Corigliano. Perché Geraci cambia idea e dà il via libera alla mega-transazione per un noto professionista?

La Procura regionale presso la Corte dei conti di Catanzaro ha chiuso le indagini su una presunta gestione “allegra” delle finanze nell’ex Comune di Corigliano Calabro, durante la sua ultima amministrazione prima della fusione con l’ex Comune di Rossano. L’amministrazione in questione è quella dell’ex sindaco Giuseppe Geraci (foto). Unitamente all’ex primo cittadino coriglianese, complessivamente risultano indagate – per danno erariale – 31 persone: tutti i suoi assessori, i consiglieri comunali della sua maggioranza, e diversi funzionari dell’ex Comune alcuni dei quali nel frattempo collocati in pensione, altri tuttora in servizio nel Comune di Corigliano-Rossano qualcuno pure con incarichi di dirigenza amministrativa.

I magistrati della Procura contabile regionale hanno quantificato il supposto danno erariale in 219 mila euro. E, per ciascuno degli amministratori indagati, quantifica la somma da restituire all’erario: da 500 euro a 15 mila euro, che ciascuno dovrebbe sborsare di tasca propria. L’atto giudiziario è stato notificato nelle ultime ore a tutti gl’interessati. L’ex sindaco, gli ex amministratori e gli ex consiglieri comunali, avranno 45 giorni di tempo per controdedurre le contestazioni mosse nei loro confronti. L’inchiesta scaturisce da una circostanziata segnalazione depositata alla stessa Procura regionale della Corte dei conti catanzarese il 20 giugno del 2017, nella quale venivano denunciate alcune irregolarità contabili riconducibili alle azioni degli amministratori e dei funzionari dell’ex Comune in relazione alla difficile situazione finanziaria in cui versava l’ente, cui la stessa Corte dei conti aveva assegnato delle stringenti, severe prescrizioni.

Già. Ma chi aveva presentato quella denuncia? Fu fuoco amico. Amico… almeno fino a un certo punto dell’esperienza amministrativa dell’ex sindaco Geraci, vale a dire fin quando l’amico ricoprì lui stesso la carica d’assessore, cui fu promosso dopo avere avuto l’incarico fiduciario da parte dell’allora sindaco in qualità di responsabile amministrativo del Settore finanziario dell’ex Comune coriglianese. Si tratta di Enzo Claudio Gaspare Siinardi. E il fatto assai singolare è che lo stesso denunciante figura nell’elenco dei 31 indagati dalla Procura contabile, per la quale dovrebbe restituire all’erario 4.500 euro! Fonte: Altre Pagine, Fabio Buonofiglio

Fin qui la notizia diffusa ieri da Altre Pagine e che con tutta probabilità si riferisce a questa vicenda che abbiamo raccontato in due puntate grazie al contributo di qualcuno che dev’essere molto “informato” – per usare un eufemismo – sulla vicenda. Riproponiamo la ricostruzione.

PRIMA PUNTATA: Ex Comune di Corigliano… GERACI, LONGO e la “strana” transazione da 643 mila euro …

Prima di partire con gli episodi a puntate che avremo il piacere di narrarvi, sarebbe il caso di contestualizzare, seppure molto brevemente, il contesto ambientale in cui avvennero tali accadimenti nonché i protagonisti che li resero possibili. L’ex amministrazione Geraci di Corigliano ce la ricordiamo un po’ tutti. Fu quella che balzò agli onori delle cronache regionali e nazionali prima nell’ottobre del 2015, quando il fidato segretario comunale dell’ex sindaco Geraci, Salvatore Bellucci, già segretario di Geraci in una precedente consiliatura, definì la Commissione Straordinaria insediatasi dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’ amministrazione Straface (nel corso della quale consiliatura Giuseppe Geraci era consigliere comunale), quale “Mafia, proprio mafia, organizzata!!!” (https://www.sibarinet.it/index.php/notizie/17-cronaca/7019-corigliano-%C2%ABantimafia-quella-era-la-mafia-%C2%BB)
A seguito di tali gravissime affermazioni, l’ex sindaco Geraci, pur prendendone le distanze, arrivò addirittura a “ribadire, anche in questa occasione stima e fiducia” al Bellucci, tenendoselo ben stretto fino all’ultimo giorno (https://www.coriglianocalabro.it/index.php/cronaca/10329-affermazioni-segretario,-sindaco-prende-distanze).

