Catanzaro, i concorsi “creativi” all’ospedale Pugliese-Ciaccio e l’assunzione della sorella della dirigente delle Risorse Umane

«Dentro l’ospedale substrato omertoso»: così si è recentemente espressa la Corte dei Conti nella valutazione dell’ennesimo danno erariale consumato all’interno del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.

E’ tombale il giudizio del pubblico ministero della Procura della Corte dei Conti, Gianpiero Madeo, quando riferendosi al metodo del Pugliese-Ciaccio aggiunge: «(…)intenzionalmente scelto di tacere perché condizionati dalla paura o probabilmente da quel sentimento di indifferenza, omertà, disinteresse, rinuncia, accondiscendenza con il crimine, quieto vivere che spesso connota la condotta di chi si gira dall’altra parte senza far nulla, in particolare, quando sono in discussione interessi pubblici e non privatistici». In conclusione: «Tutti sapevano, ma nessuno ha fatto niente».

Il “sistema” si arricchisce quasi quotidianamente di nuove avventure e la certificazione della Corte dei Conti è solo una goccia nel mare di una criminalità sanitaria organizzata, parallela ed organica che opera e produce su un presupposto di impunità e di complicità con la massomafia e con la politica corrotta. Sono i famosi “colletti bianchi”, amati e protetti dalla nuova riforma Cartabia, che con il vincolo dell’improcedibilità li metterà definitivamente al riparo dalla legge, con l’aggiunta ancora più grave dell’oscuramento perpetuo delle malefatte. Se questo è il percorso storico e futuro ormai tracciato, la denuncia della Corte dei Conti resta un esercizio dialettico, che per quanto autentico ed originale non produce e non produrrà effetti di ordine penale, visto che la giustizia si ferma su una riforma discutibile e, su complicità e connivenze strutturali nella magistratura odierna. Il cittadino comune è vittima e la giustizia disarmata.

Questa triste realtà diventa ancora più vergognosa quando la si legge nel panorama della sanità, dove la città di Catanzaro riconosciuta come il regno della massomafia riesce a fare scuola, tanto che le strutture territoriali delle Asp e delle aziende ospedaliere diventano laboratori creativi di criminalità e di corruzione. Non parliamo di eccezione, ma di una conferma più autentica in un panorama regionale di imbrogli e di mazzette che sono la vera essenza della gestione della sanità regionale.

La scuola catanzarese ha nel Pugliese-Ciaccio la sua accademia, tanto che la puntualizzazione della magistratura contabile non è una discriminante, quanto una conferma, come già detto: conosciuta da tutti!

Fra le mura impenetrabili alla giustizia del Pugliese-Ciaccio tutto avviene con semplicità rispondendo ad un decalogo consolidato e rispettato. Le carriere, le promozioni, le posizioni organizzative, i primariati ed anche le assunzioni avvengono secondo due discriminanti: le non meglio qualificate capacità di letto – gli amori clandestini sbocciati in emergenza-urgenza nei reparti – o per l’adesione ad obbedienze, sette o associazioni che Nicola Gratteri qualifica come il braccio pubblicistico della massomafia criminale. Tutto risponde ad una regola, quella ormai consolidata nella sanità calabrese.

Avviene così, sempre con una semplicità disarmata, che il giorno 6 giugno 2022 con delibera 486 firmata dal commissario straordinario Francesco Procopio, l’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio assume 2 Assistenti Amministrativi con l’utilizzo della “graduatoria” del concorso già espletato. Diciamo pure tutto normale se non ci fossero alcuni segnali strani, di ordine personale e ad orologeria: il primo l’astensione della dirigente responsabile della struttura Risorse Umane, la dottoressa Laura Fondacaro e la tempistica postdatata che premia i due fortunati, che vengono assunti per “turnover”.

La storia che è scritta sul concorso bandito dal Pugliese-Ciaccio per l’assunzione di “1 Assistente Amministrativo a tempo indeterminato”, che cercheremo di sintetizzare, è abbastanza eloquente sulla “creatività” che è la regola nell’ospedale di Catanzaro.

La graduatoria definitiva del concorso per 1 Assistente Amministrativo approvata dal Pugliese-Ciaccio vedeva all’origine un vincitore assunto con un punteggio finale di 64,74. Seguiva l’assunzione di altri 11 soggetti in graduatoria, dopo una rinuncia e lo scorrimento arrivava fino alla 13 posizione inclusa su un totale di aventi diritto pari a 70 nominativi utili.

Si procedeva a mettere a disposizione di altre strutture regionali la graduatoria, tanto che successivamente, sempre rispettando i vincoli assunzionali, l’Asp di Reggio Calabria, l’Asp di Catanzaro e l’Asp di Crotone procedevano all’assunzione nelle loro piante organiche delle figure di assistente amministrativo di cui necessitavano, dopo aver registrato una serie di rinunce. Seguiva per ultimo la chiamata dell’Asp di Vibo Valentia per assunzione “a tempo determinato” di personale amministrativo con uso della graduatoria residua, però con vincoli non in linea con quelli assunzionali previsti dal bando di concorso originale.

A questo punto, sempre in linea teorica, l’uso della graduatoria dovrebbe essere completato e la stessa potrebbe restare in piedi solo per le ultime posizioni restanti fino al raggiungimento della 70esima. C’è di più. Sempre secondo la normativa vigente a parità di requisiti assunzionali, dopo la terza rinuncia e tecnicamente questa dovrebbe essere avvenuta, visto che le Asp di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone hanno attinto allo scorrimento registrando le adesioni ed anche le rinunce, il vincolo di prelazione dovrebbe decadere per quanti sono in posizione utile nella parte alta della graduatoria di concorso. Ecco che avviene, come sempre ed in modo semplice, il miracolo del Pugliese-Ciaccio, che con la delibera citata chiama per l’assunzione i candidati rispettivamente al 24° posto, la signora Aloi Concetta e quella al 27° posto, la signora Fondacaro Daniela.

Se le porte della giustizia sono chiuse nel Pugliese-Ciaccio, quelle della vergogna ancora no! Almeno lo speriamo… Si spiega così l’astensione della Dirigente alle Risorse Umane, Laura Fondacaro, peraltro la sorella della “miracolata” Daniela Fondacaro, per come si spiega il perché dal mese di marzo 2022 con la cessazione dal servizio di 2 assistenti amministrativi, si sia arrivati al mese di giugno 2022 per consacrare il miracolo. Tutto ci lascia pensare che l’anello di congiunzione astrale si la nomina di direttore sanitario del dott. Antonio Gallucci e delle sue relazioni familiari ed amicali con la Laura Fondacaro, quelle ascrivibili ad un’altra associazione nascosta della massomafia sanitaria calabrese, la Fidapa di Soverato o se volete, per meglio comprenderci lo specchio nascosto dell’Opus Dei in Calabria. I misteri della sanità continuano nel silenzio di Nicola Gratteri e nella strada sbarrata al colonello Bortoletti, che sarebbe stato scomodo e che nessuno vuole in Calabria.