Tropea. ‘Ndrangheta e turismo, i diavoli di Malebranche e la “preziosa” carta (igienica) del Rocca Nettuno

Leggendo le carte dell’operazione Olimpo  condotta da Gratteri più che i criminali spietati del Padrino di Frank Coppola vengono in mente i diavoli di Malebranche della Divina Commedia di Dante.

Dispettosi, infidi, subdoli, intrallazzatori, traditori, falsi. A leggere le varie intercettazioni il pensiero vola alle rime di Dante nel descrivere i vari personaggi: Tra’ ti avante, Alichino e Calcabrina,/ comincio’ elli  a dire,” e tu, Cagnazzo;/ e Barbariccia guidi la decina./ Libicocco vengn’oltre e Draghignazzo,/ Ciriatto sannuto e Graffiacanre/ e Farfarello e Rubicante pazzo.

Dall’ordinanza dell’inchiesta Olimpo viene confermata una struttura orizzontale che controlla tutto il territorio del Vibonese e possiamo desumere che la situazione sia simile in tutta la Calabria. Nella premessa dell’ordinanza si sottolinea la divisione in: “… decine di ‘ndrine e locali facendo luce sulla loro composizione, le funzioni, i livelli gerarchici e l’adesione alle regole formali proprie del cosiddetto “ CRIMINE DI POLSI”. E ancora più avanti: “… tra i  numerosi Locali d’’ndrangheta individuati nell’ambito del  citato provvedimento, il GIP di Catanzaro certifica l’esistenza e l’operatività della Locale di Limbadi e Nicotera e delle ‘ndrine di Tropea, Ricadi, Parghelia, al cui interno è stata documentata la partecipazione con ruoli diversi delle famiglie Mancuso e La Rosa, e dei rispettivi accoliti”.

In pratica viene confermata una organizzazione orizzontale con decine di famiglie che controllano il territorio con un ruolo predominante da parte di Luigi Mancuso  sull’intero territorio provinciale, il ruolo dei La Rosa nell’hinterland di Tropea e il ruolo criminale di Diego Mancuso, esponente di spicco della nuova articolazione “imbroglia” – in vibonese ‘mbrogghia – che però rimane sempre all’interno della famiglia. La suddivisione territoriale non è però rigida, spesso ci sono delle invasioni di campo, nascono litigi, discussioni, a cui spesso vengono chiamati i vertici a mediare e a sbrogliare la matassa Un vero esercito di diavoli di malebranche dispettosi, impenitenti, falsi e bugiardi. In quest’articolo ci fermiamo a questo livello con episodi coloriti che descrivono bene un mondo fatto di crudeltà, violenza, ma anche di episodi surreali e “comici”.  Le stesse vittime dei soprusi a volte sembrano accettare consapevolmente la sorte avversa consolandosi di presunti vantaggi economici e concorrenziali. Vi riportiamo alcuni episodi significativi riportando parte dell’ordinanza Olimpo.

Leggendo le carte dell’operazione Olimpo  condotta da Gratteri  più che i criminali spietati del Padrino di Frank Coppola  vengono in mente  i diavoli dei malebranche della divina Commedia di Dante. Dispettosi, infidi, subdoli, intrallazzatori, traditori, litigiosi. A leggere le varie intercettazioni il pensiero vola alle rime di Dante nel descrivere i vari personaggi : Tra’ ti avante,Alichino e Calcabrina,/ comincio’ elli  a dire,” e tu, Cagnazzo;/ e Barbariccia guidi la decina./ Libicocco vengn’oltre e Draghignazzo,/ Ciriatto sannuto e Graffiacanre/ e Farfarello e Rubicante pazzo.

