Autobus, treno e… Palazzo Salfi: quant’è bella Cosenza!

Le “affettuosità trasportistiche”: dagli autobus al treno, quant’è bella Cosenza!

di Michele Giacomantonio

Italo, il treno privato ad alta velocità, non comprende tra le sue tratte la stazione di Paola e dunque non arriva nemmeno a Cosenza. Tuttavia l’elegante rivista che si trova a bordo dei vagoni e che porta il nome dello stesso treno, nel suo ultimo numero parla di Cosenza, magnificandone la qualità della vita e includendo la nostra città tra le meraviglie di Caserta ed Ercolano. “Cosenza continua la sua trasformazione – spiega l’articolo che porta come accompagnamento le immagini del castello – arte e cultura diventano l’energia elettrica della città dei Bruzi”. Il redattore del pezzo continua raccontando come “accanto alle bellezze antiche, tiri aria di rigenerazione urbana”.
Il richiamo forse è al mostruoso ascensore che spicca come un offensivo corpo estraneo tra le mura dell’antica fortezza, che tuttavia opportunamente manca tra le foto a corredo, tra le quali invece c’è l’immagine di una delle casette dei Bocs art, magari quella dove qualche tempo fa fu artisticamente ammazzato un maiale.
E dentro le pagine patinate della rivista, ben incorniciati nell’articolo, ecco alcuni suggerimenti di carattere turistico: Italo propone agli affamati visitatori di recarsi senza indugio presso le Cucine Salfi, dove troveranno “cucina ricercata e location elegante”, la cui proprietà è riconducibile alla famiglia del sindaco della città, attualmente gestite da un sodale, anche se Equitalia è stata e forse è ancora un convitato di pietra tra i raffinati tavoli.
Ma perché mai la sofisticata rivista di una compagnia di treni che non tocca Cosenza, se non con un autobus, dovrebbe interessarsi alla nostra città? Forse la risposta sta nell’editoriale, firmato ovviamente dal direttore, che si chiama Paolo Posteraro, incidentalmente a capo dell’Amaco, la compagnia di trasporti urbani di Cosenza, la cui nomina, come recita il suo sito web, è di pertinenza di chi è seduto a palazzo dei Bruzi, essendo il capitale dell’azienda totalmente detenuto dal Comune di Cosenza,
Insomma dal bus al treno, tu chiamale se vuoi “affettuosità trasportistiche”.