Business dell’accoglienza, chi è il faccendiere che mette in imbarazzo Alfano e tutta la politica

Ha creato il suo impero coi centri per i migranti. Corteggiando il ministro e la sua famiglia. Ma gli investigatori sospettano che sia vicino a un clan della ‘ndrangheta. I retroscena dell’ascesa di Leonardo Sacco, a capo dell’associazione che gestisce a Crotone la struttura più grande d’Europa

Business dell'accoglienza, chi è l'imprenditore che mette in imbarazzo Alfano
2014, Leonardo Sacco tra Poerio e Alfano

Un’indagine fa tremare i signori dell’accoglienza. E rischia di mettere in serio imbarazzo quei politici, prefetti, sottosegretari e ministri che hanno avuto a che fare con l’impero fondato da Leonardo Sacco, governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, provincia di Crotone.

Sacco ha trasformato l’emergenza sbarchi in un business per l’associazione che presiede e non solo. Anche alcuni imprenditori a lui vicini, infatti, sono stati coinvolti nell’affare. Per esempio c’è chi ha ricevuto in subappalto la fornitura dei pasti all’interno del centro di accoglienza che sorge tra Crotone e Isola Capo Rizzuto, in un vecchio hangar militare. Una scalata straordinaria, quella di Sacco e delle aziende amiche. Nonostante le ombre e i sospetti sollevati già nel 2007 da alcuni rapporti investigativi del Ros dei carabinieri che ne indicavano la vicinanza al clan Arena di Isola Capo Rizzuto.

Il governatore Sacco può contare su amicizie trasversali, dal centrosinistra al centrodestra. Nel tempo ha costruito una rete di rapporti diplomatici con le istituzioni che si occupano dell’emergenza immigrazione. Per capire meglio la sostanza di questi rapporti è utile ricordare l’immagine scattata nel febbraio di tre anni fa alla convention dei vertici calabresi del partito del Nuovo centrodestra convocata a Cosenza. In quell’istantanea c’è Leonardo Sacco in posa con il ministro Angelino Alfano, all’epoca numero uno del Viminale. Il ministero con competenza diretta nell’emergenza sbarchi.

Quella sera con Leonardo Sacco, al fianco di Alfano, c’era anche un sorridente Antonio Poerio, che fino al 2011 si è occupato del catering per gli ospiti del centro di accoglienza crotonese. Fino a quando la prefettura non gli ha revocato la certificazione antimafia. Ma i sospetti sulle frequentazioni di Poerio risalgono a molto tempo prima. Già dieci anni fa per gli investigatori era in contatto con alcuni personaggi della cosca locale.

Qualche mese dopo la foto di rito tra Alfano, Sacco e Poerio, l’associazione Misericordia ottiene un’importante commessa. La prefettura di Agrigento, con procedura negoziata e d’urgenza, gli affida la gestione del centro di prima accoglienza di Lampedusa. Per dirigere la struttura viene scelto Lorenzo Montana. Travolto, però, dalle polemiche per la sua parentela con il fratello del ministro dell’Interno. Infatti la moglie di Alessandro Alfano è la figlia di Montana. Messo alle strette, il prescelto, ha poi deciso di rinunciare all’incarico.

L’Espresso ricostruisce la vicenda della nomina. E racconta la ragnatela di rapporti politici di Sacco, che tra i parlamentari di riferimento annovera la sottosegretaria ai Beni culturali Dorina Bianchi, collega di partito di Angelino Alfano e già candidata a sindaco di Crotone