La Calabria a Sanremo. Brunori, il duetto e l’omaggio a Lucio Dalla al Dopofestival

Brunori fa il suo esordio ufficiale nello “star system” della canzone a Sanremo, entra in punta di piedi con il duetto con gli amici Zen Circus e poi è tra gli invitati del Dopofestival nella notte in cui il mattatore assoluto è nientemeno che Sua Santità Baglioni.

Il cantautore cosentino regge benissimo il confronto col palco dell’Ariston che tremare le gambe fa. Giacca casual d’ordinanza, rigorosamente scura, chitarra elettrica a tracolla e misura giusta nelle strofe nelle quali il frontman gli lascia la scena. L’intonazione è adeguata al tema del testo.

“Somigliamo ai Nomadi: non siamo mai stati di moda, ma abbiamo fan di ogni età e all’Ariston cantiamo l’amore. Non l’amore romantico, ma quello comunitario, che affrontiamo di petto, in un brano maestoso in cui l’orchestra è fondamentale, con gli strumenti che entrano in crescendo”. In questo disegno musicale, Dario Brunori si sente a casa sua e canta proprio la strofa che dà il titolo al pezzo: “L’amore è una dittatura”. Un inno all’anarchia e alle emozioni che regala e una visione diversa dell’amore, uno dei testi meno banali di tutta la kermesse.

Ero presente al momento dei fatti
Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura
Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione
Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione

Lasciato il palco dell’Ariston, Brunori ha esordito anche al Dopofestival, in un contesto nel quale il cantautore cosentino era fianco a fianco con il “gotha” del sistema della canzonetta italiana: Nek, Renga, Il Volo e dulcis in fundo addirittura Baglioni. Il buon Dario, da esordiente, non poteva certo avere molto spazio ma nel finale, complice il vulcanico Rocco Papaleo, è salito alla ribalta con il fatidico “battesimo del fuoco”.

Papaleo omaggia le Isole Tremiti e Brunori Sas canta ‘Com’è profondo il mare’ di Lucio Dalla. Dario ha portato in giro per mesi il suo tributo a Dalla cantando alcuni dei suoi pezzi-simbolo e tra questi anche Com’è profondo il mare.

“Beh, diciamo che sono andato alle Isole Tremiti svariate volte – attacca alla sua maniera Papaleo -, ho fatto amicizia con Carolina, che ha un ristorante lì sul porto dell’isola di San Nicola, che è l’isola più arcaica, che è rimasta un po’ indietro, dove c’ha una casetta Lucio Dalla, immagino che Claudio (Baglioni) conosca proprio quella casa”

Baglioni: “Ci ho dormito”, Papaleo: “Anche io”… In quella casa c’è questa finestra col bagno meraviglioso, è la casa di Lucio Dalla, la casa con questa finestra…questo spettacolare panorama, si narra che da quel punto di vista lui ha immaginato il testo di una delle sue canzoni più belle, Com’ è profondo il mare”. E tocca a Brunori cantarla mentre i colleghi gli fanno corona e lo accompagnano. Un bel quadretto finale, a suggello di una serata e di una notte che Dario non dimenticherà tanto facilmente.