Nel successivo marzo 2017, arriva una nuova tegola sull’ex amministrazione Geraci. L’ex Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, su delega del Ministro dell’Interno, dispone l’accesso antimafia nel Comune di Corigliano Calabro “allo scopo – fu detto in un comunicato – di accertare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa”. Dopo 9 lunghi mesi di accesso, a dicembre 2017, il Ministero decise di non sciogliere l’allora amministrazione comunale. Successivamente all’ufficialità del mancato scioglimento e nello stesso dicembre 2017, l’ex sindaco Geraci, scorrendo una graduatoria di anni e anni prima, assunse al Comune la nuora, moglie del primogenito. Ma di queste fattispecie parleremo approfonditamente in altre puntate.

L’avvocato Longo, invece, assunse il ruolo di responsabile dell’avvocatura comunale presso l’ex Comune di Corigliano Calabro, ruolo che mantenne per tutta la consiliatura Geraci e fino all’altro ieri quando il sindaco Stasi decise di defenestrarlo dalle mansioni di Responsabile del settore Avvocatura della neo costituita Città di Corigliano-Rossano.

E veniamo ai contenuti dell’episodio odierno.
Siamo nei primi anni ’90 ed un noto professionista locale fa causa al Comune di Corigliano Calabro in quanto quest’ultimo avrebbe provveduto ad occupare illecitamente le sue proprietà per costruire una strada, quella della Iacina, per collegare l’Ospedale Compagna alla Statale 106. La causa, poi persa in appello dal Comune di Corigliano Calabro, durò anni e, come affermerà lo stesso Longo, venne gestita, unitamente ad altre, “con superficialità giuridica”, da chi però non si sa. Si concluderà soltanto nel 2013 e verrà notificata all’ex amministrazione Geraci nel marzo 2014. Il danno quantificato dalla Corte di Appello di Catanzaro, dai 192 mila euro iniziali, arrivò alla cifra astronomica di oltre 623 mila euro a causa della rivalutazione del capitale e degli interessi moratori. Ma questa non fu di certo né la prima e né l’ultima causa persa dal Comune di Corigliano.
Nel marzo 2014 il Comune è nel panico perché è a un passo dal dissesto finanziario ma il responsabile dell’avvocatura Longo è sereno, pur essendo stata trattata “con superficialità giuridica”, la causa è comunque persa in appello e, dunque, va pagata come debito fuori bilancio, come è giusto che sia. Ad un ulteriore grado di giudizio non ci pensa nessuno…

SECONDA PUNTATA

… Ma le voci che girano in Comune sono tante. Soprattutto quelle che partono dal Settore Lavori Pubblici. Molti non ci vedono chiaro e, come ben sapete, prima o poi le voci arrivano pure all’ex sindaco. L’ex sindaco Giuseppe Geraci. Lo stesso vuole capire che succede con questa sentenza, come mai girano certe voci e, allora, commissiona all’allora Responsabile dei Lavori Pubblici ingegnere Durante una relazione tecnica approfondita per comprendere se i 623 mila euro andassero pagati o, invece, se il Comune potesse continuare a difendere le proprie ragioni nelle sedi più opportune. Il solerte ingegnere Durante, valente professionista del Comune, all’epoca Responsabile dei Lavori Pubblici, confeziona una relazione certosina dalla quale si evincono parecchie cose interessanti.

La prima, e forse la più importante, è che nella sentenza della Corte di Appello, sempre secondo Durante, vengono valutate come edificabili, ai fini del calcolo del danno, delle aree che, in realtà, sarebbero certificate come agricole dal Piano Regolatore Regionale, facendo lievitare, e di molto, l’importo del danno, perché una cosa è pagare un terreno agricolo ed un’altra è pagare un terreno edificabile. E la certificazione che trattasi di “zona agricola” viene firmata dallo stesso segretario Bellucci.

Non solo, sempre l’ingegnere Durante individua nella sentenza incongruenze tra aree edificabili ed aree residuali e, addirittura, si rende conto pure di come la sentenza abbia finito per conteggiare ai fini del danno pezzi di terreno nemmeno più di proprietà del professionista, in quanto nel frattempo già espropriati per pubblica utilità dalla Regione e dallo stesso Comune. Insomma, Durante all’epoca ritiene che l’ex amministrazione Geraci debba adottare tutte le azioni necessarie affinché in un nuovo giudizio vengano valutati correttamente i valori dei terreni espropriati, evidentemente, a detta dello stesso professionista, valutati ben in eccesso.

Questa relazione viene ampiamente accettata sia dall’ex sindaco Geraci che dall’ex responsabile dell’avvocatura Longo, i quali non solo la condividono ma ne definiscono le risultanze quali elementi “inequivocabili” al fine di tutelare gli interessi dell’Ente in un nuovo giudizio. Di conseguenza, con la deliberazione n. 178 del 25 settembre 2014, proposta dallo stesso Longo, nella quale sono riassunte perfettamente e copiosamente le motivazioni per le quali si ritiene di tutelare l’Ente, viene dato mandato all’avvocato Donato di procedere “agli instaurandi procedimenti giudiziari di revisione della Sentenza della Corte di Appello di Catanzaro n. 680/2013 e contestuale opposizione a ricorso presso il TAR Calabria”.

