti) dovranno essere chiuse e che si dovrà procedere all’accorpamento di strutture ospedaliere, lasciando vaste zone abbandonate a se stesse, senza alcuna possibilità di ricevere risposte anche in emergenza/urgenza. Questa è, purtroppo, la triste realtà, per la quale non si sente alcuna voce della politica in grado di alzarsi e ribellarsi. Ed il popolo bue? Tace come sempre, sperando nel fato.

Vincenzo Cesareo

Direttore sanitario ospedale Paola-Cetraro