Cosenza Calcio, Leonardo Perez tra “saluto romano”, “mi vogliono morto” e gli schiaffi col mister

Di Leonardo Perez, classe 1989, attaccante, non si può certo dire che passi inosservato. La sua carriera da un paio d’anni a questa parte è piena di episodi controversi e discutibili che ne hanno inevitabilmente condizionato il rendimento. I siti specializzati lo danno per certo al Cosenza anche se ancora manca l’ufficialità. E in città già si discute se è un affare, un “colpo” oppure no.

La stagione d’oro dell’attaccante itoloargentino è stata la 2014-15 culminata con la promozione dell’Ascoli in Serie B. Perez segna 12 gol ed esulta con il saluto romano, imitando il laziale Paolo Di Canio. Certo, in Serie C il fatto ha meno risalto ma con il ripetersi dell’esultanza ad Ascoli, dove brilla una medaglio d’oro al valore militare per attività partigiana sul gonfalone della Provincia, è inevitabile che si scateni la bufera. E finisce che l’Associazione partigiani (Anpi) si scontra duramente con le esultanze del bianconero Leonardo Perez, centravanti accusato di fare «l’ennesimo oltraggio inferto all’immagine della città di Ascoli».

Il calciatore esulta con una serie di movimenti che si conclude con un braccio sollevato in aria che riporta inevitabilmente a quello di hitleriana o mussoliniana memoria, che i tifosi più “tolleranti” hanno ribattezzato “il saluto del soldato Perez”. Il diretto interessato dice che quell’esultanza è solo il frutto di uno scherzo nato in precampionato tra lui e il compagno di squadra Chiricò ma non gli credono in molti. La polemica, invece, si acuisce eccome. Prima dell’Anpi l’avevano fatto un paio di siti Internet di Pisa e Livorno, piazze (e stadi) dove certi gesti non è peraltro nemmeno consigliabile pensarli. L’Anpi ha messo nero su bianco scrivendo al presidente dell’Ascoli Francesco Bellini.

L’Ascoli Picchio non ha risposto. Sul sito ufficiale della società l’ha invece fatto Perez, cognome ispanico ma giovanotto pugliese doc: «In merito alle polemiche relative alla mia esultanza dopo i gol, tengo a precisare che la stessa non ha nessun connotato politico e invito tutti a non strumentalizzarla, attribuendole significati che non ha».

«Volevamo scriverle da tempo per segnalare una serie di episodi che vedono protagonisti alcuni settori della tifoseria locale» tuona l’Anpi che tira in ballo anche l’antifascismo professato da Cino Del Duca, benefattore e imprenditore di Montedinove che a metà anni ’50 rilevò l’Ascoli trasformandolo nel… suo cognome, che negli anni ’20 riparò in Francia dove partecipò alla Resistenza d’oltralpe. I termini usati dall’Anpi sono pesanti. L’Anpi ricorda anche la foto che in passato aveva ritratto l’allora assessore provinciale Andrea Antonini in curva sud con croce celtica sulla sciarpa. «Siamo sicuri che lei condivide le nostre preoccupazioni – conclude l’Anpi – e vorrà farsene carico richiamando giocatori e tifosi al rispetto delle leggi e della memoria antifascista di questa città».

Dopo la polemica, Perez non ha esultato più con il saluto romano anche perché nei successivi campionati è andato a segno raramente.

Nella tifoseria la circostanza fa discutere. Sergio “Canaletta” Crocco afferma: “Ci sono cose che per me sono più importanti anche di cento gol che potrebbe fare Perez. Dopo aver visto questa immagine, che non conoscevo, se arriva davvero questo giocatore non metterò piede al Marulla fino a quando il Cosenza lo avrà in rosa. L’antifascismo per me è un dovere più importante del Cosenza Calcio, che è la mia vita“.

Saltando agli ultimi mesi, non c’è dubbio che da settembre scorso in poi Perez è tornato nuovamente alla ribalta in maniera negativa.

30 SETTEMBRE: “MI VOGLIONO MORTO”Leonardo Perez non stava vivendo un periodo facile dopo essere stato escluso per la seconda volta consecutiva dalla lista dei convocati dell’Ascoli Picchio per il match con il Palermo.

