Cosenza 2016: Lucio Presta, Pino Tursi Prato e il “codice penale”

La parte sana del giornalismo cosentino ha snobbato la coppia Presta-Del Debbio. Qualche amico nostro, non giornalista, c’era ed ha appuntato qualcuno dei presenti.
Tutta gente servile al potere o che sta ccu dua pedi ntra na scarpa.
Parliamo soprattutto di alcune persone di contorno che prendono bei soldini e fannu i fissa ppi un ji ara guerra.
In testa Don Giovanni Varca, autista illegittimo di Mario Oliverio. Com’è noto, Varca è in pensione e non può ricevere i tremila euro mensili che gli dà la Regione. Nessuno dice niente e l’illegalità continua. E Don Giovanni, grande amante del buon vino, ha messo la figlia come vice capogabinetto del Presidente del consiglio regionale.

Alla faccia nostra e della legge Madia.
C’era, defilata, Anna Cipparrone, funzionario della Provincia, stabilizzata da Palla Palla.
La signora Cipparrone flirtava con il centrodestra sognando di fare la dirigente al Comune.
In platea, Mario “tipi tipi” Caligiuri, altro scienziato della politica, capo segreteria di Salvino al Dipartimento dell’Agricoltura.

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E poi, ancora, l’immarcescibile Pino Tursi Prato, la cui figlia Medina (dicono voci sempre più insistenti) sarebbe candidata nella fantasmagorica lista del PD e viaggia in tandem con Damiano Covelli. Garantisce Nicola!

Sì, perché Medina ha già avuto in regalo da Nicola un contratto da 30 mila euro annui in quel che resta di Fincalabra, come abbiamo scritto qualche tempo fa.

Ora, non stiamo qui a rievocare il “curriculum” di Tursi Prato, che così come Franco Morelli è diventato una sorta di capro espiatorio di una Tangentopoli conclamata ma rimasta impunita, ma la sensazione è che si stia andando decisamente oltre.

Ci dicono che Presta ieri ha citato “il codice penale”.

Miagliu ca chiuda ra vucca.

Ps: traduci Lucio