Why Not, i soldi a San Marino e la truffa del colonnello della Finanza

I tempi ormai sono maturi. Dopo l’ufficialità della candidatura di Luigi De Magistris alla presidenza della Regione Calabria, è tempo di ripercorrere la strada delle sue inchieste che hanno scritto la vera storia della massomafia calabrese e che ovviamente vengono viste come il fumo negli occhi dal sistema di potere che ancora comanda indisturbato e dai media di regime, che allora reagirono compatti contro il magistrato napoletano per rispondere agli ordini dei politici corrotti e massomafiosi. Stiamo ripubblicando tutti gli atti conosciuti e pubblici (molti dei quali sono stati e sono ancora “tabù” per i media di regime al soldo della massomafia e dei servizi segreti) di quella inchiesta – Why Not – neutralizzata dalla magistratura corrotta che ci dice la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità sulla massomafia che ci ammorba da trent’anni. 

A far scattare le indagini, la testimonianza di Caterina Merante, un tempo stretta collaboratrice di Antonio Saladino, il faccendiere che si pone come imprenditore di riferimento per tutta la malapolitica corrotta. La donna ricostruisce la fitta rete di attività, contatti, interessi e obiettivi dell’imprenditore, parlando di una sorta di task force capace di orientare appalti e finanziamenti pubblici, soprattutto quelli della Regione Calabria, di ottenere favori dai politici a tutti i livelli ricambiando con assunzioni dirette e indirette (in pratica, la galassia delle aziende riconducibili a Saladino avrebbe monopolizzato le assunzioni dei precari alla Regione Calabria). Pratiche che, secondo De Magistris, sarebbero state portate avanti in «simbiosi» con i governi regionali di entrambi gli schieramenti.

Dopo avere trattato della deposizione della Merante, si passa all’esame di una serie di intercettazioni che vengono definite di “interesse operativo”.

Il giorno 9 maggio 2007 alle ore 17,00, in Catanzaro, negli Uffici della Procura della Repubblica, innanzi al Pubblico Ministero Luigi De Magistris… è comparso…

FRANZE’ Giancarlo, nato a Reggio Calabria il 3.9.1959, residente a Lamezia Terme (CZ) alla via Ugo Boccioni n. 17, dirigente di Obiettivo Lavoro.

A.D.R. Ricordo che con l’allora assessore regionale Alberto SARRA, attuale consigliere regionale, facemmo un progetto che aveva ad oggetto, se non ricordo male, la mappatura di uffici regionali. Ricordo che le persone assunte furono quelle segnalateci dal SARRA, da quanto riferitomi da Caterina MERANTE. Finito il progetto ricordo che SARRA voleva continuarlo pur essendo finito. Di fronte all’opposizione mia, andò da SALADINO lamentandosi del mio comportamento ed egli gli disse che sarebbe intervenuto. Intervenne sulla MERANTE la quale anche, ovviamente, si oppose alla prosecuzione di un progetto che era terminato.

A.D.R. I miei rapporti con l’attuale segretario regionale della CISL, Luigi SBARRA, sono stati sempre buoni. Lo stesso diede anche l’ok al mio distacco alla CISL dalla scuola, circa quattro anni fa, quando ancora insegnavo.

A.D.R. Con riferimento alla legge regionale del 2002 ed alla gara successiva un ruolo nella stesura della stessa legge l’ha avuto l’Avv. Antonio PILEGGI, consulente personale di SALADINO sin dall’epoca, poi è divenuto consulente della NEED e, attualmente, è il suo consulente giuridico.

A.D.R. I contatti con i politici furono tenuti da Antonio SALADINO, ed in particolare i riferimenti, con riguardo all’approvazione della legge, erano il presidente della giunta regionale CHIARAVALLOTI, l’assessore regionale alla sanità LUZZO, il capo dell’allora opposizione Nicola ADAMO e l’assessore regionale Pino GENTILE.

A.D.R. Alla regione la parte esecutiva e tecnica del bando fu curata da Pasquale ANASTASI ed Aldo CURTO. Questi due furono anche componenti, insieme ad una donna della quale adesso non ricordo il nome, della commissione di gara.

A.D.R. Con riferimento al bando prima citato l’offerta tecnica ed economica fu preparata da MARRA con il mio ausilio riguardo la parte di Obiettivo Lavoro. E’ possibile che un ruolo lo abbia potuto avere anche TEAM SERVICE.

A.D.R. Con riferimento a San Marino mi ricordo che un giorno Pietro MACRI’ mi invitò ad investire il denaro in San Marino. In particolare, mi disse che sarebbe stato conveniente sia investire direttamente il denaro che creare ivi una o più società. Gli dissi che non ero interessato. Mi fece capire, chiaramente, che egli era ben a conoscenza dei meccanismi e che investiva anche lui in quella località. A proposito di San Marino mi viene anche in mente che, durante un meeting di Comunione e Liberazione, nel 2005 o nel 2004, conobbi tale GOZI che mi fu presentato da Antonio SALADINO. Quest’ultimo mi disse che era un dirigente della Comunità Europea e che era uno strettissimo collaboratore dell’allora presidente dell’unione europea Romano PRODI. SALADINO a quel tempo, che frequentava gli ambienti riferibili a San Marino, mi disse che, unitamente al GOZI, stavano preparando il cd. Progetto Euromediterraneo che avrebbe dovuto studiare la regolarizzazione dei flussi migratori dal nord-Africa.

A.D.R. Mi consta, soprattutto per quanto riferitomi dalla MERANTE, che SALADINO chiese a WHYNOT ed in particolare alla MERANTE di concedere 100.000 euro ad Enza BRUNO BOSSIO che ne aveva bisogno. La stessa ci avrebbe poi ricompensato inserendoci in alcuni progetti. SALADINO fu l’artefice dell’operazione tanto è vero che nella contabilità della CM SISTEMI risulta la somma di 100.000 euro con la dicitura, se non erro, analisi sorveglianza idraulica. In realtà, mai nessuna attività di questo tipo è stata espletata. La GAUDENZI, di CM, ha chiesto più volte che fosse consegnata questa somma dal momento che era stata contabilizzata. Ci siamo rifiutati a portare avanti questa operazione illegale in quanto nessuna prestazione era stata espletata e non vi era alcun motivo per dare del denaro alla BRUNO BOSSIO.

A.D.R. Ho visto che, con il passare degli anni, Antonio SALADINO ha stretto rapporti sempre più stretti con persone ai vertici delle forze dell’ordine. In particolare, ricordo con un colonnello della Guardia di Finanza, del quale non mi viene in mente il nominativo, che una volta venne presso gli uffici della NEED, unitamente ad Antonietta MAGNO, per proporci un progetto, che in realtà era una vera e propria truffa. Ci offrirono di acquistare una società, la ISET, che non valeva nulla. Ci opponemmo, io e la MERANTE, e non si fece più nulla.

A.D.R. Con riferimento alla trattativa con la società ISET mi sono anche recato in Roma ove ho avuto un incontro con Antonietta MAGNO e con due incaricati della società.