Cosenza, ancora tanta rabbia in piazza contro uno stato assente e violento

Se sabato scorso la presenza delle forze dell’ordine al corteo di Cosenza era stata discreta e tollerante, stavolta i manifestanti vengono “accolti” da uno schieramento antisommossa in piena regola. Compaiono caschi e scudi, la polizia presidia tutta la zona dello svincolo autostradale di via Pasquale Rossi chiudendo preventivamente il traffico fino alla “rotonda” che da viale della Repubblica immette su via Roma.

La partecipazione alla manifestazione non è dilagante come due giorni prima ma in piazza con striscioni e cartelli ci sono comunque almeno 300 persone. I cori e gli slogan ricalcano quelli di sabato. I boss della sanità vengono contestati a più riprese. “Gentile-Morrone-iGreco vaffanculo” rimbomba ancora molto forte fino alle finestre della clinica La Madonnina, una delle galline dalle uova d’oro dei faccendieri di Terravecchia. Il grido “Sanità pubblica” è sempre più forte e accomuna tutti gli squallidi protagonisti delle ultime tragicomiche vicende legate alla sanità calabrese, che ormai occupano stabilmente i pollai della televisione di regime. 

La rabbia è tanta e inevitabilmente il clima con le forze dell’ordine si fa teso. I manifestanti vorrebbero passare dall’altra parte dell’autostrada ma i celerini non sono per niente d’accordo: parte così una carica “leggera” della polizia. Qualcuno rimane contuso dalle manganellate ma niente di preoccupante. Dal megafono, a pochi passi dai blocchi dei poliziotti, si urla il risentimento nei confronti di un atteggiamento violento che trova poche giustificazioni ed è alimentato da uno stato sempre più assente ma la tensione si scioglie presto. Oggi comincia un altro giorno di battaglia.