Torano non è più “zona rossa”: finita l’azione punitiva della Santelli

Dalla mezzanotte di oggi, Torano non è più “zona rossa”. Lo ha comunicato la Regione Calabria riaprendo così l’ultimo Comune che era stato blindato a seguito dell’epidemia da Covid-19 che ha investito la Calabria.

La “punizione” della capra che sta alla Regione, dunque, è finita dopo giorni e giorni di proteste anche vibrate da parte del sindaco Lucio Franco Raimondo, che non aveva avuto certo remore a cantare la “pampina” alla Santelli (http://www.iacchite.blog/torano-il-sindaco-protesta-per-la-zona-rossa-e-avverte-la-santelli-azione-punitiva-ma-non-siamo-fessi/). In estrema sintesi, il sindaco affermava che non aveva senso lasciare aperta Villa Torano, fonte del contagio ma di proprietà degli amici politici catanzaresi di Jole Santelli (Claudio Parente e Massimé Poggi) e chiudere invece il paese. E così, dopo giorni di sacrosante proteste, la capra ha abbassato la testa e ha “liberato” Torano dopo aver fatto pagare ai cittadini per almeno dieci giorni i più che giusti “vaffa” generali (con tanto di accuse che, purtroppo, sono finite nel nulla della procura corrotta di Cosenza) nei confronti dei due truffatori che gestiscono la Rsa del contagio.

Intanto, proprio ieri, nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, è morta una donna di 94 anni che era stata degente della casa di cura “Villa Torano”. Salgono dunque a 5 gli ospiti della Rsa degli amici di Jole Santelli che sono deceduti.

La situazione rispetto a degenti e personale contagiati dal virus è raccontata in un report riservato trasmesso alla Regione dal direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza, Mario Marino. Al momento tra i pazienti di “Villa Torano” vi sarebbero 16 positivi, 30 negativi e complessivamente 5 deceduti. Tra gli operatori della struttura, invece, i positivi sarebbero 21, i contatti a loro collegati 15 e sempre positivi mentre i negativi risulterebbero 18.

La relazione dell’Asp sarà nelle prossime ore acquisita dalla procura di Cosenza, che ha aperto un’inchiesta per epidemia ed omicidio colposo a carico del direttore sanitario e dell’amministratore della casa di cura privata, Luigi Pansini e Massimo Poggi Madarena. Le indagini vengono condotte dai carabinieri del Nas.