Cosenza 2021. I primi 10 nodi da sciogliere e quei fuochi d’artificio “esagerati” (di Giulio Bruno)

di Giulio Bruno

I fuochi d’artificio come i colpi di kalashnikov dopo la destituzione di Saddam Hussein. La gente in piazza alla stregua delle Primavere Arabe, come quando in Libia si mise fine alla dittatura di Gheddafi. Forse un tantino esagerato, ma tant’e’.

La vittoria di Franz Caruso al ballottaggio di Cosenza apre un nuovo ciclo che solo il tempo potrà dire se sarà in grado di confermare le speranze e le attese degli elettori che lo hanno votato. La scommessa sta tutta qui, il difficile inizia adesso, dopo i festeggiamenti e la soddisfazione dei vincitori. Compito arduo e per nulla scontato, perché non va dimenticato che il risultato delle urne è stato raggiunto dopo un ribaltone nel turno di ballottaggio grazie ai voti di chi, quindici giorni prima, aveva proposto un diverso programma di governo cittadino. Cosa ci si aspetta, dunque, dalla nuova amministrazione comunale? Cito i primi 10 punti che mi vengono in mente:

1) la restituzione di Viale Parco alla città, tenendo ben presente l’esigenza di decongestionamento del traffico cittadino. In altre parole, va fatta marcia indietro sulle nuove piste ciclabili e sulla chiusura al transito delle automobili di quella parte residuale ancora percorribile;
2) una gestione più efficiente del servizio di raccolta dei rifiuti, soprattutto nei quartieri periferici;
3) una gestione del servizio idrico rispettosa di una società civile;
4) il rilancio della cultura, dei teatri, dei luoghi di aggregazione, della letteratura, della musica, della poesia che abbia Cosenza come denominatore comune;
5) una gestione della cosa pubblica più trasparente e meno arrogante;
6) la riapertura di via Roma e la cancellazione di quell’assurdo doppio senso di marcia a piazza Fera (utilizzo la vecchia toponomastica);
7) la valorizzazione del Planetario, oggi vero e proprio oggetto misterioso;
8) ‘impegno per sanità e lavoro, nei limiti delle competenze e delle funzioni amministrative comunali, nonché l’attenzione verso i ceti più deboli della popolazione;
9) la riqualificazione del centro storico con progetti di ripopolamento e risanamento architettonico;
10) un miglioramento generalizzato delle zone più degradate, da via Popilia a via degli Stadi.
In poche e semplici parole, una netta discontinuità con l’amministrazione Occhiuto e una gestione non troppo condizionata dai poteri forti che lo incalzeranno.
Senza tutto questo, alla fine rimarranno solo i fuochi d’artificio.