Vivevano in auto da 7 giorni, la famiglia di via Rivocati trova alternativa alla strada

Poche ore dopo il nostro articolo sulla famiglia di via Rivocati che, ormai da sette giorni, viveva nella propria auto, sono sopraggiunte le Forze dell’ordine e alcuni incaricati dei servizi sociali.

La soluzione proposta alla famiglia è stata quella di dare ospitalità alla madre insieme ai due figli minorenni presso l’Istituto delle Vergini e al padre nell’ex Oasi Francescana. Tuttavia un’altra famiglia conoscente si è fatta avanti, concedendo di ospitare la famiglia di via Rivocati per questa notte, nella propria abitazione.

Domani la famiglia è stata convocata presso l’ufficio della dottoressa Misasi per trovare una soluzione definitiva al problema. L’emergenza comunque è scongiurata.

Vogliamo sottolineare che, nella nostra verifica di questa mattina, non ci siamo curati minimamente di sapere di che nazionalità fosse la famiglia, da dove provenisse e se fosse stata beneficiaria o no del contributo ai rom, ecc. Non abbiamo chiesto documenti, non tocca a noi farlo. Quello che abbiamo voluto mettere in evidenza è l’emergenza di una famiglia con due bimbi piccoli che non ha dimora e vive in un’auto.

I veri protagonisti sono proprio loro, i piccoli figli. Indipendentemente dal fatto che siano stranieri o no, non è concepibile che trascorrano notti in strada. L’amministrazione ha il dovere di vigilare ed evitare che accada ciò, anche se non sono italiani (come ha fatto questa sera).

In una società civile ed avanzata nessuno può essere escluso, tutti siamo essere umani e chi di competenza ha il dovere d’intervenire e togliere dalla strada due minorenni.

Contrari o favorevoli a quanto vi abbiamo mostrato, i bambini sono anime innocenti e non meritano di vivere una vita di povertà e di miseria, qualunque sia la loro nazionalità e qualunque sia la colpa o la mancanza dei loro genitori.

V.M.