Cosenza 2016, il mercato delle vacche/7.

Ciacco

In molti sanno che Antonio Ciacco, figlio dell’ex preside del Liceo Classico Telesio Geppino, è una persona a dir poco “strana“.

Anche se magari solo i più stretti familiari sanno che si è laureato sì,  con 110 e lode, in Giurisprudenza a Napoli, ma è cresciuto senza grande autonomia comportamentale,  dovendo sentirsi con i genitori almeno 2 volte al giorno, vista la distanza da casa enorme, poverino…

Questo di sicuro non fa reato,  ma … “qui comincia l’avventura del signor Bonaventura …”.

Tornato a casa alla fine degli anni Ottanta, inizia subito una “brillante” carriera di avvocato avendo una certa eco mediatica la sua difesa dei Frangella, presunti assassini di Roberta Lanzino ma scagionati perché anche un bambino avrebbe capito che gli assassini non potevano essere loro.

Ciacco “frequentava” lo studio dell’avvocato Gemelli (mi pare si chiamasse Giambattista), se non proprio usuraio, vicino a questi ambienti e di sicuro uno di quegli avvocati “praticoni” da cui stare alla larga 1.000 chilometri.
Su una mente “delicata” come quella di Ciacco, Gemelli ha facile gioco manipolativo con le peggiori conseguenze. Ma comunque c’era anche farina del suo sacco.

Ciacco, in particolare, è protagonista di alcune cause in cui si dice che truffò gli stessi clienti che difendeva.
Non guardando in faccia nessuno, neanche la famiglia della ragazza del tempo di suo fratello Lorenzo, che difese per una serie di espropri di terreni fatti dall’Università.

A quella povera famiglia spillava soldi e faceva credere che la causa stava andando avanti, e bene, mentre poi scoprirono che le carte attestanti “presunte vittorie legali”, erano completamente false, timbri del tribunale compresi.

E così per tanti altri clienti, a tal punto che il cerchio di denunce stava per creare grossi casini giudiziari a “Ciacchetto” ma soprattutto a quel “galantuomo” del padre,  il noto preside del Liceo Classico Telesio e vecchio compagno comunista Geppino Ciacco, che dovette mettere, disperatamente, mano al portafoglio per risarcire le tante persone truffate dal promettente “uomo di legge”, e che spuntavano da ogni dove. Le questioni, tanto per essere chiari, erano diventate talmente imbarazzanti che finanche la Gazzetta del Sud fu costretta ad occuparsene. 

Disperato e senza molte vie d’uscita, Geppino Ciacco prova a spianargli la strada della politica, tanto in quell’ambito sono tutti ladri e così, nei magnifici anni Novanta, dopo la svolta della Bolognina, “Ciacchetto” entra nel PDS e diventa anche consigliere comunale sfruttando al massimo la sua decadente ars oratoria e comunque continuando imperterrito a svolgere i suoi soliti traffici. Con una certa predilezione per i pagherò scoperti, e le truffe ai familiari.

giunta perugini All’epoca di Perugini sindaco, Antonio Ciacco entra a Palazzo dei Bruzi alla fine del 2007, dopo aver vinto un ricorso ai danni di quel cazzone di Marco Ambrogio, e diventa addirittura presidente del consiglio comunale e della commissione Sanità (nel 2010) recuperando un certo nonsoche di dignità ma sapete tutti che tipo di marmaglia c’era (e ancora circola!) all’interno di quella coalizione.

L’esperienza, tuttavia, gli serve per entrare nelle grazie del PD e dei vari furfanti che lo gestiscono: Nicola, Carletto, Madame Fifì… Visto che non era cosa sua fare l’avvocato, il povero papà Geppino, prima di morire (un anno e mezzo fa), lo inserisce a fare il “professore” da qualche parte e così si crea un’aurea di credibilità accettabile ma il soggetto quello è, c’è poco da fare.

Oggi Antonio Ciacco viene “clamorosamente” inserito nella lista del PD, quella lista all’interno della quale (con decenza parlando) trova posto la feccia della società cosentina e “Ciacchetto” si sta dando parecchio da fare, soprattutto all’interno del Liceo Scientifico “Fermi”, dove è membro del Consiglio di istituto e del Comitato di valutazione e ha creato una sorta di segreteria guccioniana con la complicità della preside Bilotta.

Sinceramente non sappiamo che fine farà questa tornata elettorale ma certamente sappiamo che il buon Ciacco resterà sempre quello che è: un traffichino al soldo della peggiore parte della politica cosentina.