Coronavirus, verso una Fase 2 in due tempi: prima aziende, poi spostamenti

La curva flette, la discesa è vicina, l’indice di contagio è 1 ma qualsiasi decisione sulla riapertura deve essere orientata verso la “massima cautela” e si va verso un primo step che riguarderebbe le attività produttive e solo in un secondo momento gli spostamenti e gli uffici. Il giorno dopo l’annuncio del decreto liquidità per garantire credito alle imprese, gli occhi del governo italiano sono puntati da un lato su Bruxelles, dove l’Eurogruppo discute il pacchetto di aiuti dell’Ue, e dall’altro fronte interno sul tema della futura Fase 2. Ovvero come e quando verranno allentate le misure, in scadenza il 13 aprile, di fronte a una curva dei contagi che, adesso si sbilancia anche l’Istituto Superiore di Sanità, inizia a flettere, come dimostrano i 3.039 nuovi casi scoperti nelle ultime 24 ore (+2,29% rispetto a ieri) e “appena” 791 in Lombardia.

Verso una Fase 2 in due step: prima aziende, poi spostamenti
La flessione della crescita e l’approccio alle riaperture è stato al centro dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il Comitato tecnico-scientifico che avrebbe raccomandato una “linea di grande prudenza”. La curva, è emerso nel corso della riunione, “ha un andamento positivo” ma “basta poco perché risalga”. Quindi, è la linea, “non bisogna abbassare la guardia”. Per questo, si va verso una Fase 2 in due step: il primo riguarderebbe piccole aperture per le attività produttive, mentre il secondo interesserebbe una rimodulazione delle misure per spostamenti e uscite. In ogni caso non sarebbero ancora stare ipotizzate date e la linea ribadita sarebbe quella della “gradualità e prudenza” nelle riaperture.