Catanzaro, Sant’Anna Hospital. Arriva la batosta: danno erariale per 17 milioni. E Sally resta col cerino in mano

La domanda delle ultime ore sull’affaire Sant’Anna Hospital è una ed una soltanto: chi è rimasto con il cerino in mano?

La risposta è sempre più complicata per una serie di variabili, poche legittime in verità e molte oscure, che si agitano e si incrociano sul tappeto di una possibile soluzione in bonis della vicenda che ormai da un anno attanaglia il futuro della clinica catanzarese. Tutto avviene dalla fatidica data del 18 gennaio 2022 quando l’assemblea dei soci della clinica sposa la teoria del “golpe bianco” voluto da Sally Frontera ed azzera il Consiglio di Amministrazione, quello del traghettamento responsabile determinato dopo l’operazione della Guardia di Finanza definita “Cuore Matto”, ma soprattutto alla scadenza dell’interdizione che aveva colpito il vecchio management responsabile della truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, così come si palesa negli atti della procura di Catanzaro ed in quelli della Corte dei Conti, che porta la firma di Rosanna Frontera, meglio conosciuta come Sally e del marito Giuseppe Failla, per i più intimi con l’appellativo di “Gino”.

E’ questo il vero punto di svolta in negativo della storia recente della clinica Sant’Anna Hospital, quella che Agenas riconosceva nel 2019 come centro di eccellenza di cardiochirurgia a livello nazionale e, che per le implicazioni succedutesi dopo la “rivoluzione” dolce di Sally Frontera ritorna ad essere centro del crimine e della truffa organica, quella riconosciuta ed istituzionalizzata nel panorama sanitario calabrese. http://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-il-ritorno-di-rosanna-e-la-finanza-creativa-dietro-le-teste-di-legno-sullasse-roma-padova/

La truffa è la caratteristica migliore della sanità calabrese, ancora prima dei livelli LEA e della risposta sanitaria. Questo è un dato consolidato, basta guardare la platea degli attori in campo, dove il migliore ha un riconosciuto status certificato dalle sentenze dei tribunali, ma tutto scorre. E così, certi di non aver scoperto l’acqua calda, anche nella vicenda del Sant’Anna Hospital la storia segna un punto a suo favore, come si usa dire in termini calcistici, fa gol a porta vuota.

Sally Frontera resta con il cerino in mano! In queste ultime ore la sentenza della Corte dei Conti, in una parte della vicenda “Cuore Matto”, condanna il Sant’Anna Hospital al pagamento di oltre 17 milioni di euro, in solido con l’ex rappresentante legale, Rosanna “Sally” Frontera, il valore della truffa messa in piedi con la complicità dei colletti bianchi dell’Asp di Catanzaro e sotto la regia dell’avvocato cosentino Enzo Paolini, amico e complice di Sally & Gino, nell’operazione di cessione del credito alla società Opera Spv.

Attestando che nei fatti non era un credito, ma un’alchimia contabile basata sulla doppia fatturazione nel solco del metodo tutto calabrese di truffa alla sanità regionale. Qui ritorna in pista il “manuale Paolini”, dove l’avvocato cosentino da una parte come rappresentante di Aiop facilita e suggerisce la cessione dei crediti a società di cartolarizzazione dal dubbio valore, mentre dall’altra esercita la professione a vantaggio delle stesse capitanando le azioni risarcitorie contro le Asp territoriali, che da sempre soccombono in giudizio non per la mancanza di argomentazioni, ma solo e soltanto per un sistema di corruttela interna dove si omette di fare opposizioni ai decreti ingiuntivi. Siamo a piedi uniti nel magico mondo dei “bilanci orali” che spiegano oggi la mancata, perché in alcuni casi sarebbe un’assunzione di colpa, ricognizione dei crediti sanitari che dovrebbe avere scadenza a fine anno!

Si chiude un capitolo della storia recente del Sant’Anna Hospital. Il “golpe bianco” di Sally Frontera si è rivelato una cacata internazionale e,  sulla clinica di Catanzaro si addensano ulteriormente le nubi della tempesta, vuoi perché resta ancora in piedi un procedimento penale che vede il vecchio management (Sally & Gino) ancora implicato per truffa, ma soprattutto si azzera il plafond di risorse utili, i famosi 17 milioni, che il CdA dei “faccendieri” della massoneria e della ‘ndrangheta reclamavano all’Asp di Catanzaro perché bloccati immotivatamente, tanto da ipotizzare, cosa mai avvenuta (!), una loro spedizione negli uffici del procuratore Nicola Gratteri, quasi a pretendere le scuse per un presunto delitto di lesa maestà…

