Rende, il blitz di Gratteri: sospeso dalla Cisl il sindacalista indagato dalla Dda

Un’accusa pesante: legami con esponenti delle cosche “confederate” attive nell’area urbana. E un provvedimento di arresto sulle spalle: Gianluca Campolongo, dirigente della Fisascat Cisl, è stato posto agli arresti domiciliari dal gip distrettuale, Alfredo Ferraro, su richiesta dei magistrati inquirenti della Dda di Catanzaro. È coinvolto nella operazione “Reset” che ha complessivamente coinvolto 254 persone (202 raggiunte da misure cautelari).
Il sindacalista è stato sospeso dalla Cisl che ha attivato tutte le procedure interne a propria tutela in attesa dell’esito del procedimento giudiziario. Il sindacato, guidato dal responsabile regionale, Tonino Russo, ha espresso fiducia nella magistratura augurandosi che Campolongo possa dimostrare di essere innocente in tempi celeri.
Il materiale indiziario messo insieme dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm Vito Valerio, Corrado Cubellotti e Margherita Saccà, si basa su intercettazioni telefoniche e pedinamenti che dimostrerebbero i rapporti tra l’esponente sindacale ora sospeso e personaggi riconducibili al gruppo guidato a Rende da Adolfo D’Ambrosio.
Secondo i pubblici ministeri il sindacalista avrebbe contribuito agli scopi perseguiti dal gruppo riconducibile al D’Ambrosio e concorrendo nella estorsione ai danni della società “La Cascina Global Service” (https://www.iacchite.blog/cosenza-il-blitz-di-gratteri-coinvolto-anche-il-sindacalista-cisl-gianluca-campolongo-e-accusato-di-estorsione-a-la-cascina/).

Durante un colloquio del 12 novembre 2019 intercettato dagli investigatori e intercorso tra Adolfo D’Ambrosio, Fabiano Ciranno (altro indagato) e Campolongo, quest’ultimo avrebbe manifestato in maniera inequivocabile la sua vicinanza a D’Ambrosio riferendogli di far parte concretamente della sua vera cerchia di amici e di essere colui il quale non l’ha mai abbandonato. Gianluca Campolongo avrebbe anche favorito l’assunzione di Massimo Bertoldi (a sua volta coinvolto nell’inchiesta) e tentato di trovare un’occupazione a Ivan Montualdista, ritenuto vicino a D’Ambrosio.

In un colloquio registrato tra Campolongo e Montualdista quest’ultimo rivela al sindacalista gli accorgimenti utilizzati nell’incontrare Adolfo D’Ambrosio: “Non possiamo girare insieme… non possiamo farci vedere… se ci dobbiamo spostare… uno va avanti e l’altro va dietro… con macchine diverse… se lo fermano con me… subito scatta l’associazione… e lo mandano alla casa di lavoro e a me direttamente la sorveglianza mi danno…”. Campolongo è stato peraltro ripreso e fotografato in compagnia di D’Ambrosio e Montualdista.