Cosenza. Quell’estate con Aurelio Fierro alla Festa della Madonna della Sanità a Portapiana (di Franco Panno)

di Franco Panno

Di questi periodi, giorno più, giorno meno, a Portapiana, mio luogo d’origine, c’è una festa religiosa – la Festa della Madonna della Sanità – che in passato, grazie all’impegno e a cospicue donazioni da ogni parte del mondo, Toronto, New York, Buenos Aires, per lo più di emigranti attaccati alle loro radici, ha conosciuto l’apice intorno ai primi anni 70.

La festa culminava con l’esibizione di artisti per lo più semisconosciuti. Poco importava, l’essenziale era ritrovarsi in piazza e, per i miei familiari soprattutto, rivedere i vecchi amici lontani, tornati da ogni parte del mondo per la sagra.

Il mio ricordo va ad un’edizione che vide protagonista un cantante, ottimo interprete della canzone napoletana, all’epoca in declino, ma saldamente presente nella memoria, che aveva giocato le sue ultime fiches su un paio di Canzonissime. Era Aurelio Fierro. I sacrifici della gente del borgo fecero sì che il sogno, per una generazione che aveva amato questo simpatico artista, si avverasse.

Ricordo il giorno dell’arrivo del cantante napoletano, una concitazione da far invidia, si fa per dire, ai divi del momento. Ero bambino, tutto questo mi straniva. Mio padre e mia madre, emozionatissimi, entrarono nel backstage per salutare il loro idolo, cordialmente Fierro ricambiò e babbo, prendendomi in braccio sussurrò: “Questo è Aurelio Fierro, un grande artista”. Sinceramente trovai esagerate quelle manifestazioni. Quando divampò la mia passione per la musica, dovetti ricredermi. Ricordo il mio tremore di gambe quando a sedici anni incontrai Dave Van Ronk, un pezzo di storia del Folk-blues, mentore di Bob Dylan.. Music is love da Fierro a Van Ronk.

Guaglione, Aurelio Fierro
Buongiorno