Sciogliere la massoneria (di Francesco Cirillo)

Sciogliere la massoneria

di Francesco Cirillo

Con la cattura di Matteo Messina Denaro si è scoperta la massoneria. Ma che bella scoperta, come quella dell’acqua calda. La massoneria vive e stravive nella nostra società sotto mille aspetti, ne parlano tutti ma tutti se ne accorgono solo nelle grandi occasioni, per poi ritornare nell’oblio. La massoneria, come per le stagioni, non è più quella di una volta ed è inutile girarci attorno. In Calabria fu l’inchiesta del Procuratore di Palmi Cordova che ne tirò fuori per la prima volta l’uso che se ne faceva per le elezioni di determinati personaggi e per gli appalti. A Cordova gli andò bene, in quanto venne “solo” trasferito a Napoli e tolto dall’inchiesta che venne poi archiviata. L’inchiesta fatta da Cordova riguardava appunto i contatti della massoneria con il mondo criminale calabrese. Era il 1992 e Cordova in solitudine portò a termine un’ enorme inchiesta che portò alla perquisizione di numerose sedi massoniche e all’acquisizione di elenchi con migliaia di iscritti. Ci volle un camion per portare a Roma gli ottocento faldoni dell’inchiesta dopo che Cordova venne esautorato e trasferito. La massoneria si legò al dito questa inchiesta e perseguitò Cordova anno dopo anno, con denunce e querele, l’ultima querela fatta dallo stesso Cordova, oggi 84 enne, contro il Gran massone Bisi che definì la sua inchiesta “una caccia alle streghe” ha portato ad una sua sconfitta.

Non è l’unica querela né azione giudiziaria questa, Cordova ne ha avute altre, come quella contro l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che gli aveva regalato un triciclo e un gioco da tavola per investigatori, invitandolo a prendersi «un po’ di riposo», e contro Vittorio Sgarbi, che lo aveva criticato durante una trasmissione televisiva.

Cordova era chiaramente una scheggia impazzita e non rispondeva a determinate regole, evidentemente, tanto che quando il Csm accolse la sua domanda per la Procura nazionale antimafia, preferendolo a Giovanni Falcone, la sua nomina venne bloccata dal ministro Claudio Martelli.

Insomma, chi tocca la massoneria muore in un modo o nell’altro e tutti se ne guardano bene a nominarla, se non usando il termine “massoneria deviata”. E allora ci si chiede, se si tratta di gente deviata, perché non si rendono pubblici gli elenchi ? Perché solo ora il Goi ha espulso coloro che hanno in qualche modo aiutato Messina Denaro ? Se si vuole davvero combattere la mafia (ma chi lo vuol davvero fare ?) e questo Governo potrebbe dimostrarlo (e Berlusconi ?) mettendo fuorilegge le associazioni massoniche. Certo, è facile fare un decreto sui rave, è facile togliere il reddito di cittadinanza, è facile non agire sulle morti sul lavoro, è tutto facile quando si tratta di persone deboli, fragili, marginali, ma se si tratta di pezzi grossi ecco che tutti se la fanno sotto. Ma basterebbe, per cominciare  mettere in atto l’articolo 18 della Costituzione (“I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”).