Cosenza, il solito Spagnuolo: forte con i ragazzini, asservito coi corrotti

Alla vergogna non c’è mai fine. Così come alla corruzione in città. Impunità, immunità e privilegi per se stessi, e per gli amici degli amici, sono le uniche cose che interessano Spagnuolo e la procura di corrotti da lui guidata. Una banda di delinquenti che da tempo si adopera a fornire le adeguate coperture giudiziarie ad ogni tipo di malandrino: politico e mafioso. Su tutti il pm Cozzolino, che poi è quello che ha dato il via alla pagliacciata di ieri denominata “Terra bruciata”. Chi è Cozzolino lo sappiamo tutti: quello che va a cena con gli indagati in procedimenti di ruberie alla pubblica amministrazione, e con i quali si mette d’accordo su come insabbiare inchieste e prove. Come può ancora questo personaggio firmare provvedimenti non si capisce.

Quando si tratta di portare la legalità nella pubblica amministrazione, Spagnuolo gira sempre la faccia dall’altra parte, a cominciare dall’occupazione illegale del posto da dirigente al Comune di Cosenza di suo nipote, Giampaolo Calabrese, nonostante una sentenza dichiari illegittima quella nomina avvenuta a discapito di chi ha regolarmente vinto un concorso. Di questo, come delle ruberie alle casse pubbliche, a Spagnuolo non gliene frega niente.

Ed è per coprire tutto il malaffare che gira in procura che periodicamente Spagnuolo organizza qualche retata contro ragazzi usi a fumare spinelli. Sperando così di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi della città. E soprattutto per mettersi al pari, secondo lui, delle altre procure che giornalmente svolgono attività di contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione con arresti di corrotti e colletti bianchi: vedi Facciolla a Castrovillari, Bruni sul Tirreno. Come a dire: siccome Spagnuolo non può arrestare i politici corrotti, i mafiosi, i collusi e gli infedeli, perché lui stesso è tra i capi della potente lobby che comanda Cosenza, allora, per far vedere che fa qualcosa ai suoi colleghi delle altre procure, mette in scena pagliacciate come quella di ieri. Inventa di sana pianta bande criminali di pseudo spacciatori giusto per dare un tono all’inchiesta e far abboccare qualche cittadino alle sue chiacchiere.

L’operazione di ieri, denominata “Terra bruciata”, parla da sola: 60 richieste di custodia cautelare presentate da Spagnuolo al Gip, e tutte e 60 rigettate. Il Gip non ha rilevato, nelle “carte” presentate da Spagnuolo, nessuna pericolosità sociale dei chiamati “in causa” dalla procura. Lo stesso Gip dice che si tratta di ragazzi che fumano spinelli e che necessariamente devono rivolgersi alla “mala” per acquistare il fumo, ma questo non significa che ne facciano parte. Tant’è che lo stesso Gip ha autorizzato per tutti gli indagati l’obbligo di dimora. Una blanda “misura” per tutti gli imputati che sottolinea la pretestuosità dell’operazione di Spagnuolo, e che ridimensiona l’impianto (fasullo, farlocco, inventato) accusatorio della procura più corrotta d’Italia. Sperava di fare la brillante operazione di polizia e finire su Tg nazionali. Ma per fortuna della città, c’è ancora qualcuno al tribunale di Cosenza che lavora per la Giustizia, la Costituzione e i cittadini che ha bocciato clamorosamente l’ennesimo abuso di Spagnuolo.

Per mettere in piedi la pagliacciata di ieri la procura ha speso qualcosa come 200.000,00 euro, impiegando 300 tra carabinieri e finanzieri, compresi i Cacciatori di Calabria, e poi elicotteri, mezzi e tutto il cucuzzaro, e tutto questo solo per notificare, non arrestare, 57 obblighi di dimora.

Spagnuolo non ha mai mobilitato neanche un asino per quel che riguarda i tanti e conclamati reati contro la pubblica amministrazione, mentre per qualche spinello mobilita un esercito. Questo lo hanno capito tutti. E tutta la città ha capito il livello di squallore che ha raggiunto la procura. Nessuno ha abboccato alla pagliacciata di ieri.

Sull’operazione di ieri noi abbiamo fatto la nostra controinchiesta, e abbiamo capito che nell’elenco dei ragazzi e delle ragazze stilato da Spagnuolo mancano i nomi dei figli di due magistrati, uno della Dda, di un maresciallo dei carabinieri che lavora con Spagnuolo, di diversi avvocati e compari vari. Ma non si preoccupi Spagnuolo, che a fare chiarezza su tutto questo ci pensiamo noi. Così da non lasciare spazio a dubbi sul modus operandi di questa procura.

Spagnuolo e la sua banda hanno rimediato l’ennesima brutta figura di fronte a tutta la città, che finalmente si è svegliata e ha capito che il vero problema risiede proprio nella procura. E per nostra fortuna le cose stanno cambiando e presto Giustizia sarà fatta.