Corigliano-Rossano e Rende 2019, Graziano e Manna tra due fuochi

Ma perché Marcello Manna a Rende e Giuseppe Graziano a Corigliano-Rossano indugiano così tanto ad ufficializzare la loro candidatura alla guida delle rispettive città di competenza? Eppure, sia nella città d’oltre Campagnano che nella neonata città unica dello Jonio, la terza per numero di abitanti di tutta la Calabria, tutti non solo danno per scontato che saranno della “partita” ma addirittura li danno già vincenti, favoritissimi se dovessimo usare una metafora sportiva.

Ma, nonostante siamo arrivati quasi all’inizio della primavera, nonostante tutti i loro “avversari” si siano presentati al loro elettorato con convention più o meno partecipate e nonostante manchi appena più di un mese alla presentazione ufficiale delle candidature con le rispettive liste, niente di ufficiale, solo le solite voci.

A Rende, finanche Sandro Principe, sotto processo per mafia a Catanzaro, sta valutando se scendere in campo mentre molti altri hanno già dato vita alle loro iniziative e lui, il quaquaraquà per eccellenza della politica cosentina, uno dei “vuccazzari” più rinomati di tutto l’apparato, ancora indugia, cincischia e prende tempo.

A Corigliano-Rossano, invece, il clima politico si sta surriscaldando a sinistra per l’aspro duello tra Gino Promenzio e Flavio Stasi, che – a quanto pare – stanno allargando e non poco le loro rispettive coalizioni e si accusano vicendevolmente di avere imbarcato transfughi del centro e addirittura della destra, con tanto di “soggetti” che dovrebbero stare, di norma, proprio a fianco del generale Graziano. Che però, incredibilmente, anche lui come Manna, non si decide a prenotare il fatidico cinema per annunciare urbi et orbi la sua decisione.

E allora, a questo punto, possiamo provare a ipotizzare il vero motivo di questo temporeggiare che inizia a diventare “preoccupante” per i sostenitori dei due scadenti politici nostrani. Si dice – e non da oggi a dire il vero – che entrambi siano attenzionati, per usare un eufemismo, dalla Dda di Catanzaro all’interno di questa grande e strombazzata inchiesta sulla massomafia calabrese. Di Manna, addirittura, sono già usciti fuori verbali a dir poco compromettenti, che riguardavano la campagna elettorale del 2014.

Quanto al generale Graziano, il suo problema si chiama Carminuzzu ovvero Carmine Greco, maresciallo dei Carabinieri Forestale arrestato a luglio dello scorso anno e pedina fondamentale per le strategie della Dda. Per sventura di Graziano, il maresciallo è proprio il suo degno compare di mille avventure e la circostanza diventa giorno dopo giorno più imbarazzante. Ovviamente, non è detto che ci sia bisogno di una retata per bloccare le ambizioni dei Nostri, a volte succede anche che un aspirante candidato, magari per non attirare ancora troppe attenzioni, si defili e magari riesce pure a farla franca. Nel frattempo, si temporeggia finché è possibile.