Chi fa arrivare i verbali secretati alla stampa?

E’ chiaro che la mia pretesa non è certo quella di dare lezioni di giornalismo a chicchessia.

Primo, perché non lo sono e come dico sempre non aspiro ad esserlo, e poi perché non è “cosa da mia” dare lezioni, vista anche la mia nota ignoranza, a chi fa questo mestiere da anni con passione, dedizione e professionalità.

Sarebbe un confronto improbabile, nel quale soccomberei senza se e senza ma. Non fosse altro che per l’esperienza e lo spirito che contraddistingue me, da chi lo fa per mestiere. E’ l’approccio che fa la differenza.

cropped-testata-300x100.jpg Una cosa è usare un criterio professionale nello svolgimento di questo lavoro, altra cosa è la mia dedizione “sentimentale” nello svolgere questo compito. Non potrei mai competere con chi svolge questo lavoro con professionalità (che non vuol dire non avere sentimenti) perché, prima ancora che i “sentimenti”, specie nel lavoro giornalistico, conta la professionalità e la conoscenza “tecnica” di questo difficile, ma onorato lavoro. Conoscenze che io non ho. E dunque sarebbe per me, qualora accettassi una ipotetica sfida con un professionista del settore, come l’aver accettato di sfidare Maradona a chi palleggia di più. Una sfida persa in partenza. Dunque non mi avventuro su questo sentiero.

Ma nulla toglie al fatto che anche io possa esprimere il mio pensiero, senza per questo essere minacciato velatamente. Da quando abbiamo aperto il nostro giornale la nostra linea è sempre stata “dagli al ladrone”. Chiunque esso sia. E da qui non ci muoviamo.

Non facciamo distinzioni politiche, non ci accordiamo con nessuno, non prendiamo bustarelle. Agli inizi di questa avventura molti amici ci hanno sostenuto spassionatamente credendo nel progetto. Da 7 mesi a questa parte siamo autonomi. Guadagniamo in media 650/700 euro mensili, derivanti dalla pubblicità che ci manda Google.  Abbiamo una media di ingressi che supera i 60.000 utenti giornalieri.

Non ho mai pensato, quando scrivo, alle notizie in termini di scoop o dare buca a qualcuno. Perché non ne conosco il “significato”. Quello che mi importa, quando scrivo, è di informare le persone su argomenti che reputo importanti e prioritari, secondo un mio modo di vedere le cose. Che come si sa mi derivano da una cultura politica che fa parte della mia storia personale e pubblica.

In questo “lavoro” ho imparato che esistono le fonti. Senza di esse non esisterebbero gran parte delle notizie. Ma non solo, la notizia può arrivare  anche dal patrimonio di conoscenza ed esperienziale che ognuno si porta dietro. Ed è a questo aspetto che io attingo, avendo vissuto da sempre sui marciapiedi delle mia città.

Mi conoscono tutti a Cosenza. E da quando scrivo su Iacchite’, ancor di più. E mi capita adesso, con maggior frequenza di prima, che molti mi avvicinino per raccontarmi qualche storia. Non nego, sarebbe stupido farlo, che in redazione arriva di tutto, e tante sono le persone di ogni “categoria” che vengono a trovarci per raccontarci fatti e misfatti cittadini. Siamo, come sa la questura, un catalizzatore di notizie. E tra queste, non c’è dubbio, che possa esserci qualche polpetta avvelenata. Questo è pacifico.

dia_catanzaro E’ chiaro che la nostra battaglia sul malaffare è a 360 gradi e se ci siamo concentrati su una battaglia di legalità nella nostra città, è solo perché il malaffare esiste ed è concreto. E per dire questo, non ho bisogno di nessuna fonte all’interno della DDA, perché è patrimonio di conoscenza della città.

Chi sono i malandrini, quali sono le ditte prestanome di politici mafiosi, chi fa parte della cupola, sono cose che si sanno. Non serve una talpa per dire che Occhiuto e Potestio intrallazzavano con Daniele Lamanna. O che Potestio chiamava Bruzzese al telefono. Sono cosa che si sono viste in città, e che ogni cosentino sa.

mario giocaCome ogni cosentino sa che i voti in città si comprano. Questa è stata ed è una delle nostre tante battaglie. Che ad un certo punto ha trovato conferma in una clamorosa fuga di notizie con la pubblicazione dei verbali di Foggetti (che noi abbiamo ripreso). Quasi un anno fa. Nei quali il pentito confermava quello da me fino a quel momento raccontato: Occhiuto ha comprato voti dalla malavita cosentina.

