Lasciatemi votare perché ne sono fiero: sono un cosentino vero

Il cosentino/a è un artista del tira oggi che viene domani. Meglio fare domani quello che potresti fare oggi: in qualche modo, domani, vedrai che Dio provvede. Il cosentino/a è compari di tutti e amico di nessuno.

Come sa fare di “nu pilu na corda” il cosentino/a, nemmeno le filande di Longobucco. Tu gli dai un mano e lui si prende tutto il braccio. Non c’è posto più sicuro dove nascondere un segreto che quello di farlo custodire ad un cosentino/a: dopu due secondi u sa tutta l’Italia.

Dove lo lasci la sera non lo trovi la mattina: ha sempre qualche mmasciata da sbrigare. Il cosentino/a a tu per tu ti da sempre ragione, appena giri le spalle i tagli a na lira.

Quando si incontrano due cosentini/e il saluto è d’obbligo: la prima cosa che si dicono è che nella loro vita è “tutt’appò”, salvo dopo qualche secondo, se si soffermano, raccontarti tutti guai della sua vita.

Il cosentino è uno che si adatta alle situazioni come una zicca alle orecchie di un cane. Non rinuncia mai alla domanda: ma tu a chini appartiani? Perché è un attento studioso degli alberi genealogici altrui e vuole sapere tutto di te.

Il cosentino/a è nobile di lignaggio: ha sempre qualche parente importante da vantarsi. Dove va va, conosce sempre qualcuno a cui chiedere un “piacere”. Non c’è situazione che non sappia sbrogliare: ni conza una e ni scioddra 100.

Ama stare in comitiva: tutti amici per la pelle fino a quando coincidono gli interessi (cuoricini, bacini, mi piace su Fb che non ti dico). Quando gli interessi vengono meno: na guerra (fine dei cuoricini, dei bacini, e dei mi piace su FB)!

Cosenza_Fontana_dei_tredici_canali_-_panoramio La locuzione successiva è: a nu parmu du culu mia, faciti chiru ca vuliti. Un altruista. Il cosentino/a si commuove per un niente: è capace di versare lacrime ca mancu i tridici canali per la foto vista su FB di un bambino povero, e poi gira la faccia dall’altra parte quando il bambino povero vive sotto casa sua. U cusentinu/a si ccia senta.

Pare che solo lui/lei abbia capito il senso della vita, e quando arriva l’ora di dimostrarlo sistematicamente si perde in un bicchier d’acqua. Che spesso diventa vino: miagliu ‘mbriachi ca ignoranti.

Il cosentino/a prima arma a zimeca, e poi se le cose si mettono male, lui non c’entra niente. A Cosenza tutto quello che succede di negativo è sempre colpa degli altri. Il cosentino è un intellettuale di prima: a Cosenza sono tutti filosofi ccuru culu degli altri. Siamo una comunità di santi, poeti, navigatori, fotografi, attori, scrittori, registi, copywriter, disegnatori, organizzatori di eventi, scultori, pittori, e freelance di ogni cosa. Dove lo metti metti, il cosentino/a, basta ca un si tratta di zappa, riesce sempre. Sì, a prendere la serra di giro.

castellosvevocosenzaIl cosentino/a campa tranquillo perché sa che l’erba cresce, e presto potrà piollare. Al cosentino/a tutto puoi dire tranne che è un invidioso: se poco poco qualcuno riesce in qualcosa dove lui ha fallito, a ‘mmidia su mangia vivu.

Come sa mettere a petri i punta il cosentino/a, nessuno. Un maestro nel cercare finucchiaddru i timpa. E quando si convince di qualcosa non lo smuovi: nemmenu ccuru cannunati. Salvo se c’è Orzo Bimbo (da guadagnarci). Perché in presenza di sguabbu siamo disposti a chiamare papà chiunque. Anche il Diavolo.

Pur di giustificare una scelta così estrema, siamo disposti anche a negare l’evidenza. Chi ci fa mangiare, in qualsiasi forma, legale o illegale, ai cosentini non glielo devi toccare. Può fare quello che vuole, anche, che so, prendere a calci le vecchiette al parco, che per noi resta sempre il migliore del mondo. Guai a chi ce lo tocca.

Il cosentino/a è uno sportivo ad alti livelli: se il Cosenza vince è la migliore squadra del mondo, se perde sono tutti venduti e lecchini.

Insomma per il cosentino il peggio sta sempre dall’altra parte, mai in “casa” propria. Il male appartiene agli altri mai a noi stessi. Quelli che sbagliano sono gli altri mai noi. Ma il cosentino/a non è solo questo, è anche capace di grandi slanci di umanità e sussulti di orgoglio all’ocorrenza, e sa far quadrato attorno alla comunità se serve.

il lupoSolo che questi “gesti”, purtroppo per noi, avvengono con la stessa frequenza con cui la cometa Halley passa sopra la terra: na vota ogni cent’anni. Troppi per sperare di cambiare. Ecco perchè scegliamo sempre di essere governati da mediocri che non hanno né morale né etica, perché ci fa sentire superiori a loro.

Li mettiamo lì per poter dire, quando le elezioni sono finite e dopo averli votati: su tutti ladri, su tutti i stessi, un sinni salva nessuno. Cosa che non potremmo fare se per una volta votassimo uno perbene ed onesto. Non possiamo votare uno onesto, non ci conviene, altrimenti come passeremo le nostre giornate al bar? A chini tagliamu?

GdD