Calabria venduta. Compare De Nisi ora si finge agnello, chiede aiuto allo stato ma si prende i fondi alla Regione illegalmente

Compare De Nisi adesso si finge agnello e chiede aiuto allo stato

Compare De Nisi adesso si finge agnello e chiede aiuto allo stato. Improvvisamente assurge a uomo di stato. Come tutti sanno, da gennaio il consigliere regionale Francesco De Nisi ha presentato numerose e immotivate istanze con tanto di richiesta di scorta in Prefettura a Vibo, per una vicenda riguardante una ipotetica, presunta e bizzarra estorsione, che dice di aver subito per la sua ditta edile.
È assurdo pensare come nonostante venga accusato di scambio elettorale politico-mafioso da numerosi pentiti dichiarati attendibili dalle Procure Antimafia nell’ambito dell’inchiesta Imponimento, adesso si finga uomo di stato. Ed è altrettanto assurdo pensare che dopo anni di bagordi con il suo degno compare Peppe ‘ndrina, al secolo Mangialavori, ora lo abbia allontanato perché ha capito che l’aria che tira per lui non è salutare (per usare un eufemismo).

MANGIALAVORI, IL CLAN ANELLO E IL RUOLO DI DE NISI (https://www.iacchite.blog/calabria-2021-mangialavori-e-il-clan-anello-un-legame-indissolubile-il-ruolo-dei-de-nisi/)

LA CENA A CASA DE NISI PER MANGIALAVORI E LA FERRO (https://www.iacchite.blog/vibo-come-gomorra-la-cena-a-casa-de-nisi-per-mangialavori-e-wanda-ferro/)

Tutto ciò è un vano tentativo finalizzato a ripulire la sua losca immagine. Ricordiamo che la sua ditta edile ha sempre lavorato in odor di mafia ed è salita agli onori della cronaca e non solo, nell’inchiesta che è stata aperta dalla Procura di Catanzaro per l’appalto della galleria catanzarese del Sansinato, aggiudicato alla società De Nisi, con il 55% di ribasso, percentuale che risulterebbe essere troppo bassa per poter operare in modo efficiente ed effettuare i lavori di ripristino della galleria.

La ditta, con sede a Filadelfia, si aggiudicò, nell’ottobre 2014, l’appalto da 6 milioni di euro per l’adeguamento di entrambi i tunnel che fanno da accesso e da uscita alla città capoluogo. Nella galleria la segnaletica sarebbe illeggibile, non sono presenti le strisce orizzontali per delineare la carreggiata e ancora sarebbero pessime le condizioni del manto stradale.

Ma la Prefettura di Vibo Valentia, invece di intervenire, ha incoraggiato De Nisi perché fino a febbraio 2023 c’era la Prefetta, dottoressa Lulli, fidanzata del senatore Quagliariello, a sua volta compagno di partito e di merende insieme a Toti con De Nisi, prima che quest’ultimo cambiasse di nuovo mutande passando con Calenda nel partito di Azione.
Nel periodo della Lulli la Prefettura di Vibo è stata toccata dall’inchiesta della Dda di Catanzaro Rinascita Scott con l’arresto di due funzionari, uno dei quali era proprio il segretario della Lulli, per rivelazione di segreto d’ufficio.
È ormai noto a tutti nel Vibonese come Francesco De Nisi abbia beneficiato dell’appoggio della Lulli, sia per evitare il commissariamento del Comune di Filadelfia per infiltrazione mafiosa durante l’inchiesta Imponimento e sia la commissione di accesso agli atti, (situazione che non fa dormire la notte l’attuale giunta comunale). Inoltre pare che De Nisi si sia interessato grazie a Quagliariello a favorire il figlio di un dipendente comunale di Filadelfia affinché entrasse alla scuola Militare Nunziatella di Napoli.

Il comune di Filadelfia è storica roccaforte della famiglia De Nisi, utilizzato da sempre come serbatoio elettorale, ed è sotto il loro controllo capillare fino al punto di far vincere i pubblici concorsi, a comando, creando bandi ad hoc e piazzando nelle commissioni, dipendenti del comune stesso, che a loro volta sono stati assunti dai De Nisi. Per ultimo si veda come prova provata il concorso fatto vincere ad hoc al sindaco di Vallefiorita.

BOTTE, SOLDI, INCENDI E PISTOLE PER DE NISI SINDACO (https://www.iacchite.blog/vibo-botte-soldi-incendi-e-pistole-per-de-nisi-sindaco-di-filadelfia-per-il-giudice-il-pentito-e-credibile-ma-nessuno-si-scandalizza/)

Le ambizioni ad entrare in Parlamento da parte di De Nisi sono ormai note a tutti nonostante sia sempre stato silurato. Una volta entrato in consiglio regionale grazie a Toti, ha pensato bene di cambiare casacca insieme al consigliere Graziano. Inoltre il regolamento interno del Consiglio Regionale della Calabria all’art. 13 punto 2 recita: I GRUPPI SONO COMPOSTI DA ALMENO TRE MEMBRI.

DE NISI E GRAZIANO: MA COME FANNO A PRENDERSI I FONDI? (https://www.iacchite.blog/calabria-ma-come-fanno-graziano-e-de-nisi-a-prendersi-i-fondi-per-i-gruppi-se-sono-soltanto-in-due/)

Detto ciò ci chiediamo: come fa il nuovo gruppo di Azione, costituito in Regione Calabria, essendo composto da due soli consiglieri nelle persone di Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano a continuare a mantenere in atto e a finanziare i loro rispettivi staff con relativi portaborse? Ebbene si, lo fanno fraudolentemente dichiarandosi in Consiglio regionale consiglieri appartenenti ad Azione ma di fatto continuando a percepire i finanziamenti dei loro staff a nome di Udc per Graziano e a nome di Coraggio Italia-Italia al Centro per De Nisi. Tutto ciò è un enorme spreco di soldi pubblici, che a sua volta é alterato anche dalle false dichiarazioni degli stessi collaboratori assunti nello staff. E qui emergono gli ulteriori raggiri che i due politici (De Nisi e Graziano) mettono in atto elargendo mance elettorali anche attraverso contratti di collaborazione al 50% ai loro autisti che dichiarano false residenze, tutto ciò al fine di ottenere cospicui rimborsi a discapito dei contribuenti regionali, truffando la stessa regione, poiché al fine di detti rimborsi risulterà per l’autista il tragitto più lungo e quindi più retribuito.

Sono tempi duri per i due cambiacasacca seriali, i consiglieri regionali De Nisi e Graziano non riescono a trovare il terzo consigliere disponibile a passare con loro così da formare il gruppo e metterlo legalmente a posto. In sintesi il Terzo Polo è ormai fallito ed è diventato inappetibile, nessuno è disponibile ad entrarci e contestualmente i falliti politici Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi fanno finta di nulla e continuano a percepire fondi che non gli spettano con la complicità della maggioranza ma anche dell’opposizione che non solleva il caso.