Fiera di San Giuseppe, ultime ore tra battibecchi, Neverland e Barbie

Magnifica, è juta magnifica. St’annu a fera na cosa fina.

Tutto, si sa, dipende dal tempo. Solo all’inizio truani e lampi di marzo, ma pu s’è aggiustatu. Buono per noi e buono per loro. Certo, buono anche per loro, ppi chira povera gente. Il nostro cuore cittadino, infatti, è sempre aperto agli ambulanti, noi siamo gente ciota ma no maligna.

Da sempre le nostre mamme, le nostre vicine di casa se è maltempo non solo sono scontente per il mancato appuntamento, ma rivolgono un pensiero anche ai venditori.

fera mia

U sa a notte chi friddu. E’ da questo sentimento che è nata Fierainmensa, ideata da persone generose che da anni regalano le loro attenzioni a tutto il popolo dei venditori, soprattutto quelli non italiani. Sole e fiera dicevamo e lodi al Signore, ti senti in pace anche perché è la domenica delle Palme e hai una ragione in più per l’Alleluja: lo sai che torni e mangi, ca tanto c’ ha pensato o mamma o socrama.

Insomma oggi hai avuto quella serenità di spirito e organizzazione che ti spinge a farti tutta la fiera, sana sana. Sì che stanotte si smonta e tutto torna come prima. L’interesse è sicuramente verso i prodotti esposti, che di paesaggio manc’i cani, solo palazzoni a go go. Allora guardi e cerchi, cerchi e riguardi, fin quando non ti impatti in quel “buongiorno signora” a cui da tempo immemore rispondi “No grazie”.

In fondo l’avevi riconosciuto da lontano, quel signore ben vestito. A primo acchito pareva un testimone di Geova, ma da vicino è il rappresentante della Folletto. Passa il tempo ma loro no. Solo che mentre prima erano il tuo incubo sul ciglio della porta di casa, ora fanno quasi tenerezza, anche un po’ di nostalgia.

zinga

Per il resto hai la moda intorno. Moda, più tendenza che altro. E allora magliettine con le simpatiche emoticon, i teloni etnici che sei sempre tentata di comprarne uno ma non sai dove metterlo.

E mentre sei attratta dall’ipnotico consumismo fieristico, trovi lei, la zingara, che ti sorride con due splendenti denti d’oro e che ti invita, vorrebbe leggerti le carte. Lei, donna d’altri tempi che riesce a leggere i misteri della tua vita, senza bisogno della banda larga, senza connessione, ma solo grazie alla sua aurea energetica. Un invito a sapere proprio mentre tu non ha più giga ppì ti mbaccerià supa a Fb. Ora solo lei potrà spiegarti l’inenarrabile, ma vai avanti e non ti lasci tentare.

Ancora tappeti magici in fibra prodigiosa, roba che non si ricicla mancu si cchì, tovaglie antimacchia, saponi supersmacchiatori, insomma, oltre al boom dell’ arancinotto, sempre le stesse cose, e in quantità abnormi.

Poi, proprio quando lo sguardo si è impigrito, ecco che te lo rapiscono due personaggi per la bizzarria del loro battibecco. “Ma funziona? Sei sicuro?” “Sì, sì ci minti a micciteddra e s’appiccia” “Ma sei sicuro?”. L’uno vuole per forza una cosa efficiente anche se vecchia e l’altro che per forza ne vuole garantire la validità anche se antica. In tutta onestà difficile stabilire chi dei due fosse il più testardo.

Intanto, allunghi l’occhio e ti sembra di essere a Neverland. Peccato che i tuoi capelli sono bianchi e non biondi se no tra te e Alice nessuna differenza! Ti accorgi che sei finita in un angolino surreale. Il paese delle meraviglie della nostra fiera ultraglobalizzata. Sarà stata una magaria della cartomante? Nooo, è solo la bancarella retrò di Roberto. E più retrò dei suoi adorabili oggetti romantici è lui che insieme ad altri appassionati si scambiano merce nel modo più antiquato che esista.

dash

“Siamo un gruppo di persone, ci incontriamo e scambiamo tutto quello che abbiamo trovato”. Più che comprare insomma barattano. Roberto racconta: “cerchiamo ovunque, nella spazzatura, nelle soffitte”. Lui è di Cosenza, ma i mercati con i suoi preziosissimi e affascinanti pezzi di storia se ne fa tanti. Gli occhi, intanto, si incrociano e via: bambole col volto di porcellana nelle carrozzelle, fotoromanzi con Alex Damiani, fustini del sapone della lavatrice in latta e quelli clindrici che usavamo come porta giocattoli…Poi guarda lì, una valigia piena, affollata di Barbie. Che nostalgia il telefono con la rotella bloccata dal lucchetto!

Sì, cara gioventù, a noi “anta” i nostri genitori così ponevano un limite alla bolletta telefonica, curu cardiddru. Dovevi chiedere la chiavetta per telefonare, il semplice permesso non bastava! Insomma, mentre si discute tra zone di confort e pietre sacre del centro storico, ecco che impatti in tanti ritagli commoventi di vite vissute in mezzo ad un mercato confuso e caotico che indossa solo merce in stock.

Laura De Franco