Bari chiama Vibo. Ma Gasparri ha mai sentito parlare di Mangialavori?

BARI CHIAMA VIBO. PER COERENZA SE SCIOGLIETE L’UNO SCIOGLIETE PURE L’ALTRO

Un antico detto calabrese dice: u cacatu ngiuria u pisciatu. Oppure: u gobbu m’miezzo a via non si vidia u jimbu ch’avia… La saggezza dei nostri antenati può farvi capire quello che succede ai tempi odierni in cui il centrodestra scopre la bellezza della lotta alle mafie e agli intrecci pericolosi con la politica. Gli esponenti del centrodestra da giorni sembrano essere stati morsi dalla taranta (o dalla tarantola se preferite), poverelli sono scandalizzati da ciò che succede a Bari e in Puglia, chiedono commissioni d’accesso al Comune, l’intervento dell’antimafia, lo scioglimento del Comune.

A sua volta il centrosinistra grida allo scandalo per la richiesta della commissione d’accesso al Comune di Bari, indice una grande manifestazione popolare a Bari e qui il presidente Emiliano, solleticato nel suo protagonismo si pavoneggia raccontando la storia della visita a casa della sorella del boss di Bari vecchia per raccomandare Decaro all’epoca giovane assessore comunale che aveva subito una minaccia da qualche affiliato al clan. La vanagloria porta ad usare parole dal sen fuggite, salvo poi capire la cazzata fatta e tentare di porre rimedio con pezze peggiori del buco. Di fronte alla cazzata di Emiliano parte il cannoneggiamento del centrodestra che fino a pochi attimi prima era in difficoltà per la cazzata del ministro Piantedosi di inviare una commissione d’accesso a Bari fuori termine massimo visto che a giugno si vota.

Siamo di fronte ad una storia dove le cazzate si rimbalzano da un campo all’altro, attendiamo la prossima. Il protagonista numero uno è il senatore Gasparri, capogruppo di Forza Italia, che ha tuonato:“Noi siamo garantisti. E quando un boss minaccia un politico riteniamo che ci si debba rivolgere alla Procura della Repubblica competente. É questo il senso della legalità di Emiliano e di Decaro? Negoziare con chi minaccia? In questi casi si fa una bella denuncia. Ma evidentemente le regole di Emiliano e di Decaro sono altre. Questo racconto è veramente allucinante e penso che ci sia lavoro per la Commissione antimafia, nonché la conferma degli intrecci di cui si parla in questi giorni. Essere garantisti vuol dire rispettare la legalità, rivolgersi alle strutture dello Stato, non alle abitazioni dei parenti dei criminali”. Bene, bravo bis. Belle parole.

Quindi per Gasparri e il centrodestra è uno scandalo che Emiliano e Decaro intrattenessero rapporti con esponenti delle famiglie mafiose baresi. la vicenda è paradossale, sembra che quelli del centrodestra siano diventati dei paladini dell’antimafia, mentre gli esponenti del centrosinistra, grazie alle gaffe dei suoi protagonisti, sono quelli che vogliono affossare la verità. Però vorremmo chiedere a Gasparri, che conosce bene la Calabria: come mai lo stesso atteggiamento rigoroso, puntiglioso, fermo, deciso, non l’abbia avuto mai con esponenti del suo partito, con parlamentari che hanno trattenuto amicizie con esponenti della ‘ndrangheta?

Il senatore Gasparri conoscerà certamente il deputato Giuseppe Mangialavori, parlamentare di Forza Italia, presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera, fino a pochi mesi fa coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria.

Nella scorsa legislatura collega di Gasparri al Senato, sedevano sugli stessi scranni. Insomma un dirigente importante di Forza Italia e del centrodestra. Si dà il caso che il nome di Mangialavori è uscito in molte delle inchieste fatte in Calabria da Nicola Gratteri contro la ndrangheta, da Rinascita scott a Carthago-Maestrale. E ci sono intercettazioni anche di colloqui e intrattenimenti con esponenti delle ‘ndrine locali del Vibonese. Nell’indagine Maestrale escono fuori tra gli altri i rapporti amicali intrattenuti da Mangialavori con Domenico Colloca di Mileto.

