Cosenza, scuole nel carcere. La Cgil protesta: “Soppresse due classi”

Come FLC-CGIL siamo venuti a conoscenza di un decreto di accorpamento (formalmente, sostanzialmente si tratterebbe di una soppressione) delle due seconde classi della sede carceraria di Cosenza, di competenza dell’istituto “Cosentino-Todaro” di Rende.

Ciò pare sia stato determinato e si renderebbe necessario per la esiguità non degli iscritti, ma dal numero dei frequentanti.

Abbiamo immediatamente scritto all’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria ed all’Ambito Territoriale Provinciale di Cosenza, da cui aspettiamo formale ed esaustiva risposta alle nostre preoccupazioni.

Valutiamo infatti che, essendo la sede carceraria di Cosenza anche ad elevato regime di sicurezza e per altri motivi concreti, i due corsi non potrebbero affatto coesistere sul piano pratico e di conseguenza se ne sancirebbe la definitiva chiusura.

Se ciò dovesse corrispondere a verità, sarebbe gravissimo. Riteniamo importante che l’esperienza di un luogo di chiusura e di esclusione, qual è il carcere, si trasformi in  luogo di crescita, di confronto e di apertura verso la società. Sarebbe pazzesco non soffermarsi sulla valenza sociale che riveste la scuola nella sede carceraria di Cosenza, come in ogni altro luogo di detenzione, e ragionare solo sulla base di una qualche (pure presunta) convenienza ragionieristica.

Infatti, a questo punto dell’anno scolastico, è certamente una forzatura  produrre dei decreti prima di accorpamento delle classi e successivamente di chiusura poiché non produrrebbero alcun effetto sia sul piano economico che sul piano degli organici.

Per queste ragioni, siamo convinti sia urgente attivare tutte le misure affinché ai detenuti sia assicurato il percorso scolastico iniziato parallelamente a quello di tutti gli studenti, con il medesimo programma scolastico e con gli stessi obiettivi finali tesi al conseguimento di un attestato di studio.

Per tutto ciò abbiamo invitato USR ed ATP a tenere in debita considerazione gli articoli 27 (sulla funzione rieducativa della pena) e 34 (sul diritto allo studio) della Costituzione, tutte le normative e  le direttive, tutte le deroghe indipendentemente dal numero minimo per la formazione delle classi  stesse, perseguendo una coerente politica del diritto dei detenuti a conseguire comunque,  attraverso la scuola, un recupero teso a rendere non solo meno gravosa la condizione carceraria ma anche di  legarla ad una consapevolezza di acquisizione di strumenti propri dell’esperienza scolastica.

Pino Assalone             Segretario provinciale della FLC-CGIL