Corigliano-Rossano, ancora in coma il 26enne: le indagini e i risvolti politici

Antonio Barbieri, il 26enne rossanese ferito gravemente in un agguato sabato sera, si trova nel reparto di Rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza da sabato notte, dopo il trasferimento dall’ospedale Giannettasio di Rossano. Il ragazzo è in stato di coma e i medici non sono per nulla ottimisti sulla sua disperata lotta contro la morte.

Nel frattempo, a Corigliano-Rossano, impazzano le voci sul movente che ha scatenato l’ennesimo fatto di sangue e non sono pochi quelli che collegano questo tentato omicidio ad altre morti violente avvenute in questi ultimi tempi.

Si sussurra che alla base del tentato omicidio ci possano essere questioni legate a debiti pregressi del ragazzo con esponenti della criminalità organizzata rossanese e che Barbieri fosse stato già vittima di un “avvertimento”. Poi a settembre era partito con destinazione Germania ed era rientrato da poco. In molti si sono chiesti come avesse fatto ad acquistare un’auto così costosa come la Mercedes sulla quale è stato trovato in fin di vita e qualcuno si sbilancia nell’affermare che probabilmente era riuscito ad avviare un nuovo “giro” autonomo di affari, che avrebbe indispettito ancora di più la malavita locale. Ieri sera un pregiudicato di Corigliano è stato portato in caserma: è stato sottoposto all’esame dello stub ed è stato interrogato ma poi è stato rilasciato.

Infine, sull’accaduto si registra la preoccupazione della deputata del M5s Elisa Scutellà. “Ho già sollecitato ed abbiamo ottenuto – si legge in una nota – un rinforzo del personale in dotazione alle forze dell’ordine cittadine. Ma sono ben conscia che bisogna fare ancora di più. Il mio obiettivo infatti è ottenere l’istituzione di un distretto di polizia. La nostra realtà è ad altissimo rischio criminalità come testimoniano gli ultimi accadimenti”.

La deputata pentastellata però non si ferma qui nella sua analisi. “Il Tribunale in questo territorio non è uno sfizio, ma una necessità, per questo motivo continuerò, ancora più motivata, la battaglia; non si può continuare a trattare la sibaritide alla stregua delle altre realtà italiane. Questa è un territorio molto diverso, più difficile e solo chi lo vive quotidianamente riesce a rendersi conto che senza presidi di giustizia la criminalità si sente padrona e libera di fare il bello e il cattivo tempo”.