Camigliatello, Giro d’Italia 1982. La fuga di Cassani, la volata di Saronni e la maglia rosa di Moser

Arriva il Giro d’Italia in Calabria e ogni volta è un giorno speciale. La tappa Mileto-Camigliatello attraverserà le province di Vibo, Catanzaro e Cosenza e, anche se in tempi di Covid, raccoglierà il giusto saluto della gente facendo riaffiorare inevitabilmente tanti ricordi.

Camigliatello Silano è stato già arrivo di tappa in un vecchio Giro d’Italia, quello del 1982. Fu l’ultima volta che la corsa rosa lambiva il Lago di Cecita e la prima volta, sul podio, di un corridore noto sia per le gesta sul sellino sia per quelle da commentatore tv, un certo Davide Cassani.

Il 25 maggio si correva l’11esima tappa del Giro da Palmi a Camigliatello Silano: 229 km non semplici visto anche l’attraverso delle asperità della Sila. Il 21enne Cassani, all’esordio al Giro e trascinato dall’entusiasmo, andò in fuga a 150 km dal traguardo per poi restare solo con Giovanni Renosto e il francese Bernard Becaas, che conquistò la tappa. L’attuale commissario tecnico della Nazionale di ciclismo arrivò terzo, stanco ma soprattutto felice: durante la lunga fuga, peraltro, al Gran Premio della Montagna di Villaggio Mancuso (80 km dal traguardo), Cassani era stato anche maglia rosa virtuale perché era arrivato addirittura ad avere un quarto d’ora di vantaggio sul leader Francesco Moser ma poi, via via, il plotone dei migliori aveva limato quasi tutto il margine.

La volata del gruppo a 1’26” di distacco, la vinse Giuseppe Saronni e valeva 5″ di abbuono. La maglia rosa era e rimase al suo grande rivale Moser, letteralmente osannato dalla folla al grido di “Francesco Francesco”: il campione trentino è sempre stato molto amato al Sud.

Hinault inseguiva a 16″ e Saronni, proprio grazie a quell’abbuono, era salito al 3° posto a 29″. Ma nel 1982, come quasi sempre, Bernard Hinault era troppo forte per tutti: il fuoriclasse bretone vinse il giorno dopo in cima a Campitello Matese strappando il primato in classifica allo stesso Moser e trionfò anche a Montecampione e nella cronometro finale di Torino, che sancì definitivamente il suo dominio in rosa. Saronni si classificò al sesto posto a 10’52” ma tre mesi dopo avrebbe conquistato il Mondiale con la celebre “fucilata di Goodwood”, vicino al celebre ippodromo britannico. E l’anno successivo, nel 1983, avrebbe vinto il suo secondo Giro d’Italia dopo quello dell’esordio, nel 1979.

Moser invece finì ottavo in classifica generale al Giro 1982 a quasi 12 minuti ma si sarebbe rifatto due anni dopo, quando in assenza di Hinault beffò un altro transalpino, Laurent Fignon, nella celebre cronometro di Verona, conquistando il primato e con esso il suo unico Giro d’Italia nell’ultima tappa.