Omicidio Bergamini. Fabio Anselmo ringrazia Facciolla e Primicerio: “Donata, ce l’abbiamo fatta!”

L’avvocato di Isabella Internò, Angelo Pugliese, ha terminato la sua arringa intorno alle 12,30. Dietro la porta dell’aula numero 8 al primo piano del Tribunale di Castrovillari, i cronisti hanno potuto ascoltare distintamente le urla quasi isteriche del legale mentre provava quasi disperatamente a uscire dallo stagno nel quale ormai si trova. A sentir lui, l’incidente probatorio nel quale fior di periti e persino la consulente nominata dalla sua stessa assistita, hanno certificato che Denis Bergamini è stato assassinato, non hanno nessun valore. Per lui hanno valore soltanto le testimonianze – false come i soldi del Monopoli – del camionista Pisano e di altri fantomatici personaggi, uno dei quali tirato fuori dal cilindro dell’anima nera di tutte le fasi immediatamente successive all’omicidio, il brigadiere Francesco Barbuscio, ormai passato a miglior vita. Il Gup Fabio Lelio Festa annuncia già dentro l’aula alla fine dell’arringa della difesa che renderà nota la sua decisione alle 14,30. Ed è un segnale oltremodo positivo, che in molti interpretano come l’anticamera del tanto sospirato rinvio a giudizio atteso per 32 interminabili anni ma in modo particolare dal 2009, da quando il caso è ritornato al centro dell’attenzione mediatica ed è stato poi riaperto nel 2011, archiviato nel 2015, riaperto ancora nel 2017 e finalmente approdato alla dignità del processo, negata incredibilmente per tutti questi anni.

Alle 14,25 Angelo Pugliese ritorna in aula con la folta schiera dei suoi collaboratori. Qualcuno li conta: sono esattamente otto, come il numero dell’aula nella quale stanno rientrando. E come il numero della maglia di Denis quando giocava col Cosenza, come fa notare qualcuno, intonando anche le note della “marcetta” con la quale il professor Guido Tersilli (interpretato da un grande Alberto Sordi) inizia il giro delle visite nel celeberrimo film “Il medico della mutua”.

Ancora una mezzoretta di attesa e poi la porta dell’aula si riapre. Il primo a uscire è proprio Pugliese, visibilmente abbattuto. Non serve molto per capire che la sua assistita è stata rinviata a giudizio per omicidio volontario pluriaggravato. A Isabella Internò viene contestata in particolare l’aggravante della “premeditazione, nonché – si legge nel capo di imputazione – di aver agito con crudeltà e per motivi abietti e futili, rappresentati dalla decisione della vittima, non accettata, di aver posto fine al rapporto sentimentale”

Prima udienza il 25 ottobre ma non a Castrovillari, il cui Tribunale non è sede di Corte d’Assise, ma a Cosenza. Pugliese, come al solito, non apre bocca neanche per una dichiarazione di facciata. Muto come un pesce, neanche una frase, neanche un “argomento a piacere” come ironizza qualcuno dalle retrovie dello schieramento dei cronisti.

Tutti cercano Fabio Anselmo, l’avvocato della famiglia Bergamini. Con lui ci sono Andrea Delle Vacche, il figlio di Donata, Guido Delle Vacche, suo padre e l’avvocato Silvia Galeone. Stavolta non ci sono più “riti” da osservare o prudenze di sorta, finalmente si può parlare con una sorta di “liberazione” e in diretta su Sky Sport, quando il cronista Bruno Palermo gli chiede qual è il primo pensiero che gli viene in mente, il legale guarda subito in camera e si rivolge a Donata, la sorella “coraggio” di Denis che purtroppo non può essere presente insieme a lui, sfiancata e stremata da 32 anni di battaglie legali contro una sorta di muro di gomma che sembrava invalicabile.

“Il primo pensiero che mi viene in mente è che purtroppo qui non c’è Donata Bergamini e per me è un grande dispiacere in questa giornata nella quale sto vivendo una grande soddisfazione personale. Sarà un processo di donne: donna è l’imputata, donna è la vittima – Donata -, dopo 32 anni di battaglie per arrivare fino a questo punto, donne le mie collaboratrici Alessandra Pisa e Silvia Galeone, che hanno preso a cuore questa vicenda e che ora possono portare a Donata la notizia che stava aspettando da tanti anni: Isabella Internò è stata rinviata a giudizio per omicidio volontario pluriaggravato”.

L’avvocato Anselmo entra nei dettagli e spiega: “Se siamo arrivati a questo punto, dobbiamo ringraziare il procuratore capo di Castrovillari del 1989 (il legale non ne fa il nome ma si riferisce chiaramente al sostituto Ottavio Abbate, che ha avuto in mano il caso sin dalle prime ore successive all’omicidio, ndr) ma anche il procuratore Eugenio Facciolla, che è riuscito ad ottenere la riapertura del caso e il sostituto Luca Primicerio, che l’ha fatto suo e ha svolto un lavoro immane. Senza Facciolla e Primicerio (il riferimento ad Abbate è chiaramente provocatorio, ndr) non saremmo potuti arrivare dove siamo arrivati oggi. Il giudice ha accettato tutte le nostre richieste, soprattutto quelle di utilizzazione delle intercettazioni telefoniche e del verbale di interrogatorio Internò”.

Anselmo viene sollecitato a parlare dell’incidente probatorio dopo la riesumazione del corpo di Bergamini che ha rappresentato la base della svolta di oggi e afferma: “La glicoforina ha contribuito a risolvere tutti i più grandi cold case degli ultimi anni e professionisti come Fineschi, Turillatto e Introna hanno svolto superperizie fondamentali. Negare che abbiano certezza scientifica equivale a negare la valenza genetica del Dna… Se Isabella Internò avesse detto la verità, tutto questo ci sarebbe stato risparmiato ma non l’ha detta… E non solo lei non ha detto la verità ma anche chi ha scritto i verbali, dove vengono certificate circostanze false che urlano vendetta… E’ per questo che sono qui: è stato scritto il falso e io credo nella giustizia, anche se è stata incredibilmente lenta”.

E’ stanco ed emozionato l’avvocato degli ultimi come lo definiscono in tanti, ma l’ultimo pensiero è ancora per Donata. Guarda ancora in camera e dice quasi con dolcezza: “Donata, ce l’abbiamo fatta!”. E la speranza è che la guerriera di mille battaglie trovi ancora la forza per allontanare gli spettri e ritornare a lottare. Per Denis, per tutta la sua famiglia e un po’ anche per la parte sana della nostra Cosenza. Che oggi è contenta come te, Donata.