E’ allarme Gratteri da oggi fra le mura del Sant’Anna Hospital. Lo scenario è cambiato, perché il castello di carte false o meglio delle società cartiere di Sally sta crollando e, perché il crollo si preannuncia devastante per i giochi societari messi in piedi e per le “consulenze criminali” padovane, quelle dei riconosciuti delinquenti degli incastri societari off-shore. Si annunciano tempi tristi per i vari Alessandro Castellini, Davide Bonetti e per la signora Costanza Ceccolini (socio unico ed amministratore) “testa di legno” de relato della Axum Srl, la società capofila della triangolazione societaria messa in piedi per trafugare il patrimonio della clinica in pendenza di un dispositivo sfavorevole come avvenuto da parte della Corte dei Conti. Si apre un nuovo scenario che coinvolge le altre “teste di legno” quella di Mario Sabatini a capo di Sanità Futura, per come intacca le quote societarie della SpA Villa S.Anna transitate nella Fidimed Fiduciaria, tutte sotto l’ombrello della massoneria finanziaria per mezzo della già citata Axum Srl.

Il “golpe bianco” di Sally Frontera è arrivato al capolinea. Così sul binario morto arrivano tutti gli atti che ne sono derivati, a cominciare dalla variazione dell’articolo 7 dello statuto societario, quello scritto da Giuseppe Mussari, che ha aperto le porte alle finanziarie che fanno riferimento ad Alessandro Castellini e Davide Bonetti ed al circuito padovano, da dove sono arrivate le “altre” consulenze, quelle dalla “lunga coscia serenissima” di Francesca Galasso e quelle legali di ultima istanza…

E’ palese, come avevamo già messo in evidenza lanciando gli allarmi finora ignorati, che il teorema su poggia sul tentativo di frodare il patrimonio aziendale e, soprattutto, di schermare il patrimonio anche privato di Sally Frontera, le cui quote aziendali sono da oggi oggetto di quel risarcimento che la Corte dei Conti ha decretato e che la magistratura contabile e penale devono rintracciare, magari acquisendo tutti i documenti utili, che sono ormai storia di cronaca giornalistica. C’è poco da inventare ed in particolare c’è poco da capire ancora.

Pochi sono i dubbi e tante le certezze. C’è una clinica sull’orlo del baratro inserita nel circuito della massomafia, in un alleanza stretta con le ‘ndrine di Limbadi, il cui futuro è minato da un’ulteriore truffa consumata in danno del patrimonio aziendale. C’è una responsabilità diffusa ed associativa nella gestione del CdA dei faccendieri, che ha generato la fuga di qualcuno, come Franco Mariani e la sua sostituzione sul filo di lana, con un’altra “testa di legno”, l’ex appartenente alla “benemerita” Antonio Perrotta, cittadino onorario della ‘ndrangheta di Limbadi. C’è un’attività penale in itinere che è spartiacque fra il concetto di legalità e giustizia ed il mondo di mezzo e che, magari, richiederebbe un’ulteriore attività di controllo da parte della Procura di Nicola Gratteri, giusto per non convalidare il principio che fare marameo alla giustizia è un atto permesso e non solo un gesto di simpatica scortesia.

Ma, c’è altro che emerge dai documenti, che qualcuno dovrebbe avere l’amabilità di andare a leggere. E’ quella responsabilità di mancato controllo, probabilmente passibile penalmente in solido, che dichiarando palesemente il falso ha certificato come atto legittimo il furto del patrimonio aziendale in danno delle maestranze e dei possibili creditori, senza tralasciare il danno “all’altra” proprietà societaria. A tutto questo deve essere aggiunto, come continuità del metodo clientelare, l’altro mancato controllo sulla contrattazione di un “servizio” sanitario di fatto inesistente nei report e nei flussi di cassa. Quelli che da oggi sono a zero, così come a zero è la proposta di rilancio delle attività cliniche, forse pensata, mai scritta e nemmeno attuata. Siamo nel bel mezzo dello “stato di crisi” che il Collegio Sindacale, complice e distratto fino ad oggi, dovrà decretare, salvo che non intervengano i capitali estranei della ‘ndrangheta, riesumando il valore del Superman Cesare Pasqua, che dall’alto dei tetti della struttura potrà rilanciare una proposta calabrese doc di una lavanderia clinico-sanitaria, facendo spiccare il volo al coglionato dottore Massimo Longo, vittima inconsapevole della favella fluida, quella che nasconde sempre una sorpresa…mortale! Ma questa è altra storia, che deve seguire gli eventi ed i documenti.