Tridico, il pm al servizio di Occhiuto

Il pm Tridico

Il 20 luglio 2016 – giusto un anno fa – l’avvocato Paolini si presenta in procura e bussa alla porta del dottor Tridico.

Toc, toc, c’è permesso?

Avanti risponde Tridico.

Buongiorno dottor Tridico, volevo notiziarla in merito ad un reato avvenuto durante l’ultima tornata elettorale, dice Paolini.

Prego, si accomodi, di cosa si tratta?

Di voto di scambio.

Ha qualche elemento per affermare questo?

Certo, risponde Paolini.

Mi dica allora.

Paolini si accomoda e inizia il suo racconto.

Oltre al Pm Tridico ad ascoltarlo c’è pure il nuovo procuratore di Cosenza il dottor Spagnuolo. Paolini racconta di aver assistito, davanti ad un seggio, alla compravendita di voti.

Racconta di un signore che senza curarsi neanche di nascondere le apparenze, elargiva denaro a diverse persone che si recavano alle urne. Notata la scena, Paolini, chiedeva l’intervento dei due poliziotti in servizio presso il seggio, i quali, dopo aver ascoltato le parole di Paolini, invece di intervenire si giravano dall’altra parte facendo finta di niente.

A questo racconto Paolini aggiunge queste considerazioni: “Tutti sanno che in alcuni casi c’è stata una compravendita di voti, in altri si è assistito alla apparente sparizione di alcune schede, in altre alla difformità della registrazione dell’espressione di voto rispetto al verbale degli scrutatori. Se si dovesse fare un nuovo conteggio o una verifica potrebbe cambiare la composizione del Consiglio”. 

Il dottor Tridico verbalizza. Paolini saluta. E la Giustizia si mette in moto. Almeno così dovrebbe essere.

Ma quando c’è Tridico per lo mezzo, nulla è come appare. Quello che potrebbe sembrare un normale colloquio con un cittadino che sporge una denuncia, potrebbe celare altri scopi. Infatti, qualcuno che vuole bene a Paolini deve avergli suggerito, vista la malaparata che qualcuno gli sta preparando, di fare questo passo e presentarsi in procura e anticipare alcune mosse che il dottor Tridico da tempo sta mettendo in campo contro di lui.

Mario Occhiuto e Dario Granieri
Mario Occhiuto e Dario Granieri

In pratica, Tridico, che tutto fa tranne che perseguire corrotti e mafiosi, è da tempo che tiene d’occhio tutto quello che fa e ruota attorno a Paolini, aspettando il momento giusto per intervenire e riferirgli da un punto di forza, a ‘mmasciata che Occhiuto gli ha mandato. Occasione che presto arriverà, e la vedremo. Ma andiamo per ordine.

Tridico, che si sa essere sodale di Occhiuto, nonchè insabbiatore di ogni notizia di reato che interessa l’amministrazione, riceve mandato dal sindaco di batostiare Paolini che in campagna elettorale, e non solo, gli ha creato non pochi problemi. Occhiuto vuole vendicarsi di tutte le denunce che Paolini ha fatto su di lui, e chiede ai suoi sodali in tribunale di mandare un segnale forte allo stesso.

Come a dire: guarda che se continui a parlare “male” di me, sappi che ce n’è pure per te (e lo vedremo). Perciò chiudiamola qui altrimenti finisce malamente per tutti. Ma non è solo per vendetta che agisce Occhiuto. La sua è una strategia che da tempo sta mettendo in campo per fermare le inchieste a suo carico, con l’aiuto dei suoi sodali in procura e non solo.

Un disegno criminale che sta dando i suoi frutti. Con questa tattica è riuscito ad appattarsi e a far insabbiare l’inchiesta della DDA di Catanzaro sul voto di scambio politico mafioso a Cosenza, dove Maruzzu  è chiamato in causa da diversi pentiti.

Enzo Paolini e Mario Occhiuto
Enzo Paolini e Mario Occhiuto

Come ha fatto ad appattarsi? Semplice da noi, visto che non esiste politico che non abbia scheletri nell’armadio: con la chiamata in correità del deputato mafioso del PD affiliato alla cosca Muto a bilanciare le responsabilità di entrambi gli schieramenti negli accordi mafiosi. Come a dire: se procedete contro di me dovete procedere anche contro il PD, perciò è meglio per tutti che ci appattiamo, uno a uno palla al centro.

Ed anche in questa storia, di cui è protagonista indiscusso Tridico, che sto per raccontarvi, il messaggio di Maruzzo, per chi non si ferma alle apparenze è chiaro: se qualcuno in procura di Cosenza che non è mio sodale vuole mettermi i bastoni tra le ruote, sappia che anche io posso fare altrettanto.

Come ce li avete voi gli amici in procura anche io, senz’offesa per nessuno, sono ancora apparanzato pesante in quel posto.  A conferma di ciò, cioè che Occhiuto ordina e Tridico esegue, esiste il fatto che da tempo il Pm Tridico aveva messo sotto osservazione la segreteria politica di Paolini durante l’ultima campagna elettorale di via Montesanto.

Prima ancora dello sbianco che portò agli avvisi di garanzia agli ex consiglieri comunali Giuseppe Mazzuca e Roberto Sacco per la storia delle deleghe taroccate.

paoliniDa tempo, quindi, Tridico aveva incaricato i carabinieri di tenere d’occhio la segreteria politica di Paolini. E i carabinieri si appostano. Monitorizzano il traffico di gente che entra ed esce in quei giorni dalla segreteria.

Fotografano tutto e tutti, e producono un bel dossier sulla presenza costante di alcuni pregiudicati proprio negli uffici della segreteria politica di Paolini. Di più, seguono il Paolini anche nei comizi in città, e fotografano anche in quei contesti la presenza di alcuni pregiudicati già condannati per associazione mafiosa che si occupano della logistica.

pseGli stessi carabinieri attraverso i loro informatori rimettono in circolazione la storia dell’incendio della sede del PSE a via Popilia. Voci che raccontano di un accordo non mantenuto tra Paolini e pezzi di mala locale stipulato durante le elezioni regionali.

Un mancato pagamento da parte di Paolini, insomma. E mentre Tridico lavora alacremente alla costruzione del dossier, arriva l’occasione che gli facilita l’opera e pone al di sopra di ogni sospetto la faziosità della sua inchiesta su Paolini. Come si dice : la fortuna aiuta gli audaci. E si sa che Tridico è un audace.

Sul finire di maggio a pochi giorno dal voto un incaricato di Paolini si fa sgamare con deleghe taroccate di cittadini stranieri. Una manna per Tridico che può così giustificare il suo operato. Di cui, nel frattempo, ne è venuto a conoscenza Paolini che, capita l’antifona, suggerito da qualcuno che gli vuole bene, corre ai ripari. E lo fa recandosi spontaneamente, come ho scritto all’inizio, dal dottor Tridico, per raccontare i voti comprati dagli altri. Una mossa che a Cosenza si può riassumere con un modo di dire: mettere le mani avanti.

Denunciare gli altri per poter dire, qualora qualcuno lo incolpi di aver anche lui comprato voti dalla mafia, è solo una vendetta contro di me che ho denunciato per primo. E qui la storia si fa seria.

GdD

1 – (continua)

P.s. per il dottor Tridico: se è interessato ai miei guadagni può rivolgersi al mio commercialista. Sono da 18 mesi a tutti gli effetti un lavoratore stipendiato da Google Adsense. Se non sa che cosa è, trovi qualcuno che glielo spieghi. Ci sentiamo domani.