Domenico Colloca viene tirato in ballo nell’indagine Maestrale come riferimento della locale di Mileto nel settore della gestione del catering, delle mense scolastiche e ospedaliere, nonché della distribuzione dei pasti ai centri per immigrati. Dalle ordinanze Maestrale 1 e Maestrale 2 si evidenzia che la ‘ndrina di Mileto fa un salto di qualità, grazie al suo intervento riesce a mettere le mani sulle mense ospedaliere, e riesce a controllare il centro d’accoglienza per i minori insieme all’avvocato Azzurra Pelaggi. E quello che viene fuori è che è un interlocutore di esponenti politici di primo piano come Mangialavori, Vito Pitaro e in precedenza Brunello Censore. E tratta da pari a pari con dirigenti massimi dell’Asp come Cesare Pasqua riuscendo a concludere un accordo reciprocamente vantaggioso a discapito degli interessi della collettività.

In questa sede quello che ci interessa ricordare è la conversazione telefonica con Mangialavori agli atti del Maestrale 1 quando per evitare la chiusura del centro accoglienza per i minori smosse tutti i suoi canali politici.

Prima interviene con Vito Pitaro per sincerarsi della volontà del sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, e poi telefona direttamente a Mangialavori. Dal tenore della telefonata si evincono i rapporti amicali e politici tra i due: “Senatore buongiorno…, era una cosa mezza urgente, quindi ho detto io, lo chiamo. Devo venire a trovarti con Azzurra Pelaggi…”. Giuseppe Mangialavori riferiva quindi a Colloca di chiamare Francesco Pascale “dato che questi è già a conoscenza della problematica”.

Colloca e Pascale si incontrano in un bar e Pascale rassicura il Colloca sull’interessamento alla questione di Mangialavori. Non ricordiamo a nostra memoria nessun intervento del senatore Gasparri e ti tutti quelli che oggi sono scandalizzati per l’affaire Emiliano/Decaro. Eppure le due vicende sono simili, anzi le vicende di Mangialavori sono un tanticchio più serie.

Per riassumere: Emiliano e Decaro intrattenevano contatti con esponenti della sacra corona di Bari vecchia. Giuseppe Mangialavori intratteneva rapporti di conoscenza con esponenti delle ndrine vibonesi. Nel primo caso ci si rivolgeva alla sorella del boss per una specie di protezione, nel secondo caso era il presunto boss a telefonare all’onorevole per un favore e l’onorevole si metteva a disposzione. Noi non vediamo grande differenza tra i due casi, rientrano entrambi in un mondo di contatti e di rapporti grigi e oscuri tra politica e malaffare. I casi sono simili anche perchè nessuno dei protagonisti del racconto sono stati indagati o rinviati a processo. C’e’ da dire che nel caso di Decaro la Procura della Repubblica di Bari ha escluso un suo coinvolgimento dell’inchiesta sullo scambio di voti che ha portato una consigliera del comune di Bari in carcere.

Per concludere. Il centrodestra chiede e ottiene la commissione di accesso al comune di Bari dove si vota a Giugno. Non si capisce perché non chieda la commissione d’accesso al comune di Vibo Valentia di cui si parla in tutte le indagini della Dda da 4 anni e passa. Gasparri and company chiedono lo scioglimento del comune di Bari per i rapporti intercorsi tra Decaro e Emiliano e la sorella del boss. Non si capisce perchè non si chieda lo stesso per il comune di Vibo visto i colloqui confidenziali tra Mangialavori e Colloca. A Bari si chiede lo scioglimento perchè si andrebbe a elezioni condizionate dal voto mafioso, ma a Vibo che cosa cambia, non è peggio ? L’unica differenza è che mentre a Bari si andrà nel campo del centrosinistra a delle primarie per la scelta del candidato a sindaco e non è detto che vinca il candidato proposto da Decaro. A Vibo Valentia il centrodestra ha scelto già il suo candidato.

E siccome la sindaca uscente Maria Limardo l’ha definito come uno sprovveduto e il presidente regionale Occhiuto ha detto di aver saputo della scelta leggendo i giornali, tutto ciò ci porta a pensare che il candidato a Vibo Valentia per il centro destra l’ha scelto Giuseppe Mangialavori.

Naturalmente il centrosinistra che subisce l’attacco sui fatti di Bari, su Vibo Valentia sta zitto e muto. Invece di litigare una bella soluzione ci sarebbe: mandate la commissione d’accesso anche a Vibo Valentia e se proprio volete sciogliere il Comune di Bari fate lo stesso per il Comune di Vibo Valentia. Così la partita finisce pari e patta. Ma vedrete che alla fine da tutto questo parapiglia un altro accordo troveranno e limiteranno la possibilità di inviare commissioni d’accesso nei vari comuni. Amen.