La Calabria e il reddito di cittadinanza: lettera aperta a Beppe Grillo (di Rosario Cupelli)

Qualche giorno fa, nel corso di uno spettacolo, il fondatore del Movimento Cinquestelle ha esordito dicendo che: “La Calabria è una terra strana. È la regione che ha fatto meno domande per il reddito di cittadinanza. C’è il paese più povero d’Italia, che si chiama Dinami, e a Dinami neanche una domanda di reddito di cittadinanza. E allora non rompetemi più i coglioni perché o lavorate in nero o siete tutti della ‘ndrangheta”.

Di seguito la nostra risposta.

Caro” Beppe Grillo, sono diversi i motivi per cui il reddito di pseudocittadinanza del governo gialloverde, di cui sei garante, è scarsamente utilizzato in Calabria, non certo perché siamo tutti ‘ndranghetisti o perché lavoriamo tutti in nero.

Il vostro reddito di cittadinanza non è un provvedimento universale. Somiglia più a un misto fra un reddito di disoccupazione con molte limitazioni e il reddito d’inclusione del governo Renzi.

Come ben saprai, o forse non lo sai perché in questa Terra non ci vivi, è in atto, da tempo, una nuova ondata di emigrazione verso il Nord, che sia inteso come Nord Italia o Nord Europa. È l’emigrazione dei figli o dei nipoti degli emigrati del ‘900, che partono non con valigie di cartone ma con zaini pieni di libri. Manodopera fresca che torna ad arricchire nuovamente quei paesi che, con lo sfruttamento del lavoro dei nonni e dei padri dei nuovi emigrati, hanno costruito le loro fortune.

Forse non lo sai perché non vivi in Calabria ma molti calabresi, pur avendo bisogno di questo sussidio, non possono usufruirne per lo stesso motivo per cui non riescono ad essere autonomi e mettere su famiglia ovvero perché disoccupati, perché questa Regione, mal governata sia a livello locale che nazionale, non offre opportunità di lavoro. Da noi i disoccupati sono spesso costretti a risiedere e a dipendere, a 20/30/40/50 anni, ancora dai redditi dei genitori, e non certo perché mammoni ma per necessità. Per cui fanno parte di un nucleo familiare che spesso supera il limite di reddito dei 9000 euro.

Da noi i giovani e meno giovani non riescono ad usufruirne del vostro reddito di cittadinanza perché i loro nonni ed i loro genitori, a loro volta emigrati e sfruttati al Nord, a costo di grandi sacrifici e privazioni, si sono costruiti nella terra d’origine, a cui sempre aspiravano di tornare, delle abitazioni. Te li ricordi i vagoni dei treni dove gli emigrati scrivevano “torno per votare, voto per tornare?” No, non te li puoi ricordare perché non vivi in questa Terra. E sai la beffa qual è? Che oggi il frutto del sangue e del sudore di quei Lavoratori diventa un handicap per i figli ed i nipoti.

Tanti effettivamente lavorano in nero ma non certo per loro scelta, ma perché volutamente tenuti in uno stato di bisogno dalla classe politica, economica e mafiosa, da decenni dominante. Per cui è vero che molti lavorano in nero, ma hanno a fine mese un salario che, anche se misero non vogliono rischiare di perdere per una misura che ha una durata molto limitata nel tempo e che anche se dovesse funzionare offrirà, probabilmente, un lavoro che comporterà uno spostamento a 250 km. Poi dovresti spiegarci, perché noi che viviamo in questa Terra davvero non riusciamo a capirlo, in base a quale strana alchimia riuscirete a creare il lavoro che non c’è e senza investimenti pubblici. Poi, sai che c’è? Noi vorremmo che le nostre braccia e le nostre menti restassero in Calabria.

Un’altra variante che non hai considerato è che il vostro reddito di cittadinanza molti dei nostri giovani non possono percepirlo perché, in una Terra di emigrazione, spesso si è costretti a cercare fortuna anche in paesi “stranieri”; così succede anche che se hai avuto esperienze di lavoro fuori dall’Italia, oggi potresti non avere il requisito dei 10 anni di residenza, di cui due continuativi.

Questa legge non da’ autonomia economica a chi è senza lavoro, non può dare lavoro dove il lavoro non c’è; una legge che non aiuta neanche i più poveri dei poveri, i senza tetto, perché mette fra le condizioni di accesso la residenza è una legge che non da’ reddito né restituisce dignità. Per rendere efficace una legge, perché quella legge possa garantire reddito, dignità e lavoro, devi prima creare i presupposti necessari, magari investendo nella tutela dell’ambiente e nel turismo, creandole anche in Calabria le opportunità di lavoro.

Non siamo tutti mafiosi “caro” Grillo, noi quella mafia di cui tu parli la combattiamo ogni giorno lottando contro la rassegnazione, tenendo la barra dritta e rimanendo coerenti.

Ci proviamo nel nostro piccolo, ogni giorno, proviamo a fare quello che non è stato fatto dai governi regionali e nazionali a guida PD e che non verrà certo fatto dal tuo governo a guida Lega Nord. Lavoriamo per un reale cambiamento.

Rosario Cupelli

Casa del Popolo di Lamezia e del Reventino