Cosenza, un oltraggio alla memoria di Luigi Cribari

L’aver relegato il nome dell’avvocato Luigi Cribari – dopo averlo “esautorato” dall’intitolazione, avvenuta nel lontano 2005, di  piazza Spirito Santo – ad un improvvisato “Largo” che ospita un gabbiotto dove è situata la vigilanza della scala mobile, è un’offesa intollerabile. Un oltraggio alla memoria di una delle figure più rappresentative della cultura forense, e non solo, della nostra città.

Con delibera n. 166 del 24 novembre, il sindaco Occhiuto insieme agli assessori Iole Santelli, Francesco Caruso, Francesca Loredana Pastore, Matilde Spadafora, Michelangelo Spataro e Carmine Vizza, all’unanimità hanno deciso di cancellare Piazza Luigi Cribari per ripristinare “l’antico” nome della piazza: Spirito Santo. I motivi di questo ennesimo cambio di nome della piazza non sono stati spiegati né dal sindaco, né dalla giunta. E francamente, questa offensiva scelta non è stata compresa da nessuno. Che motivo c’era di ritornare alla vecchia denominazione della piazza? Forse che la figura dell’avvocato Luigi Cribari non merita una intera piazza?

Evidentemente la giunta non conosce, il che è molto strano, la storia umana e professionale di questo nostro illustre concittadino.

Personalmente ho conosciuto l’avvocato Luigi Cribari – prego i più a non appellarlo Don, non era un “aristocratico”, e poi suona male per uno che amava il Diritto – e nonostante la mia “insofferenza” per tutte le figure che si muovono nei tribunali, di lui ricordo la spiccata umanità. Un’ umanità che chiunque abbia avuto a che fare con l’avvocato non poteva non notare. Lo dico senza retorica, anche perché l’ho saggiata personalmente. E lo dico al di là di ogni altra mia considerazione, che in passato non ho mancato di fare, in merito al funzionamento del “Sistema Giustizia” nella sua totalità, e complessità. Un sistema che spesso costringe anche galantuomini ad adeguarsi alla farraginosità di un “apparato malato” che inevitabilmente crea “storture” procedurali ed amministrative che finiscono, in una perenne situazione di devianza diffusa, col sostituirsi alla Legge e alle regole.

L’avvocato Luigi Cribari, come Peppino Mazzotta e Tommaso Sorrentino, non si è mai sottratto davanti ad una richiesta d’aiuto. E questo non è poco. Così come si è sempre adoperato nelle aule del tribunale, con coscienza e passione, a difendere i tanti figli di mamma incappati nella rete della Giustizia, che un avvocato non potevano permetterselo. L’avvocato era anche un uomo colto e riservato. E sono sicuro che questa polemica non gli sarebbe piaciuta. Ed è per questo che chiedo al sindaco: visto che la decisione, incomprensibile, di eliminare piazza Cribari è stata già presa, almeno togli il nome dell’avvocato dal quel “Largo” dove nessuno al mondo spedirà mai neanche una cartolina. Così mettiamo fine a questa polemica che offende la memoria dell’avvocato, e che ha mortificato, e non poco, la famiglia.

GdD