La delibera di incarico all’avvocato Donato, proposta dallo stesso Longo, viene firmata da sindaco, vicesindaco, segretario e tutti gli assessori e pubblicata sull’albo pretorio del Comune. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio. Successivamente a ciò, e nel febbraio 2015, l’avvocato nominato dal Comune di Corigliano rinuncia all’incarico. Nulla di strano, capita. Tutto lascerebbe pensare che l’ex sindaco Geraci e l’ex responsabile Longo, e sempre sulla scorta degli elementi “inequivocabili” riscontrati dall’ingegnere Durante e ampiamente condivisi dagli stessi, provvedessero a nominare un nuovo avvocato il quale si facesse carico di proporre giudizio di revisione e ricorso al TAR, come originariamente deciso. Nulla di tutto ciò invece avvenne.

Infatti passava il tempo, ma Geraci e Longo, nonostante gli “elementi inequivocabili” contenuti nella relazione Durante, la quale avrebbe potuto permettere di continuare a tutelare gli interessi dell’Ente nelle apposite sedi competenti come da loro stessi affermato, non solo non provvedevano a nominare nessun nuovo legale ma neanche l’avvocatura Comunale si attivava autonomamente, né pagavano quanto dovuto al professionista e nel mentre gli interessi continuavano a gonfiarsi.

Intanto il professionista, giustamente, faceva ricorso al TAR affinchè il Comune pagasse quanto dovuto fino al luglio 2016, quando l’ex Amministrazione Geraci, con deliberazione di giunta comunale n.153 del 27.07.2016, pubblicata sull’albo pretorio, proposta dallo stesso Longo, e firmata da Geraci, oltre al vicesindaco, e a tutti gli assessori tranne uno, riconosce il debito al noto professionista, oltre agli interessi che nel frattempo erano ulteriormente maturati, per l’ammontare di ben 643.530,60.

La cosa davvero interessante è che nella delibera relativa alla transazione non si fa alcun riferimento alla relazione dell’ingegnere Durante, non si fa alcun riferimento agli “elementi inequivocabili” i quali avrebbero potuto consentire una riduzione notevole nel calcolo del danno, nessun riferimento alla deliberazione n.178 del 2014 con la quale il Longo e Geraci incaricavano l’avvocato Donato di tutelare gli interessi dell’Ente in nuovi giudizi, nulla di tutto ciò. Ma si evidenzia solo la necessità di procedere al pagamento, senza se e senza ma.

Le domande che tutti si pongono da anni all’interno del nuovo Comune di Corigliano-Rossano, e che prima o poi dovranno porsi anche il sindaco Stasi e il segretario Lo Moro, sono le seguenti.
1) Per quale motivo Geraci e Longo non hanno dato seguito a quanto da loro stessi deciso con la deliberazione n.178 del 2014? Ovvero, perché dopo la rinuncia del primo avvocato non hanno provveduto a nominarne un altro per tutelare gli interessi dell’Ente nelle sedi competenti sulla base della relazione Durante la quale evidenziava elementi “inequivocabili” a favore del Comune a detta degli stessi Geraci e Longo?

2) Perché la relazione dell’ingegnere Durante non viene citata nella successiva delibera di transazione con la quale vengono pagati i 643 mila euro? E Perché non viene citato neppure tutto l’iter seguito dall’ex Amministrazione Geraci e sfociato nella nomina e poi nella rinuncia dell’avvocato Donato?

3) Come mai Giuseppe Geraci e Antonio Longo, nonostante avessero essi stessi considerato “inequivocabili” le risultanze della Relazione dell’ingegnere Durante successivamente cambiano idea e pagano al professionista i 643 mila euro? Forse sulla base di nuove evidenze e consulenze nel frattempo intervenute? E perché mai queste eventuali nuove evidenze e consulenze non sono state citate e riportate in delibera?

4) Come mai Geraci, Longo, vicesindaco ed assessori prima firmano un incarico ad un avvocato per tutelare gli interessi dell’ente sulla base della relazione Durante e poi firmano l’esatto contrario stabilendo di pagare i 643 mila euro? Nessuno in Giunta si è mai chiesto sulla base di che cosa è avvenuto questo dietro-front???

Quello che non si capisce, molto semplicemente, è perché prima Geraci e Longo dicono che si devono tutelare gli interessi del Comune mentre poi cambiano idea e pagano comunque i 643 mila euro. Sulla base di cosa hanno cambiato idea?
Staremo a vedere come deciderà di procedere l’ Amministrazione di Corigliano-Rossano.
Alla prossima puntata.