Berardi e la sua notte più stregata

Per metabolizzare il disastro di Palermo non bastano poche ore, è una delusione diversa dalle altre perché arriva otto mesi dopo un trionfo e le sensazioni non possono che essere contrastanti. Per analizzare poi la partita del nostro Domenico Berardi il groviglio – se possibile – aumenta ancora di più.

Domenico Berardi era uno degli azzurri più attesi e forse è stato anche tra i più positivi ma pesa tantissimo l’errore a porta spalancata che avrebbe permesso all’Italia di passare in vantaggio nel corso del primo tempo. Alla mezzora il portiere sbaglia il rinvio e regala la palla a Berardi al limite dell’area: c’è un momento nel quale la porta è libera ma Mimmo non è reattivo al punto giusto e il suo tiro è debole e rasoterra e finisce proprio tra le braccia del portiere nel frattempo rientrato. Berardi non s’è comunque demoralizzato e nel secondo tempo è andato tre volte alla conclusione mancando il bersaglio per un soffio. Senza alcun dubbio il più pericoloso degli azzurri, uno dei pochi a cercare con concretezza la via del gol.

Per La Gazzetta dello Sport, se si analizzasse la sua partita tocco per tocco, potrebbe ottenere anche “un buon voto”. Ma “è sempre impreciso e sbaglia un gol a porta vuota che è come un rigore”.

Il Corriere dello Sport scrive che il tiro sbagliato su regalo di Dimitrievski “a conti fatti è…un errore Mondiale”. Però si conferma anche “il più pericoloso”. Tuttosport lo giudica da 6 in pagella e scrive: “Sicuramente il più elettrico degli azzurri. Peccato pecchi di coraggio quando si trova la porta spalancata e invece della bordata, preferisce il più comodo appoggio”. Il Corriere della Sera definisce “inspiegabile” il suo tiro lento e centrale a porta vuota. La Stampa invece lo critica tramite il racconto dell’occasione fallita: “La porta è vuota e ogni soluzione non può che portare al gol: l’esterno azzurro se ne inventa una tutta sua consegnando il pallone tra le braccia del portiere”.

Fin qui i giudizi degli addetti ai lavori, che non possono non risentire dell’errore del primo tempo. Il gol sbagliato a Palermo è simile a quello altrettanto sbagliato a Berna, in contropiede, solo davanti al portiere svizzero. In quella stessa partita, prima di uscire, era riuscito comunque a procurarsi il calcio di rigore che poi fu sciaguratamente sbagliato da Jorginho. Anche a Roma, ma entrando al posto di Immobile, era riuscito a procurarsi proprio al 90′ un altro calcio di rigore e ancora una volta Jorginho sbagliò… E anche a Palermo nella ripresa Berardi ha provato in tutti i modi a reagire alla delusione dell’errore ma non c’è stato verso di far entrare il pallone in porta. Resta in ogni caso la sensazione di aver visto giocare uno dei pochi talenti del calcio italiano, al di là dei gol sbagliati. Ora Berardi dovrà tirare fuori il carattere ma Mimmo è già caduto altre volte e si è sempre saputo rialzare.