Fuscaldo, la verità sulla chiusura del Convento Passionisti

FUSCALDO, LA VERITÀ SULLA CHIUSURA DEL CONVENTO PASSIONISTI

Oggi si mostrano tutti paladini del bene, da immacolati e innocenti della politica, attuando presidi per la luce al convento, quando in realtà sarebbe stato doveroso da parte di tutti i vecchi politici fare luce sulla chiusura del Convento Passionisti.

E siccome a noi cittadini piace la verità abbiamo fatto le nostre indagini, scoprendo con nostra grande meraviglia, che in questa triste vicenda hanno tutti le loro responsabilità per l’epilogo negativo.

Dove ci sono soldi pubblici c’è sempre un grande interesse personale, che va in contrasto del bene comune.

La lesione del convento è presente da oltre 30 anni e non è altro che una piccola spaccatura strutturale, dovuta al continuo assestamento del suolo, anche perché la zona dove è costruito il convento un tempo era un cimitero e al di sotto della stessa vi è un piccolo torrente.
Nel tempo, dal cimitero si è creato un convento, voluto fortemente dagli abitanti di Fuscaldo capoluogo e fu dato in gestione alla chiesa e ai preti passionisti.

Padre Graziano nel 2011 era un grande sostenitore dell’allora neosindaco Gianfranco Ramundo ma adesso non più per quanto accaduto in questa vicenda.
Il prete Passionista ebbe l’idea e l’iniziativa, anche per soddisfazione personale, di chiedere fondi pubblici per la ristrutturazione del convento. Dopo aver dato mandato di effettuare perizie tecniche e geologiche a professionisti affermati del luogo, acquisendo così i documenti necessari per la procedura di ristrutturazione.
Lo stesso padre Graziano però non teneva in considerazione i “consigli” della politica locale, di affidare il progetto ad uno studio tecnico affiliato alla maggioranza con sindaco Gianfranco Ramundo, o, al limite, uno studio tecnico affiliato alla minoranza politica rappresentata da Davide Gravina. Padre Graziano invece dava mandato ad uno studio tecnico di Cosenza, per avere l’esclusiva di gestione dei fondi pubblici che erano il vero obiettivo, per arrivare finalmente alla ristrutturazione.

I politici fuscaldesi, sia di maggioranza che di opposizione, vedendo l’ostinazione di padre Graziano, nel voler procedere in totale autonomia, si attivarono in modo deciso per fare in modo che i fondi pubblici non fossero concessi in favore di padre Graziano, riuscendo alla grande nelle loro intenzioni.

Nessuno denunciò i fatti perché tutti erano colpevoli di avere come obiettivo non la ristrutturazione del convento ma la gestione dei fondi pubblici, attraverso la giustificazione di una ristrutturazione che, ad oggi, non solo è rimasta inapplicata ma lascia seri problemi di sicurezza per il convento stesso.

Tutti innocenti e, a loro dire, giustificati dal fatto che non si è riuscito a stabilire chi avrenne dovuto finanziare il progetto in quanto la Regione Calabria dice che spetta alla chiesa cattolica e la chiesa afferma che spetta al comune.
Questa è la loro giustificazione.

Quando in realtà è stato portato avanti un raggiro a danno di un’intera comunità fuscaldese in quanto il sito rappresentava una grande attrazione turistica oltre che religiosa.
E siccome adesso, perché privo di agibilità, dovuta alla procedura di ristrutturazione per pericolo di crollo strutturale, il Convento Passionisti di Fuscaldo è chiuso da oltre 5 anni.

Sta di fatto che indietro non si può tornare nell’affermare che non vi è nessun pericolo di crollo strutturale, in modo così da rendere il convento di nuovo agibile, anche perché tale affermazione andrebbe in contrasto con quanto affermato in precedenza per ricevere i fondi pubblici.

Arrivati a questo punto si potrebbe prendere in seria considerazione di dire la verità, oppure gridare al miracolo, c’è sempre una via d’uscita quando si ha la volontà del bene comune. Allo stato attuale dei fatti, la politica fuscaldese tutta non ha voluto il bene comune.

È riduttivo fare solo adesso sit-in di protesta per la luce quando in realtà andava fatta al tempo una serie di proteste, che di sicuro non ci avrebbero condotto alla chiusura del Convento Passionisti di Fuscaldo. Creando in questo modo la fine di una bella realtà fuscaldese.