Calabria 2020/21, il Cinghiale trombato prima e dopo: cronaca di una notizia “incredibile”

A Cosenza la notizia aveva iniziato a fare capolino non appena erano circolati i dati delle liste della circoscrizione Nord. La Casa delle Libertà, con capolista Pino Gentile, della famiglia dei Cinghiali di Cosenza, arrancava “pericolosamente” poco al di sopra del 4% ovvero la soglia minima per poter entrare in Consiglio regionale. Tra le sei liste che sostenevano Jole Santelli, quella del Cinghiale era ultima e questo avrà voluto pur dire qualcosa… Ma lo scrutinio era ancora all’inizio e il semplice “rischio quorum” non era sufficiente per poter urlare al “miracolo”. Col passare delle ore, tuttavia, l’asticella della percentuale non si alzava e la stessa lista Casa delle Libertà viaggiava molto meglio nelle altre due circoscrizioni, quella di Catanzaro e quella di Reggio. A metà mattinata, gli esperti si sbilanciavano e tiravano fuori l’annuncio: Pino Gentile non entra in Consiglio regionale, il Cinghiale è stato trombato!

Pino Gentile, classe 1944, nell’ultima legislatura completa (quella di Palla Palla) è stato vicepresidente del Consiglio regionale: già sindaco di Cosenza negli anni ’80, è stato in passato consigliere regionale prima con il Psi e poi con partiti di centrodestra come Forza Italia, Pdl ed Ncd, ed è stato eletto ininterrottamente negli ultimi 49 anni nelle varie tornate in cui si è candidato. Per un totale di sei legislature consecutive!!!

Per tutta Cosenza l’annuncio non è stato certo una bazzecola: la figura cinghialesca di Pino Gentile ha campeggiato per settimane sulle home page di tutti i “peggiori” siti on line della Calabria: da quelli che fiancheggiano il clan Mancuso a quelli che si richiamano all’occhiutismo, da quelli che si ritengono “obiettivi” a quelli che fanno la pubblicità anche ai maiali, oltre che ai cinghiali. Le “minacce” di querele per chi si fosse solo azzardato a scrivere qualcosa di “sinistra” contro la famiglia dei Cinghiali si sono sprecate per tutta la durata della campagna elettorale, centinaia di attacchini – tra i quali anche decine di migranti (!!!) – sono stati ingaggiati per farci vedere il Cinghiale sui muri di Cosenza e provincia, ma stavolta Pino Gentile non è passato. Niente da fare, trombato!

La notizia circolava di bocca in bocca, ovviamente Iacchite’ è stato il primo media a diffonderla, prima con il “rischio quorum” e poi con il fatidico “Fuori il Cinghiale!” ma qualcuno ancora sperava che non fosse vera. Ma allo scoccare delle ore 14 anche i media “infallibili” confermavano che il Cinghiale non faceva parte della schiera dei papponi eletti. Per gli appassionati e i tecnici della politica elettorale, Gentile è rimasto vittima dei perversi meccanismi di una legge elettorale che premia candidati che hanno preso si e no 2 mila voti e che può penalizzarne altri, come il Cinghiale, che di voti ne ha presi 7 mila ma fa parte del gioco. E’ del tutto evidente che la lista messa in piedi nella circoscrizione cosentina da parte di Gentile era rabberciata e raccogliticcia (senza voler parlare della palese irregolarità della candidata “incandidabile”) e al di là del “boss” nessun altro ha portato linfa e voti alla causa. E così si è consumato il “dramma bestiale” della mancata elezione. Una goduria che… mancu li cani!

Ora, a meno di due anni di distanza, si ritorna al voto e il Cinghiale ha già avanzato formale richiesta di ricandidatura nella lista della Lega ma a quanto pare stavolta la “trombatura” sarà addirittura preventiva, nel senso che neanche Salvini (ed è quanto dire!) ha il “coraggio” di presentare il Cinghiale. Al suo posto, ci sarebbe la dottoressa Simona Loizzo, vecchia fiamma del Cinghiale più piccolo, sulla quale far transitare i voti sempre più scarsi delle vecchie truppe cammellate dei Cinghiali. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Vi terremo aggiornati, come sempre.