– TROPEA: UN BORGO  DI MORBIDEZZA

Tra le  tante intercettazioni della famiglia La Rosa questa è quella piu’ surreale e fantastica. I fratelli La Rosa si interrogano sul comportamento di un imprenditore locale che aveva pagato poco e aveva portato i soldi ad un certo Ruzzu. Una dei fratelli, Tonino:uno di Rocca… e ogni anno ce li…glieli dava ad Alessandro… o  a te… mò perché glieli ha dati a Ruzzu ?”. L’altro fratello, Francesco: “ha detto… io ho fatturato centomila euro… ha detto… fa il furbo ogni volta questo… eh..”. Tonino: “siete rimasti il cinque per cento… il cinque per cento sono cinquemila…perché adesso glieli ha portato a Ruzzu ? Ogni anno ce li portava  a noi…” . Francesco: “ non capisco… non capisco”. La conversazione continua con questo dilemma del perché ha portato i soldi a questo Ruzzu (tale Giofrè) e se il presunto fatturato di centomila euro sia da considerarsgiusto oppure l’imprenditore fa il furbo e casomai fattura in nero. Fino ad arrivare a scoprire la natura del prodotto. Tonino: “ha parlato con me, che quest’anno gli fa poco…”, Francesco: “Centomila euro…”. Tonino: ”Centomila euro di carta, non è che vendo oro”. Francesco:”carta igienica”. Tonino: “carta igienica lo sai quant’è? L’ha riempita Tropea con centomila euro d carta… quanto ne porta lì non le porta in tutta Tropea”.  Eh sì, perché stavano parlando della carta igienica che l’imprenditore vendeva all’Hotel Rocca Nettuno, uno dei più grandi  di Tropea. Infatti loro stessi constatano che si è consumata più carta igienica nell‘hotel che in tutta Tropea. In una conversazione successiva gli stessi fratelli La Rosa si prefiggono di far vendere la carta igienica ad una nuova struttura, la Thui Sensimar a Ricadi.

– PARENTI SERPENTI !

E che sia tutto un manicomio lo riconoscono i fratelli La Rosa stessi su un altro episodio dove si litigano due parenti per un presunto credito di 2000 euro. Il litigio va avanti da tempo tra una presunta estorsione per dei lavori fatti nel comune di Briatico e per un presunto noleggio di un ponteggio. La famiglia La Rosa non ne può più. In una delle tante conversazioni si ascolta Domenico La Rosa, il padre dei fratelli, esclamare: “Una parola sola gli devi dire e basta… eh, se la vedono loro”. Il figlio Francesco: “gli dico “senti sono venuti da me se potete evitare di litigare… dopo sono fatti vostri… “. Tonino: “Gli dici “senti è paesano tuo ed è giusto che vela vediate voi… se vi potete di avere litigi… ma io non ne posso prendere e non ne posso prendere perché é una cosa vostra. Regolatevi voi! E qua siamo diventati come i così… noi ci dobbiamo prendere tutte ‘ste cose… chi viene a destra… chi viene a sinistra… chi viene di qua… chi viene di là… Eh se glielo dico… lascia che lo dico a quel ragazzo… andiamo qui dietro… andiamo un minuto… andiamo qui dietro che glielo dico al genero dove devono andare…che vanno da soli… alla campagna“.

–  CHI PRIMA ARRIVA PRIMA PRENDE!

Sempre in un altro episodio La Rosa Antonino riferisce ad un certo Giofrè Gregorio che i gemelli Melluso erano arrabbiati perché Barbieri (Ciccio) si era intromesso nella loro area di riferimento. (“erano venuti quei ragazzi di Briatico..i gemelli… sono incazzati.. Ciccio si è preso i soldi e non glieli ha dati“. Il La Rosa riferiva quindi di aver invitato i fratelli Melluso a parlare direttamente con Ciccio (“gli ho detto io l’importante è che lasciate stare la ditta”.)

 4) OVA E BIRRA

Ruzzu:ieri l’ho cazziato a coso… gli ho detto: “a Raffaele… che cazzo stai facendo!…”no! – mi ha detto – che mo te lo dico io qua… che portano tutto quello che vogliono… che mi hanno cacciato le uova, mi hanno cacciato la birra, mi hanno cacciato il vino -mi ha detto… “. Tonino: “dove qua sotto?…” Ruzzu:ah!… Raffaele, ma un cazzo di scemo sei diventato- gli ho detto io- non prendi e gli metti diecimila euro..” Mi ha detto: “se li vuole glieli mando lo stesso.. però ti devo raccontare il fatto com’è – mi ha detto- gli ho detto io: “come, com’è… gli ho detto io” vedi che gli viene quello… con la scusa delle uova e mó porta birre… “.

