(Tele)Meloni in diretta su Rainews da Gioia Tauro: esplode la polemica

(DI GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Sembra non avere fine la scia di polemiche in Rai sulla questione “Sergio pro Israele”, nel senso dell’ad che ha imposto la riparazione a Mara Venier all’indomani dell’esibizione di Ghali. Dopo la settimana di passione a Sanremo, con i trattori in piazza e le scarpe di John Travolta, ora lo scontro è tutto sulla politica internazionale, con risvolto di cronaca, viste le numerose proteste davanti alle sedi locali della tv pubblica, con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, comprese manganellate e feriti. Episodi culminati in quelli più cruenti di Napoli e Bologna, mentre oggi è previsto un presidio di studenti pro Palestina davanti alla sede centrale di Viale Mazzini, a Roma, dove una decina di giorni fa era andato in scena il sit in di Elly Schlein contro Tele-Meloni.

La decisione solitaria dell’ad Roberto Sergio di far leggere un comunicato in favore di Israele a Mara Venier durante Domenica in per “riequilibrare” lo “stop al genocidio” pronunciato da Ghali sul palco dell’Ariston ha fatto letteralmente esplodere l’azienda, dal vertice (con la dura presa di distanza della presidente Marinella Soldi in rotta di collisione con Sergio, ma pure col gelido silenzio del dg Giampaolo Rossi) fino alle redazioni di programmi, tg e sedi regionali, con un malcontento che forse covava da mesi e ora è esploso su Gaza. Basti vedere, ad esempio, il durissimo comunicato di ieri del Cdr della direzione approfondimenti, sottoscritto anche da Rainews. “La Rai che sogniamo non risponde ai diktat dei governi, né quello italiano né tanto meno quelli stranieri. Non è proprietà dei suoi alti dirigenti, di ministri o partiti politici. Non accetta reprimende, censure, tirate d’orecchie”, si legge nella nota. E ancora: “La Rai non ha bisogno di essere difesa da un cordone di polizia in tenuta antisommossa”. Si evidenzia inoltre come “tutti abbiano diritto di manifestare il proprio pensiero” e di come “non esistono parole vietate”, e questo “vale anche per la guerra, perché il racconto del conflitto non può essere dettato dalla collocazione internazionale del nostro Paese”.

Comunicato arrivato, tra l’altro, dopo che il direttore di Rainews Paolo Petrecca ha deciso di trasmettere per intero l’intervento di Giorgia Meloni da Gioia Tauro, come già accaduto in passato, ma su questo torneremo più avanti. Gli “approfondimenti” contano 120 giornalisti nei vari programmi d’informazione, da Agorà a Report, da Far West a Presadiretta, sotto la guida di Paolo Corsini (vicino a FdI).

Dal settimo piano non parla nessuno, ma la sensazione che si ha è che la vicenda stia provocando grande amarezza, ma anche che, con qualche accortezza in più, poteva essere gestita meglio. Non ha poi giovato quel messaggio tramite sms alle sedi regionali di “dare una breve notizia nei tg sulle manifestazioni di protesta ma senza girare immagini”. Notizia rivelata dal Fatto che ha provocato un’interrogazione in Vigilanza da parte di Verdi-Sinistra. Anche se poi, si fa notare in Rai, “le notizie sulle proteste i nostri telegiornali le stanno dando tutte”. Ieri, intanto, scritte con insulti sono comparse all’ingresso della sede Rai di Terni. Dove un comunicato del cdr ha espresso “preoccupazione per l’incolumità di cronisti e dipendenti”, ma al contempo spiega come “non ci appartengono scelte di campo che la dirigenza aziendale ha espresso con la pretesa, sbagliata, di interpretare il pensiero di tutti”.

Ma torniamo all’ultima “petreccata”. Paolo Petrecca è il direttore di Rainews targato Meloni che nel maggio 2023 trasmise per intero il comizio della premier a Catania per la campagna del candidato del centrodestra Enrico Trantino, tanto che pure Salvini e Tajani s’infuriarono, generando polemiche a non finire anche dentro l’azienda ma soprattutto a livello politico. Ieri c’è ricascato. Nonostante ci fossero notizie come la morte del dissidente russo Navalny e i 3 operai deceduti nel cantiere Esselunga a Firenze, Rainews alle 13 ha mandato in onda per intero l’intervento di Meloni a Gioia Tauro, in Calabria, dove, insieme al governatore Roberto Occhiuto e al ministro Raffaele Fitto, è stato firmato l’accordo per il “fondo di sviluppo e coesione”: oltre 27 minuti di discorso della premier “live” e senza interruzioni. E poi dicono che non è TeleMeloni…