Cosenza. L’ultimo Capodanno di Boris (di Franco Panno)

di Franco Panno

L’ultimo Capodanno di Boris. Lo sapeva, non lo nascondeva, pensò di regalarsi l’ultimo dell’anno con Carla. Il tempo di brindare, prima di tornare sottocoperta. Aveva rinunciato alle cure quel testone. Ma gli importava poco. Un gigante smagrito, ma sempre rassicurante e dolcissimo. Carla aveva messo da parte tutto e tutti. Era sua, quella sera. Più bella che mai. Boris non rientrava nei suoi piani. Ma nessuno l’aveva guardata come quel ragazzone che non aveva occhi che per lei. L’aveva di fronte Boris, era sua, la sera dell’ultimo dell’anno. Carla cercava di contenere il disagio. Non riusciva a far finta di niente. Boris la guardava, cercava di non perdere nemmeno il movimento delle dita che Carla si passava tra i riccioli. I botti di fine Anno. Un grazie, gli occhi bassi di Carla. Arrivederci, ma non all’anno prossimo. Uscì dal balcone Boris, prese un po’ di freddo, voleva vedere Carla uscire di casa. Non sapeva camminare sui tacchi quella bella ragazza bruna. Boris sorrise. Tornò a letto tremante. L’ultimo Capodanno di Boris. Un sorriso ancora tra le coperte. Due colpi di tosse violenti. Solo un po’ di freddo per vedere Carla che non sapeva camminare sui tacchi.
Buon Anno Boris
For a dancer, Jackson Browne