La storia non finisce qui, in pratica il commerciante  Raffaele, fornitore dell’hotel Rocca Nettuno, si giustifica con Carlo Giofrè (U Ruzzu) affermando che aveva lavorato di meno perché la fornitura di uova è birra era stata data ad un altro imprenditore e che per questo non poteva pagare 10 mila euro di tangente. Il Giofrè riferisce al Raffaele del rammarico di Antonio La Rosa per il suo comportamento perché nel corso della stagione più volte il Giofrè si era recato dall’imprenditore per sincerarsi del fatto che lo stessero chiamando per la fornitura, al fine di scongiurare una sua esclusione, e che tale verifica aveva sortito esito positivo. Tra tira e molla, tra appuntamenti mancati e altri rinviati, la storia finisce con il pagamento finale della tangente e con la promessa di Tonino La Rosa al Raffaele: “ho capito, ho capito!… Mó gli cacciamo…”.

5) BOTTE DA ORBI

Certi Salvatore Muggeri e Saverio Prostamo, dipendenti del Thui Magic come guardiani, dove sono stati assunti dietro le pressioni dei fratelli Stillitani (e indagati per questo del reato di estorsione), un bel giorno bloccano un pullman del tour operator “Destinazione Calabria” di Vincenzo Calafati che assicurava alla Tui i transfer  del personale dalla località Pineta mare al villaggio stesso.

L’autista del pullman contattava Calafati e, alla presenza di Muggeri e Prostamo, gli diceva di andare direttamente sul posto, riferiva altresì che i due individui, dopo averlo pestato, si erano impossessati delle chiavi dell’autobus.

L’autista:ha detto che sono amici tuoi e di andare là!… A me mi hanno bloccato e non mi fanno partire, non lo so!”…. Muggeri (in ambiente): (digli che lo sa lui! che mi ha Cacao il cazzo!…), l’autista: ah Enzo, non lo capisci che qui mi hanno detto che non devo venire più!… Calafati:eh è adesso vattene, eh eh“, Autista:non lo capisci? Ci sono due signori che mi hanno pestato!“-. Calafati: “eh allora vattene, metti in moto e vattene! Eh… non è che… non ti preoccupare! “. Autista:ehh… non me le danno le chiavi del mezzo, come me ne vado?“. Calafati: “ti hanno preso la chiave… la chiave del pullman? “. Autista:si, mi hanno preso la chiave, si!“. Calafati:va bene, va bene. Adesso vengo!”.

Una vitaccia. L’episodio è l’acme di uno scontro tra Muggeri e Prostamo e il direttore del villaggio Tui. I due guardiani premono per avere anche il servizio di transfert e di facchinaggio nel villaggio. Da qui il reato di estorsione e di violenza privata con l’aggravante mafiosa verso il direttore del villaggio. In questa vicenda nessun addebito viene rivolto dai magistrati a Vincenzo Calafati.

Così come negli episodi precedenti nessun addebito viene rivolto nei confronti del commerciante Raffaele, cosi’ come in quello della carta igienica e all’imprenditore sottoposto dai due parenti alla richiesta della mazzetta di 2 mila euro per i lavori effettuati. Come si legge nell’ordinanza: “sono vittime di estorsioni e condotte finalizzate a procurare un ingiusto profitto alle cosche di appartenenza con l’aggravante del metodo mafioso”.

Detto questo, concludiamo con le parole della premessa  dell’ordinanza: ”… Delineata l’incisività degli assetti di ‘ndrangheta insediati nel territorio, le indagini hanno, poi, documentato come sia divenuto vantaggioso, dalla prospettiva degli imprenditori, affrancarsi dal ruolo di vittima e percorrere la strategia dell’ utile, assecondando gli interessi della criminalità organizzata e mutando così un guadagno in termini di garanzia di occupazioni e forniture sottratte alla regola della concorrenza. La logica dell’utile, quindi, trova supporto in un sistema di corruttela diffuso e di derive istituzionali in grado di incidere profondamente sull’azione dell’amministrazione pubblica, condizionandone l’operato in funzione di una apparente “efficienza” scevra, però dai principi di legalità, imparzialità e trasparenza”. In sintesi: Tutti gridaron: Vada Malacorda! Per ch’un si mosse- e li altri stettero fermi..