Cosenza. Ciao Mike, il Sarto icona divertente che si ispirava a Beccalossi

di Franco Panno 

Camminavo su viale della Repubblica, un omino dagli occhi ridenti, si affacciò da un locale piccolo, una sartoria, e mi fa: “Perché ti chiamano Beccalossi?”. Sorpreso risposi: “Perché è il mio preferito, mi identifico in lui anche caratterialmente, nessuno come il Beck incarna le stravaganze di una squadra che ha uno spirito artistico, capace di qualsiasi cosa, nel bene e nel male”. Mi guardò divertito e mi invitò ad entrare nella sua sartoria, dove giganteggiava il poster del Beck, di colui che definivo il pontefice massimo del calcio italiano.

Artista lo era sul serio Mike, simpatico e dissacratore, anche di una clientela che definiva, non senza ironia, ma con rispetto, “il salotto buono”. Con la patina borghese aveva poco in comune. Era un ragazzo di umili origini, si era fatto da solo grazie ad un mestiere, il Sarto, che gli aveva fatto guadagnare a grandi falcate la considerazione e il rispetto di gente lontana dal suo mondo originario. Un generoso, persona schietta ed educata, con una grande passione per i colori nerazzurri. La sua simpatia travolgente ne aveva fatto una delle icone più divertenti della città. Non c’era modo tutte le volte che c’ incontravamo di sottrarmi alle sue attenzioni premurose, quelle che si riservano ad un Amico. La morte lo coglie beffardamente proprio quando la sua, nostra Inter, pare destinata al raggiungimento di un successo, dopo anni di tribolazioni.
Che la terra ti sia lieve Mike, gioviale compagno di pomeriggi conviviali e indimenticabili.