Catanzaro. Turisti “svelati” nelle gallerie del San Giovanni

CATANZARO: TURISTI “SVELATI” NELLE GALLERIE DEL SAN GIOVANNI.
di JOHN NISTICO’

In un giorno “normale” tra gente che sale, che scende ed il sole ancora poco autunnale, il timido turismo in pieno centro storico, pare voglia resistere al risaputo cedimento di incerte attrazioni culturali. Il fatto più curioso è che trovandosi nei pressi delle Gallerie del San Giovanni di Catanzaro, si odono voci di protesta con accento forestiero, diremmo tutti, qualcosa qui non va, chissà perché, ma poi si sa!…

Eppure il tour così spontaneo con il nostro sguardo sulla vita del centro, ci ha visto impegnati con mero interesse nel capire cosa stesse accadendo ai pochi avventori mal capitati. Le storie di routine in un capoluogo di regione ancora troppo indietro sullo sviluppo urbano e figuriamoci turistico, ci forniscono episodi di tipo rudimentale, quando a raccontarli in prima persona sono gli ospiti delusi e turisti mantovani. Le testimonianze rese nel video con inviato Andrea Paonessa, pubblicato sui canali social di Catanzaro Village Facebook, YouTube, Instagram, aprono ad indagare su particolari di uso pubblico in “comune”.

Si parte da una figura impegnata nel mostrare le Gallerie del San Giovanni, che, poco dopo, subisce ammonizione da tale assessore che, persino, “silura” questi poveri turisti accorsi a Catanzaro. Ogni riferimento a nomi, cose e persone, purtroppo, non è puramente casuale. In qualità di Presidente di un’ Associazione Culturale catanzarese, esprimo enorme indignazione e gia’ condivisa sui social con una miriade di utenti che commentano la triste faccenda nel programma on-line intitolato “PARLIAMONE” a cura di Valentina Vono. Nella giusta direzione che ogni amministrazione comunale dovrebbe percorrere in ovvi controlli, sopralluoghi e mai disordine, si pretendono azioni di contrasto al declassamento di pubblica immagine, parola chiave che un sano territorio meriterebbe senza troppa inerzia. Si aggiungono a questi, il chiaro dissenso collettivo per esortare e risolvere le obsolete lacune assessorili e di quella debita organizzazione prevista in ogni ruolo ben pagato.