Cosenza, la città tollerante (per gli amici degli amici)

Più che i parcheggiatori abusivi – per carità, restano sempre un illecito ma che di certo, in una scala di priorità criminali, occupano l’ultimo posto – quello che emerge dal servizio di Striscia come un vero e proprio “allarme”, è la risposta del vigile urbano alla giornalista che alla domanda: come mai non fate niente per i parcheggiatori abusivi, risponde: tolleriamo.

Ecco, in questa parola è racchiusa tutta “l’essenza di una città abituata all’indulgenza” verso chi, in un modo o nell’altro, appartiene ad una di quelle categorie a cui a Cosenza si perdona tutto: malandrini di peso, colletti bianchi, faccendieri, corruttori, masso/mafiosi (giudici, imprenditori, professionisti di ogni ordine e grado) e servitori dello stato infedeli. Per tutti gli altri vige la “la Legge del Taglione”. Infatti la Giustizia a Cosenza, come vi raccontiamo da anni, e come tutti i cosentini onesti sanno, più che generare pace sociale – attraverso l’applicazione del democratico quanto costituzionalmente stabilito “la Legge è uguale per tutti” –  alimenta, invece, un volgare mercato del privilegio dove le sentenze si vendono tanto al chilo. Ovviamente il mercato è riservato a chi se lo può permettere: economicamente, e per appartenenza alla “paranza” degli amici degli amici.

Tolleriamo… è questo il modus operandi della stato nei confronti di chi è ritenuto per collocazione sociale o per conclamate capacità criminali, un intoccabile.

Se appartieni a queste categorie a Cosenza puoi fare quello che vuoi: rubare, truffare, corrompere, frodare, saccheggiare, strozzare, insomma puoi mafiosare come ti pare e piace che nessuno ti dice niente. Puoi addirittura commettere omicidi e farla franca (vedi il caso Bergamini). Del resto è risaputo che a Cosenza in galera di colletti bianchi e intoccabili, non c’è mai finito nessuno. Nonostante i tanti reati consumati alla luce del sole dagli stessi. A conferma di ciò basta guardare le “retate” di Gratteri contro i colletti bianchi: ha promosso blitz in tutta la Calabria, tranne che a Cosenza. Eppure si sa che a Cosenza esiste la masso/mafia più potente d’Italia. Quella delle banche e della finanza che ricicla i grandi proventi del traffico di coca delle ‘ndrine del resto delle provincie calabresi, nonché i grossi capitali truffati allo stato e alla comunità europea. Un giro di affari colossale che accontenta tutti, e lo si capisce dalla presenza di decine e decine di sportelli bancari presenti in una città totalmente priva di attività produttive, e con un tasso di disoccupazione che supera il 60% dei residenti.

La risposta del vigile alla giornalista era la più ovvia. È quello che sono abituati a fare i pubblici ufficiali quando si trovano di fronte a qualcuno che può creargli dei problemi mobilitando gli amici degli amici: voltarsi dall’altra parte, e tollerare, tollerare, tollerare.

Non c’è altro da fare, nessuno osa mettersi contro malandrini e colletti bianchi accriccati. Salvo poi, però, fare i duri con tutti gli altri. Se da un lato i vigili urbani, non osano interferire nei traffici illeciti che avvengono sotto i loro occhi quando questi sono condotti da pezzotti criminali, dall’altro fanno i duri con i deboli. Vedi ad esempio l’intransigenza verso gli ambulanti, i commercianti onesti vessati in ogni modo, i cittadini che non rispettano le regole di civile convivenza, come è giusto che sia, ma dentro un quadro generale di: la legge è uguale per tutti. Non in questa situazione dove paga solo chi non ha santi in paradiso.

Un consiglio lo vogliamo dare al comando dei Vigili Urbani: per debellare l’odioso fenomeno dei parcheggiatori abusivi, magari, mandateci l’ispettore Tavernise, che in quanto a intransigenza verso chi commette reati è famoso: non guarda in faccia nessuno!