L’attaccante di Mesagne, così, si è lasciato andare ad uno sfogo amaro via social postando una foto della sua famiglia: “L’unica cosa che conta nella vita è la propria famiglia. La mia forza siete voi, vi amo. Ci saranno periodi migliori ed è solo grazie a voi che vado avanti con rabbia e costanza, qualcuno mi vuole morto ma moriranno prima loro. Nessuno mi ha regalato nulla nella vita e nessuno mi toglierà quello che mi sono guadagnato con i fatti”.

Si scatena un altro putiferio e anche stavolta Perez è costretto a correggere il tiro.

“In relazione alle parole espresse nel mio messaggio social, faccio ammenda sulle parole contenute, dettate solo dalla mia condizione di amarezza e delusione, che hanno urtato e disturbato tutto l’ambiente bianconero. Per tale ragione chiedo scusa a tutti e mi rimetto ad ogni decisione della società nei miei confronti. Forza Picchio, Leonardo Perez”.

18 NOVEMBRE: SCHIAFFONI CON L’ALLENATORE

Il 18 novembre è il giorno di Ascoli-Parma, ma in casa bianconera l’argomento che tiene banco è la lite tra l’allenatore Enzo Maresca e Leonardo Perez. Non una discussione, o almeno non solo. Perché l’allenatore dell’Ascoli e l’attaccante separato in casa stavolta sono venuti alle mani. I due si sono prima affrontati a parole e poi sono andati oltre. E non si è trattato solo di spintoni. I colpi proibiti sono stati frenati grazie all’intervento dei presenti, tra gli altri anche il direttore sportivo Cristiano Giaretta.

Insomma, sono diversi quelli che hanno visto e non è secondario, in un caso come questo, stabilire fin dove arrivino le responsabilità di uno e comincino quelle dell’altro, sempre tenendo ben presenti i ruoli molto differenti: da una parte l’allenatore dall’altra il calciatore.

Pare che la scintilla si sia accesa in relazione all’allenamento del mattino, forse legata all’ennesima esclusione del giocatore.

16 DICEMBRE: IL GOL AD AVELLINO

Maresca viene esonerato e arriva Cosmi, che anche in virtù dell’infortunio di Favilli, “ripesca” Perez e lo manda in campo ad Avellino, dove è protagonista del pareggio finale. Segna il suo primo gol stagionale e parla nella sala stampa dello stadio “Partenio-Lombardi” al termine del match pareggiato 1-1 contro l’Avellino rivelando un retroscena di mercato: “A gennaio scorso c’è stata una trattativa poi non so quale sia la verità se l’Avellino non mi voleva più o l’Ascoli non voleva cedermi”.

Ecco le altre dichiarazioni in sala stampa di Perez riportate dal sito ufficiale dell’Ascoli Picchio: “Sono molto felice, ringrazio mia moglie e mia figlia che in questi ultimi quattro mesi difficili mi hanno supportato e sopportato, ma ogni tanto le cose vanno anche bene come oggi; ringrazio l’allenatore appena arrivato e il suo staff che mi stanno dando fiducia, dò sempre massima disponibilità, conoscete la mia situazione, due mesi fa ero spalle al muro e dovevo rescindere, poi sono rientrato perché c’era necessità, il cambio in panchina e nella situazione in cui siamo c’è bisogno di tutti, non mi sono tirato indietro anche perché ho una figlia e fra vent’anni non le dirò mai che di fronte alle difficoltà si scappa. Non sono al top della condizione, ma se c’è bisogno di fare una corsa in più, la faccio volentieri. In occasione del gol Varela ha lanciato Cinaglia, che mi ha dato palla e ho colpito con la suola facendo gol, va dato anche merito a loro; in rifinitura avevo sbagliato una rete simile e il mister si era arrabbiato, oggi l’ho messa dentro. Quanto vale questo gol? Un punto. Dopo i mesi difficili mi sono ributtato nel fuoco, anche se sono in scadenza e non so cosa succederà fra dieci giorni”.

Alla fine Perez se n’è andato e pare che abbia scelto Cosenza.