Una fuga di notizie di cui abbiamo, come dice la Legge, subito informato le autorità preposte, non appena ne siamo venuti in possesso, informando il senatore Molinari prima e il capitano Borrelli poi. Che a loro volta hanno notiziato il PM Bruni titolare dell’inchiesta sul voto di scambio politico/mafioso a Cosenza e provincia. Nessuno ci ha fatto sapere più niente.

Voglio ricordare a chi parla di scoop presentato e non verificato, che la mia tesi sull’Occhiuto mafioso e non solo, trova conferma proprio nei verbali in fuga del Foggetti pubblicati per primo, e dunque lo scoop non è mio, dal solito giornale on line.

Il fatto che all’oggi non si sia verificato l’arresto di Occhiuto non è certo colpa mia perché ho raccontato una bugia (verbali docent), ma perché qualcuno, come stiamo dicendo da giorni, ha bloccato l’inchiesta. Altrimenti dovremmo pensare che quei verbali pubblicati come scoop dal giornale on line, dove si parla anche di Occhiuto, sono falsi. E quindi se la magistratura non è intervenuta, è perché quelle accuse non sono state mai fatte.

L'ispettore Ciciarello
L’ispettore Ciciarello

Ma sappiamo che non è così, perché proprio sulla base di quei verbali la DDA ha prodotto diverse operazioni: l’arresto di Principe, l’avviso di garanzia a Greco, l’arresto di Ciciarello. E a confermare la veridicità dello scoop del giornale on line, cioè che i contenuti dei verbali di Foggetti sono veri, intervenne anche l’allora procuratore capo Lombardo annunciando una inchiesta rigorosa su questa grave fuga di notizie.

Il problema non sta nel mancato realizzarsi dello scoop annunciato da me secondo il giornale online (che come abbiamo visto non è mio), ma la domanda da porsi è: chi e perché fa arrivare questo materiale alla stampa? Qual è il suo vero scopo? Avallare l’inchiesta, affossarla, bruciarla? E su questo qualcuno di dovere dovrebbe intervenire, stando alle regole.

Del resto è la legge che lo dice: questi verbali non si potevano pubblicare. Poi se la Legge qui non vale, questo è un’altra cosa. A distanza di quasi un anno la storia si ripete. Il solito giornale on line pubblica la “sintesi” di un verbale secretato in cui si dice che un deputato del PD è affiliato al clan Muto. E lo fa a distanza di un giorno da una grossa operazione proprio sulla costa tirrenica, regno incontrastato dei Muto.

Luberto
Luberto

Una notizia che coglie di sorpresa lo stesso Luberto titolare dell’inchiesta Frontiera, proprio in quel di Cetraro. Possibile che Luberto, che ha indagato sull’attività della cosca Muto, che ha pedinato, intercettato, spiato tutto e tutti, per anni, non si sia mai accorto della presenza di questo parlamentare accriccato con Muto?

E anche questa volta, come per i verbali di Foggetti, noi abbiamo ripreso questa “notizia” perché va nella direzione che il nostro giornale ha deciso di percorrere. E anche questa volta, nel rispetto della Legge, ci chiediamo come è possibile che tali atti secretati arrivino alla stampa. Così è facile fare gli scoop. E ci chiediamo se anche questa volta tutto finisce a tarallucci e vino.

Ci chiediamo, inoltre, se il dottor Gratteri, il dottor Bruni, il dottor Bombardieri e il dottor Luberto, non intendano aprire un fascicolo per chiarire una volta per tutte se esiste o no una talpa nella DDA. Vista la continua fuga di notizie.

Non penso che dicendo questo offendo qualcuno. C’è solo da capire se a queste latitudini la Legge è uguale per tutti. Se c’è qualcuno che si può permettere di pubblicare atti secretati senza incorrere in sanzioni oppure no. Se chiedo questo, sono passibile di ritorsioni?

Perché, se la Legge non è uguale per tutti, allora vuol dire che mi attrezzerò anche io. E su questo punto non molleremo, e il dottor Gratteri, che gli piaccia o no, dovrà dare una spiegazione che speriamo non sia come quella del dottor Lombardo, che si è conclusa dopo un annuncio roboante, in un niente di fatto.

Concludo dicendo che noi di Iacchite’ siamo sempre al fianco dei magistrati onesti, e in molte occasioni lo abbiamo scritto e riscritto. Elogiando il lavoro anche del dottor Luberto. Che molto si è speso in operazioni antimafia. Ma qui è successo qualcosa che non doveva succedere, e noi vogliamo capire di cosa di tratta. E la legge non può essere ignorata.

GdD