Cosenza, a denunciare Spagnuolo è stata la Manzini sollecitata da Morra

Una delle domande che il direttore fece all’epoca agli investigatori del Ros durante l’interrogatorio, avvenuto quasi un anno fa, come persona informata sui fatti, in merito agli intrallazzi del procuratore Spagnuolo fu questa: ma chi è stato a denunciare il procuratore Spagnuolo?

I carabinieri risposero alla domanda mostrando al direttore un foglio scritto a penna sostenendo di essersi “attivati” dopo la presentazione di un esposto alla procura di Salerno. A denunciare Spagnuolo, secondo quel foglio, era stato il direttore Carchidi. Il direttore chiese ed ottenne di meglio guardare il foglio scoprendo subito, e ad occhio nudo, che qualcuno aveva falsificato pacchianamente la sua firma. Un esposto, insomma, che il direttore non aveva, e non ha mai presentato. Ma tanto era bastato ai carabinieri per affrontare un viaggio da Salerno a Cosenza in “anonimato”, per sentire l’accusatore principale di Spagnuolo. Era chiaro che la “cosa puzzava”. E il principale dubbio era questo: … com’è possibile che la procura di Salerno, che ha sempre nascosto o insabbiato ogni querela loro giunta che riguardava la procura di Cosenza e non solo, ha aperto un fascicolo sul procuratore capo di Cosenza sulla base di un esposto palesemente farlocco?

Del resto quel pezzo di carta mostrato al direttore era privo dei necessari riferimenti burocratici che di regola si appongono ad ogni atto amministrativo: protocollo, orario di deposito, timbro della cancelleria, come se la denuncia fosse arrivata sul tavolo delle procura di Salerno in forma anonima, o chissà per quale altra strada.
Stuzzicati dalla pacchiana scusa dei carabinieri, abbiamo nel tempo approfondito, ed oggi siamo in grado di dirvi con certezza assoluta che a denunciare Spagnuolo alla procura di Salerno è stata la dottoressa Manzini, sostituto procuratore aggiunto presso la procura di Cosenza. E questo spiega l’intervento dei Ros, e della procura di Salerno che di fronte alla denuncia di un magistrato non hanno potuto far finta di niente. Altro che esposto a firma Carchidi.

È chiaro che anche questa inchiesta sarà archiviata, non prima però di aver svolto fittiziamente l’iter giudiziario previsto dalla legge, giusto perché la denuncia arriva da un magistrato, e devono far vedere di aver fatto tutto a norma di legge. Stessa sorte, ovvero l’archiviazione, toccherà agli altri 14 magistrati del distretto di Catanzaro indagati sempre dalla procura Salerno per gravi reati di corruzione e collusione con le organizzazioni mafiose, denunciati da altri magistrati. Tutti archiviati e tutti a casa. Questa è la linea di Salerno.

A convincere la Manzini a denunciare Spagnuolo fu proprio Nicola Morra, durante il suo primo mandato da senatore e dopo aver presentato diversi esposti sugli appalti spezzatino di Occhiuto. Tutti sanno che Nicola Morra entrava e usciva dalla stanza della Manzini quasi come fosse casa sua. E la Manzini si era fidata delle parole di Morra che dicevano che una volta al governo le cose sarebbero cambiate ed era meglio per lei evidenziare la differenza tra il suo onesto operato e quello della corrotta procura. Come a dire: cara Marisa, quando arriveranno gli ispettori ministeriali a Cosenza, la denuncia fatta servirà a far capire la tua estraneità a tutti gli intrallazzi che scopriranno.

Ma le cose non sono andate come pensava Morra, costretto a fare marcia indietro rispetto a tutte le promesse fatte alla Manzini. Qualcuno, come vi abbiamo già raccontato, dopo la nomina a presidente della commissione antimafia, ha “consigliato” Morra di stare lontano dalla città, pena lo sputtanamento di tutti i guai che riguardano il figlio. Da allora Morra non ha più pronunciato una sola parola sul “Sistema Cosenza”. Argomento sempre all’ordine del giorno in tutti i suoi incontri con la Manzini. Una retromarcia che non è piaciuta alla Manzini che al quel punto, dopo aver capito che gli scheletri nell’armadio di Morra non gli avrebbero mai permesso di condurre quella battaglia per la legalità tanto promessa, ha chiesto al senatore di porre rimedio a questa situazione che l’esponeva e l’espone a ritorsioni e vessazioni da parte dei suoi colleghi corrotti, tutti al corrente che a denunciare Spagnuolo è stata lei.

In poche parole: visto che Morra non può fare più niente per porre fine alla corruzione nei pubblici uffici in città, perché ricattato da masso/mafiosi, né può più offrire garanzie e coperture politiche, è stato costretto a trovare una sistemazione diversa alla Manzini, che non può più restare nella procura di Cosenza, dove è vista come una infame, perché a metterla in questi “guai” è stato proprio lui.
E Morra per rimediare si è dato subito da fare, tirando fuori dal cilindro la richiesta al CSM di trasferire come “consulente” per la Commissione Antimafia, la dottoressa Manzini. Richiesta che è stata accolta e che prevede il trasferimento della Manzini in un altro ufficio, lontano da Spagnuolo e compari.
Questa è la realtà, questo è quello che realmente è successo dietro le quinte. È così che vanno le cose a Cosenza, isola felice per corrotti, ladri di stato, truffatori seriali e servitori dello stato infedeli. Altro che ‘ndrangheta!

GdD