Boom 5 Stelle: soltanto in Calabria non decolla

Non c’è che dire, il Movimento 5 Stelle dove partecipa seriamente vince.

Su 20 ballottaggi ne vince 19. Perde solo ad Alpignano (Piemonte), dove il candidato di una lista civica ha battuto quello grillino. Vince a Roma, Torino, Cattolica, Carbonia, Chioggia, Ginosa, Pisticci, Genzano, Noicattaro, Marino, Vimercate, Favara, Alcamo, Porto Empedocle, Pinerolo, San Mauro Torinese, Nettuno, Anguillara, Paola Massidda.

I candidati a 5Stelle si sono giocati la poltrona da sindaco al secondo turno dalla Sardegna alla Puglia, dal Lazio al Piemonte, dal Veneto alla Sicilia all’Emilia-Romagna, passando per la Basilicata. E dappertutto sfondano con percentuali che vanno oltre il 60%. Segno evidente che sono riusciti ad intercettare anche il voto “moderato” (vedi Torino), oltre ad inglobare quello del frantumato centrodestra.

Il messaggio è chiaro: al ballottaggio il movimento 5Stelle vince, non ci sono più dubbi. E queste amministrative paiono a tutti gli effetti prove tecniche di governo. Un avviso di sfratto senza se e senza ma a Renzi.

La caduta di Roma, su tutte, rappresenta nell’immaginario collettivo nazionale, la fine dei potentati, delle lobby, delle bustarelle, delle tangenti, degli sperperi, del ladrocinio. E poca importa se prima (quelli che ai ballottaggi hanno scelto di votare il Movimento) votavano Berlusconi, D’Alema, Salvini, La Russa e chi volete voi, quello che conta è la scelta che oggi hanno fatto. Dalla torre hanno preferito buttare il PD.

E poi non credo alla cazzata che ora, solo perché nel gioco della torre i fascisti hanno deciso di buttare il PD e quindi “appoggiare indirettamente” i 5Stelle, questi possano avere qualche ruolo o influenza nelle amministrazioni governate dal movimento. Nei ballottaggi l’imperativo è scegliere: o uno o l’altro.

A quel punto diventa, per quanto una organizzazione politica possa dare indicazioni, secondo me, una scelta di coscienza  individuale. E la scelta che è stata fatta, ci dice che sta crescendo una coscienza collettiva contro ladroni, corrotti, tangentisti e mafiosi, ben rappresentati in tutti i partiti. Sono loro oggi i soli sconfitti. Dei partiti e dei parassiti che li abitano, non se ne può più. Su questo, oramai è chiaro a tutti, la maggioranza degli italiani si trova d’accordo. E lo vedremo subito con la ritirata ormai prossima su un referendum costituzionale che, così com’è posto, sarebbe un suicidio per Renzi e per il PD.

Una cosa mi colpisce in questa tornata elettorale, ed è quella che i 5 Stelle attecchiscono ovunque, in tutte le regioni, come abbiamo visto, tranne che in Calabria. Qui non si riesce nemmeno a prendere un consigliere (con l’eccezione di Rende e di Crotone, dove si poteva vincere facile e si è preferito… perdere), nonostante l’impegno e la passione degli attivisti. Molti dei quali da tempo lamentano uno scontento nei confronti del senatore Morra. Che reputano il maggior ostacolo per la crescita democratica e politica del movimento in Calabria.

morra1-e1453126401303 Dove va lui porta guerre e imposizioni. Predica bene e razzola male. Nonostante la sonora sconfitta a Cosenza non è riuscito nemmeno a tirare fuori un po’ di dignità per dire: ok ragazzi, faccio un passo indietro e vi seguo in silenzio. Niente. Si comporta allo stesso modo di come si comportano i segretari del PD calabrese: fa ricchia i mercanti. Ha il terrore, come loro, di perdere il “potere”. Per fortuna a Cosenza, e non solo, esiste un movimento che prescinde da Morra, e che continua a crederci e a lavorare per costruire le condizioni giuste per arrivare laddove gli altri, nelle altri regioni e città, sono arrivati.

Cosenza, si sa, è sempre stata una città  in “controtendenza” al resto dell’Italia. E per non venir meno a questa tradizione, Morra ha preferito far perdere il movimento in Calabria. Se in tutto il resto d’Italia vince, è normale che a Cosenza perda.

Ha detto Morra che quando il movimento perderà in tutte le città italiane, solo allora, per rispettare la nostra natura di “controtendenza”, si potranno vincere le elezioni a Cosenza. Perché si sa che Morra è un tradizionalista. Viva la tradizione.

GdD