Cosenza canterina, l’elenco si allunga: spunta un altro pentito

Quello dei pentiti a Cosenza è un elenco che non si chiude mai. Non abbiamo fatto in tempo a registrare l’ennesimo pentimento che un altro se ne annuncia. E’ prassi oramai, nella “malavita” cosentina, che all’arresto di qualcuno che rischia decenni di galera, segua il pentimento. Almeno nel 40% dei casi. Fino a che va bene siamo tutti compari, fratelli e uniti fino alla morte. Quando le cose si mettono male, basta cantarsi i fratelli, i compari e tutto si risolve. Almeno così pensano tutti questi guagliuni i malavita che hanno deciso di intraprendere la via della collaborazione, i quali non vengono nemmeno ammessi al programma protezione. Godono per lo più di privilegi carcerari e scontano la pena, o in istituti preposti ad accogliere pentiti, oppure in regime di “lavoro esterno”. Finita la collaborazione, finita l’assistenza dello stato. E ne abbiamo visti tanti di canterini rimasti per strada. Oreste De Napoli e Francesco Amodio, giusto per citarne qualcuno.

Sono finiti i tempi di Franco Pino quando lo status di pentito valeva ancora qualcosa. Oggi se non sei un boss di un certo peso, le garanzie di tutela stanno a zero. Ti sfruttano e poi ti gettano via. Senza possibilità di appello. Ma nonostante ciò c’è chi pensa che in fondo è meglio scontare la pena “fuori”, piuttosto che in una cella 3×3, insieme ad altre 10 persone.

Negli ultimi mesi diversi sono stati gli arresti operati dalla polizia e dai carabinieri, a Cosenza. Operazioni che hanno portato al ritrovamento, spesso, di armi e droga. Ed è proprio da queste ultime operazioni che si dice provenga l’ennesima gola profonda. Un pentimento che pare sia arrivato quasi subito dopo il suo arresto. E’ chiaro che, come De Rose e Pozzetto, siamo di fronte a pura manovalanza criminale. O pesci piccoli se preferite. Ma utili alla magistratura per mappare le “vie della droga” in città. E pare che il tipo stia svelando una rotta “autonoma” di rifornimento usata da un clan “ara ‘mmucciuna” degli altri.

Come sempre avviene nei casi dove “annunciamo” i pentimenti, subito si scatena il toto nomi, oltre alle smentite che sistematicamente arrivano in redazione. Perciò evitiamo di fare nomi e di dare, da oggi in poi, indizi utili a scoprire l’identità del nuovo collaboratore. Perché ogni volta che lo abbiamo fatto, abbiamo avuto sempre qualche problema, salvo poi scoprire, sistematicamente, che era come dicevamo noi.

Ma allo stesso tempo non possiamo ignorare la notizia, per noi certa al 100%, di un nuovo pentimento.  E come succede sempre basta aspettare solo qualche altra settimana per avere conferma di questo ennesimo pentimento.