Cosenza, luminarie a piazza Fera: la sfida persa di Occhiuto

Ve lo dico in sincerità e senza acrimonia nei riguardi del sindaco Occhiuto. Lo dico da un punto di vista oggettivo e con obiettività. Così come spero che i tanti che plaudono al sindaco per ogni cosa che fa questa volta, di fronte a tanta realtà, sappiano essere quantomeno imparziali nel giudizio.

Anzi, più che dirlo, ve lo chiedo: che bisogno c’era di affidare impropriamente l’illuminazione di piazza Fera/Bilotti alla MedLabor per 128.000 euro, nonostante le inchieste della DDA, se di fatto è ancora un cantiere? Che fretta c’era? Che senso hanno queste mongolfiere che “volano” su una piazza che non è ancora totalmente fruibile al pubblico?

Non ci sarebbe stato niente di male a rinunciare a questo addobbo natalizio di cui si fa fatica a coglierne il senso. Queste sono le famose “luminarie cosentine”? Qual è il senso artistico di questa installazione tra reti di separazione, cemento,  ruspe, sabbia, e divieti?

fera2 Non si capisce bene se questa forzatura è frutto della smania di Occhiuto o una sfida alla procura di Cosenza e magari anche alla DDA.

Noi siamo per la seconda. La prima ci può stare pure, dato che Occhiuto ha bisogno di dare una immagine della piazza ai cittadini come se fosse finita. Ma tutti sappiamo che non è così.

E oggi, alla luce della clamorosa inchiesta della DDA di Catanzaro che conferma che piazza Fera è stata costruita con i soldi della ‘ndrangheta, questa sfida l’ha clamorosamente persa.

Sappiamo che i lavoratori da tempo non vengono pagati, e che la ditta Barbieri sta attraversando una grave crisi economica con serie possibilità che tutto salti per aria. Specie dopo gli arresti. E poi non dimentichiamoci che sotto questa colata di cemento ci sono altri due piani di cui poco si sa. O meglio per quel che si sa ci vorrà ancora molto tempo per terminare i lavori del “salone espositivo” e del parcheggio. Se mai saranno finiti.

L’idea delle mongolfiere, che non è originale per niente, poteva anche essere carina, ma non regge nel “contesto” in cui è stata calata. Il non finito annulla ogni illusione artistica e rende squallida la piazza. Una forzatura, non ci sono dubbi.

E per una volta, se la pensate così anche voi sostenitori di Occhiuto ditelo che non vi mangia nessuno. Una critica quando ci vuole va fatta. Specie se sincera e obiettiva come questa. E chissà che una critica corale non possa far bene a chi, come Occhiuto, vive solo per soddisfare la propria vanità. Vedetela così: una critica a fin di bene. Per il bene di Occhiuto, si capisce! In attesa di tempi migliori. Per lui, ovviamente, mica per noi!

GdD

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